Libri

“La donna cardinale”

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Il confessore non provò neppure a replicare…

La donna cardinale, Lucetta Scaraffia, Marsilio. Storica, giornalista, docente universitaria, raffinata esegeta del ruolo delle donne anche nelle alte sfere ecclesiastiche, ambienti in cui non mancano affatto le zone d’ombra, Lucetta Scaraffia, con una trama potente e tinta di giallo, scrive un gustosissimo, vivace e travolgente romanzo, ricco sin dalla copertina di livelli di lettura, suggestioni, citazioni, rimandi, riferimenti e chiavi d’interpretazione, che racconta la vicenda di un Vaticano in subbuglio per l’elezione di un papa che non ha intenzione di transigere sulle questioni più urgenti e torbide, apparendo da subito tanto pericoloso da far pensare a una sua eliminazione. Nel frattempo, tuttavia… Da leggere.

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“Io e Clarissa Dalloway”

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Adoro questo tipo di impasse. Per uscirne dovete imparare a fare una certa faccia. Cercate su Google «Gene Wilder meme», trovate la faccia sorniona di Willy Wonka, ma levategli le cattive intenzioni che su internet sono considerate creepy e condescending; riempite al contrario quell’espressione di una sincera curiosità per come va a finire la guerra tra uomini e donne. Sostituite il sarcasmo con la contemplazione del divino. Poi dite: «Voglio sapere cosa pensi, raccontami tutto.» E dopo state zitti per cento anni.

Io e Clarissa Dalloway – Nuova educazione sentimentale per ragazzi, Francesco Pacifico, Marsilio. Who is afraid of the big black wolf? Così, in verità, recita la filastrocca, che poi è divenuta, giocando con parole e suoni, Chi ha paura di Virginia Woolf? Il titolo, che ha fatto la storia, ponendo un interrogativo in realtà ne sottintende un altro, e numerosi ancora: perché mai si dovrebbe temere Virginia Woolf? Per quale motivo non ci si dovrebbe poter perdere e abbandonare alla sua prosa? Perché non viene mai considerata un’autrice, e che autrice, anche per uomini? Anzi, è proprio in questa maniera che si può comprendere il modo, o almeno un modo, di accostarsi al femminile, e a un reale femminismo egualitario, con autentico rispetto: leggendola, e amandola. Quanta tenerezza, del resto, quanta cura, quanta vita c’è nei fiori a cui la signora Dalloway decide di pensare in prima persona per la sua festa, specchio della vita che si riverbera in mille rivoli… Francesco Pacifico dà alle stampe un gioiello, profondo e potente.

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“Ali d’argento”

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Come posso andare al lavoro e continuare con la mia vita di sempre, sapendo che mi sta dando la caccia?

Ali d’argento, Camilla Läckberg, Marsilio. Traduzione di Alessandra Albertari, Laura Cangemi, Katia De Marco e Alessandra Scali. Faye finalmente si è vendicata di tutti i torti e le angherie subite e anche la sua società, che va a gonfie vele, porta il nome di quello che per eccellenza è un piatto che va servito freddo, e che per molti ha il sapore della liberazione. Nuovi accadimenti però portano l’eroina del libro, che gli appassionati lettori già conoscono, e che è alla sua seconda e decisiva avventura, a tornare nuovamente a Stoccolma, e ad avvalersi della solidarietà femminile. Così… Intrigante.

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“Come la pioggia sul cellofan”

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Ermanno ne ha fatto il centro delle sue fantasie…

Come la pioggia sul cellofan, Grazia Verasani, Marsilio. Torna Giorgia Cantini, l’irresistibile protagonista del cult Quo vadis, baby?: e raramente si hanno, specie, purtroppo, di questi tempi, così incerti, malsicuri, rabbiosi e malati, notizie tanto buone. Investigatrice privata a capo di una piccola e non troppo bene in arnese agenzia ubicata nella cosiddetta e periferica Chinatown di Bologna, Giorgia è appena stata lasciata da Luca Bruni, dirigente della questura nonché capo della squadra omicidi, e quindi è triste e sconsolata e va di bar in bar ubriacandosi. Tra una sbronza e l’altra incontra Furio, cantautore fascinoso che pare avere tutto ma che in realtà vive, a suo dire, una profonda crisi, determinata anche dal fatto di sentirsi vittima della persecuzione da parte di una donna, Adele. Per questo motivo Furio ingaggia Giorgia: la figura di Adele, però, è decisamente sfuggente ed enigmatica, e… Ottimo.

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“La bambina senza sorriso”

2970513di Gabriele Ottaviani

Visto che non ricordi, posso dire quello che mi pare, no?

