di Gabriele Ottaviani
D’ora in poi, è «a lei» che bisognerà rivolgersi. E se non si aprirà il Grand Siècle, sarà perché le pulsioni, gli interessi, gli odi si dimostreranno troppo forti, dirompenti, simili a una valanga che trascina con sé tutto quello che trova. Bisogna anche ricordare che la Medici non detiene la legittimità né la potenza assoluta di Luigi XIV. Non è il re, lei; solo una donna e per giunta straniera. Sa bene che l’autorità del sovrano è fragile, che bisogna manovrare in mezzo a diverse fazioni, ciascuna delle quali potrebbe prevalere. Non ha abbastanza robustezza per schiacciarle, per cui deve gestirle e a volte venire a patti. Pur tuttavia, la sua maniera di intendere la regalità, la bravura con la quale si serve dei simboli, della «grande bellezza», del lusso e della magnificenza, il modo di concepire la corte, saranno altrettanti esempi per i sovrani a venire, primo fra i quali proprio il Re Sole. Non viene sottolineato spesso, ma la Francia «sciovinista e nazionalista» di Luigi XIV deve molto a quella «italianizzata» – o meglio, devenue italienne – di Caterina de’ Medici. Nelle lettere alla figlia, ella tiene comunque a ribadire che il potere preteso e ottenuto non è fine a sé stesso, bensì per il bene dei Valois e del regno. «Non pour moy, mais pour servir à la conservation de cet royaume et pour le bien de tous vos frères», «Non per me, ma per servire alla conservazione di questo reame e per il bene di tutti i vostri fratelli». In un’altra missiva, aggiunge che il suo compito è «ristabilire dolcemente tutto quello che la malizia del tempo può aver guastato in questo reame». Chissà come sarà rimasta sorpresa Diane de Poitiers, del mutamento repentino di colei che aveva per tanti anni umiliato e sottovalutato. Quella lontana cugina, alla quale aveva concesso come una grazia, qualche notte, di godere dei favori dello sposo legittimo, e unicamente perché doveva generare un erede…
Caterina de’ Medici – Un’italiana alla conquista della Francia, Alessandra Necci, Marsilio. Docente, avvocato, scrittrice, specializzatasi a Parigi, Alessandra Necci indaga la storia e la politica con attenzione rara e magnifica, dando vita a ritratti particolareggiati, curati, dettagliati, affascinanti, interessanti, impressionanti, mai banali né retorici o agiografici, sempre policromi, caleidoscopici, variegati, approfonditi, articolati, complessi ma mai ostici: sembra di conoscerli di persona, questi personaggi di cui si è solo letto, o visto sullo schermo. Amata, odiata, temuta, donna d’incomparabile ingegno, Caterina de’ Medici rivive in questo volume, inserito nella prestigiosa longlist di quest’anno di una delle più importanti rassegne letterarie italiane, il Premio Comisso, giunto alla trentanovesima edizione, ricchissimo di livelli di lettura e chiavi d’interpretazione. Come l’acqua per chi ha sete…