La bambina senza il sorriso, Antonio Menna, Marsilio. A causa di un disturbo che si porta dietro dalla nascita Chiaretta ride, ma nessuno se ne accorge. La piccola infatti ha nove anni ma il suo cervello, pur brillantissimo sotto molteplici punti di vista, non è in grado di fare in modo che, pur inviando lo stimolo, la sua bocca s’incurvi verso l’alto. In verità però dire che nessuno se ne accorga è una forzatura, perché qualcuno che capisce sempre quello che la sua amata figlioletta sta pensando c’è: Carmine, suo padre. Che un giorno scompare. Senza che alcuno se ne preoccupi. Chiaretta a parte. Che infatti bussa alla porta di Tony Perduto, giornalista precario, per averne notizie. E… Geniale, meraviglioso, emozionante.

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“Un giorno uno di noi”

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Andiamo a vedere dal vivo i cowboy…

Un giorno uno di noi, Giancarlo Pastore, Marsilio. Uno chiede all’altro quale sia la cosa che gli fa più paura, che lo spaventa maggiormente, in assoluto. L’altro risponde: Di essere vivo e che nessuno se ne accorga. Basterebbe questo deflagrante scambio di battute, solo uno in realtà dei numerosissimi che arrivano dritti all’anima e che maestosi campeggiano nelle pagine di questo libro intenso, avvincente, coinvolgente, riuscito, semplice, perfetto, credibile, ricco di livelli di lettura e chiavi d’interpretazione, autentico, empatico, un volume che non è semplicemente, ammesso e non concesso che l’avverbio sia adeguato, il racconto di una tranche de vie, ma un vero e proprio affresco precisissimo della condizione umana, per dimostrare quanto sia pregiato e prezioso il contenuto delle parole di Pastore, che parlano dell’amore, e soprattutto della sua necessità, della sua energia incontrastabile, più forte di tutto, più forte di noi, più forte delle nostre paure, in primo luogo della peggiore, quella di essere felici, di lasciarci andare, di correre il rischio di sembrare bambini indifesi pieni di pudori, insicurezze e ingenuità, di ammettere di essere deboli, fragili, insicuri, imperfetti, fraintendibili, bisognosi di attenzioni. Graziano è giovane, ha una laurea, un lavoro, soffre il caldo di un’afosa estate torinese, vive con un collega d’università, non sa se continuare gli studi, non ha nulla in fondo che lo trattenga all’ombra della Mole, ha amato solo Lucky, il suo cane, che, come spesso capita ai nostri amici pelosi, lo ha accompagnato per un tratto di vita troppo breve, e un giorno incontra Edoardo e, mentre lo serve al tavolo del ristorante, accetta la sua proposta di accompagnarlo come autista per un viaggio negli Stati Uniti, il classico coast to coast. Durante il quale… Una lettura perfetta per il #pridemonth, ma non solo: sempre, e per tutti. Perché che l’amore è tutto è tutto ciò che ne sappiamo.

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“Perché comincio dalla fine”

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Una cosa che ho capito con la convivenza è che dentro ho tantissima cattiveria.

Perché comincio dalla fine, Ginevra Lamberti, Marsilio. Geniale, brillantissimo, ricco di idee, di livelli di lettura e di chiavi di interpretazione, il libro di Ginevra Lamberti prende le mosse dal divano di casa della sua protagonista, che si chiama Ginevra, fa l’affittacamere a Venezia, sogna un gatto che cade dal terrazzo e torna volando con una lettera del nonno, ha amici, passatempi e pregiudizi, come tutti, e la consapevolezza, in fondo, di non avere un posto nel mondo, né da viva né da morta, visto che non ha un loculo dove finire. E invece le sembra che davvero tutti, sin dalla notte dei tempi, abbiano sempre prestato chiara attenzione all’ineluttabile conclusione dell’esistenza, nonostante magari in apparenza la rimuovano. E… Prodigioso, fresco, filosofico.

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“I libri sono come le ciliegie”

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I libri si vendono da soli. Non serve a nulla pubblicizzarli.

I libri sono come le ciliegie – Cesare De Michelis in parole sue, Marco Sassano, Marsilio. Assistente alla regia cinematografica, allievo di Vittore Branca, socialista appassionato, docente prima all’Università di Messina e poi professore di Letteratura italiana all’ateneo di Padova, assessore alla pubblica istruzione a Venezia, Cavaliere del Lavoro e molto altro: soprattutto, editore. Questo è stato Cesare De Michelis, che ha vissuto davvero mille vite, non solo come fanno tutti i lettori, per citare Umberto Eco, secondo il quale chi legge è un giorno assieme a Renzo e Lucia e un altro a braccetto con Leopardi sul colle dell’Infinito: al tempo stesso è stato senza dubbio un grande amante dei libri, dotato inoltre di un talento tale da scoprire, fra gli altri, autori come Nico Orengo, Antonio Debenedetti, Gaetano Cappelli, Susanna Tamaro e Margaret Mazzantini, e che ha lasciato una messe di testimonianze preziosissime. A queste attinge Marco Sassano, a decenni di dichiarazioni, interviste, interventi, colloqui privati e conversazioni pubbliche, restituendone con prosa limpida e dotta un ritratto intimo, profondo, attento, umano, professionale, ricco e interessante.

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“Caterina de’ Medici”

caterina-de-medici_00di Gabriele Ottaviani

D’ora in poi, è «a lei» che bisognerà rivolgersi. E se non si aprirà il Grand Siècle, sarà perché le pulsioni, gli interessi, gli odi si dimostreranno troppo forti, dirompenti, simili a una valanga che trascina con sé tutto quello che trova. Bisogna anche ricordare che la Medici non detiene la legittimità né la potenza assoluta di Luigi XIV. Non è il re, lei; solo una donna e per giunta straniera. Sa bene che l’autorità del sovrano è fragile, che bisogna manovrare in mezzo a diverse fazioni, ciascuna delle quali potrebbe prevalere. Non ha abbastanza robustezza per schiacciarle, per cui deve gestirle e a volte venire a patti. Pur tuttavia, la sua maniera di intendere la regalità, la bravura con la quale si serve dei simboli, della «grande bellezza», del lusso e della magnificenza, il modo di concepire la corte, saranno altrettanti esempi per i sovrani a venire, primo fra i quali proprio il Re Sole. Non viene sottolineato spesso, ma la Francia «sciovinista e nazionalista» di Luigi XIV deve molto a quella «italianizzata» – o meglio, devenue italienne – di Caterina de’ Medici. Nelle lettere alla figlia, ella tiene comunque a ribadire che il potere preteso e ottenuto non è fine a sé stesso, bensì per il bene dei Valois e del regno. «Non pour moy, mais pour servir à la conservation de cet royaume et pour le bien de tous vos frères», «Non per me, ma per servire alla conservazione di questo reame e per il bene di tutti i vostri fratelli». In un’altra missiva, aggiunge che il suo compito è «ristabilire dolcemente tutto quello che la malizia del tempo può aver guastato in questo reame». Chissà come sarà rimasta sorpresa Diane de Poitiers, del mutamento repentino di colei che aveva per tanti anni umiliato e sottovalutato. Quella lontana cugina, alla quale aveva concesso come una grazia, qualche notte, di godere dei favori dello sposo legittimo, e unicamente perché doveva generare un erede…

Caterina de’ Medici – Un’italiana alla conquista della Francia, Alessandra Necci, Marsilio. Docente, avvocato, scrittrice, specializzatasi a Parigi, Alessandra Necci indaga la storia e la politica con attenzione rara e magnifica, dando vita a ritratti particolareggiati, curati, dettagliati, affascinanti, interessanti, impressionanti, mai banali né retorici o agiografici, sempre policromi, caleidoscopici, variegati, approfonditi, articolati, complessi ma mai ostici: sembra di conoscerli di persona, questi personaggi di cui si è solo letto, o visto sullo schermo. Amata, odiata, temuta, donna d’incomparabile ingegno, Caterina de’ Medici rivive in questo volume, inserito nella prestigiosa longlist di quest’anno di una delle più importanti rassegne letterarie italiane, il Premio Comisso, giunto alla trentanovesima edizione, ricchissimo di livelli di lettura e chiavi d’interpretazione. Come l’acqua per chi ha sete…

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“Una giornata nera”

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Ora bisogna chiamare i soccorsi. Forse non è troppo tardi.

Una giornata nera, Aldo Costa, Marsilio. È un disastro, un vero e proprio disastro, da ogni punto di vista. Non si può definire altrimenti quella che doveva essere una breve vacanza, organizzata per ritrovarsi, e nella quale invece niente sta andando per il verso giusto: lui e lei sono sempre più distanti. Per giunta l’afa è insopportabile, la strada corre tortuosa a picco sulla scogliera, non c’è un angolo per fermarsi. D’un tratto una costruzione: parcheggiano, e sperano in un attimo di ristoro. Non sanno che invece stanno per essere catapultati nel bel mezzo di un paradosso escheriano: con maestria sopraffina Aldo Costa tesse un thriller psicologico raffinato, irresistibile, semplicemente, ammesso e non concesso che l’avverbio sia adeguato, perfetto. Monumentale.

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