Libri

“La curiosa avventura del gatto con tre passaporti”

di Gabriele Ottaviani

La curiosa avventura del gatto con tre passaporti, CJ Fentiman, Newton Compton. Quando CJ, anima inquieta che non ha mai messo radici in alcun luogo, riceve la proposta di insegnare in una scuola giapponese, accetta: del resto  si tratta solo di un breve periodo e potrebbe essere l’occasione giusta per mettere da parte un po’ di soldi, che fanno sempre comodo, in attesa di capire cosa fare del proprio futuro e in generale proprio della sua vita. Una volta arrivata scopre però che ad attenderla nell’appartamento messo a disposizione dalla scuola ci sono due tenerissime gatte di cui dovrà prendersi cura, a cui poi si aggiungerà anche un irresistibile micetto randagio dal meraviglioso pelo color argento salvato dalla strada, e… Un incanto di tenerezza, delicato come un fiore di ciliegio, profondo come il mare: da leggere, rileggere, far leggere.

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“Piccole umane debolezze”

di Gabriele Ottaviani

Piccole umane debolezze, Megan Nolan, NN, traduzione di Tiziana Lo Porto. Meraviglioso sin dalla copertina e dal titolo, questo libro che si legge d’un fiato ma fa il nido nel cuore, potentissimo, dirompente, destabilizzante, profondo, dolente, fatto di rinascita, perdono, riscatto, paura, segreti, silenzi, parole, scritto benissimo, è ambientato nella Londra degli anni Novanta del secolo scorso e prende le mosse dalla vicenda di Tom, un giovane e ambiziosissimo giornalista, pronto letteralmente a tutto, e le cose paiono andare esattamente nella direzione che desidera quando una sera si imbatte in uno scoop: in un complesso residenziale in periferia una bambina di tre anni viene ritrovata morta e subito i sospetti si addensano come nubi sulla vita della classica famiglia sbagliata. Ma… Imprescindibile.

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“Il quinto vuoto”

di Gabriele Ottaviani

Il quinto vuoto, Gianni Perrelli, Di Renzo Editore. Giulio Lucchini è un grande pittore che ha un anno residuo di vita a causa di un cancro. Le alternative non sono molte: tentare il tutto per tutto, al di là di ogni probabilità, lasciarsi andare, concentrarsi sulle tele per non morire grazie alla sua arte oppure, ed è questa l’opzione che sceglie, andare alla rincorsa dei momenti felici, avventurandosi oltre ogni limite. Un inno alla vita, un viaggio nelle emozioni, intenso, avvincente, emozionante, mai retorico, con una prosa limpida e piacevolissima: da leggere.

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“Lungomare nostalgia”

di Gabriele Ottaviani

Lungomare nostalgia, Andrea Malabaila, Edizioni Spartaco. Dolcissimo, tenero, delicato, elegante, è una storia di vita, d’amore, di letteratura, di passioni, di comunione d’amorosi sensi, di corrispondenze, testimonianza, memoria, un tributo al potere salvifico delle parole, delle cose che restano, dell’immaginazione, oltre la realtà, evasione e riflessione, alla cura: nonno e nipote hanno una comune passione per i libri, il primo in quanto tipografo linotipista, il secondo come scrittore ed editore. Ma quando Andrea va a trovare l’anziano ricoverato e in fin di vita si rende conto che assieme all’uomo che l’ha visto crescere sta per perdere quella storia che da anni si ripete che deve essere messa nero su bianco, perché smarrirla sarebbe un delitto. Si sa, del resto, quando sei nato non puoi più nasconderti, e quindi non può più indugiare, deve fare i conti con i ricordi, con gli aneddoti singolari e gustosissimi – c’erano una volta lui e Cesare Pavese… – e le vicende semplici, quotidiane, forse perfino, per qualcuno che guarda da fuori e non è coinvolto, estraneo come chi non ama alle lettere che si scambiano due anime allacciate, banali, che compongono i tasselli della vita del nonno, che con la sua storia ha attraversato quella con l’iniziale maiuscola, e che quindi sono straordinarie. Impeccabile e imperdibile.

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“Vita e martirio di Saro Scordia, pescivendolo”

di Gabriele Ottaviani

Vita e martirio di Saro Scordia, pescivendolo, Giorgio Benedetto Scalia, Pessime idee. Finalista, con ogni evidenza con pieno merito, alla trentacinquesima edizione del Premio Calvino. Intenso, avvincente, emozionante, raffinato, surreale, a tal punto da apparire più vera del vero, ricco di livelli di lettura e chiavi d’interpretazione, l’ottimo, solido, gustosissimo e innovativo romanzo di Scalia, giovane palermitano di nascita oramai torinese di adozione, diplomato in Sceneggiatura – e si vede: dal ritmo, dalla fantasia, dalla credibilità delle caratterizzazioni, dalla brillantezza dei dialoghi… – all’Accademia del Cinema di Bologna e alla Scuola Holden, fondatore della rivista Voce del Verbo, i cui testi sono comparsi su molteplici testate, racconta con verve assai piacevole la vicenda di Saro, che vende il pesce alla Vucciria e, tra le varie ossessioni, ne ha una morbosa per i suoi capelli. Quando però una colomba bianca gliene strappa un ciuffo, Saro finisce col perdere tutta la sua chioma nel tentativo di salvarla, neanche fosse la leggendaria Berenice resa immortale dalla poesia ellenistica, ma al contempo scopre sulla sua nuca una voglia con le fattezze di Gesù Cristo. Acclamato dunque come santo, il puro e onesto Saro riesce, pare, a compiere miracoli. Ma… Impeccabile e imperdibile.

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“Senza regole”

di Gabriele Ottaviani

Senza regole – Flawless, Elsie Silver, Newton Compton. Ali Hazelwood Rhett è il campione in carica di bull riding, ha vinto tutti i premi che contano, ha evidentemente un gran coraggio (ce ne vuole, per cavalcare un toro infuriato…) ed è bello, affascinante, scolpito e sexy come un dio: insomma, ha tutto quello che serve per entrare nella storia. Ma, travolto da uno scandalo, il suo agente per tutelarlo e lasciare che si calmino le acque e che tutto sia perdonato e dimenticato, lo affida alla propria inflessibile e insopportabile figlia Summer. Che però è anche terribilmente affascinante, e… Divertente.

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“Storia della mia lingua”

di Gabriele Ottaviani

Storia della mia lingua, Claudia Apablaza, Edicola Edizioni, traduzione di Marta Rota Núñez. Claudia si è appena trasferita in Spagna dal Cile insieme al marito e alla figlia e deve cominciare ad adattarsi non solo a un nuovo spazio da abitare ma anche, e non sarà né facile né indolore, all’apparecchio per i denti che le viene prescritto dall’odontoiatra: la lingua di cui si ritrova quasi per forza di cose dunque costretta a raccontare, come per un’esigenza cui non sa né può né vuole sottrarsi, non è solo quell’idioma che si chiama sempre spagnolo ma che in Europa assume una forma ben diversa, e dunque anch’essa straniante e destabilizzante, varia per sfumature, colori e suoni, da quella per il tramite della quale è abituata a esprimersi in America, ma anche quell’organo che, nella sua bocca, le consente di compiere alcune delle più essenziali azioni del vivere. Potente, metaforico, profondo, avvincente. Da non perdere.

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“Il fantasma del sabato sera”

di Gabriele Ottaviani

Il fantasma del sabato sera – Interviste sulla vita e la musica, Tom Waits, Minimum fax. A cura di Paul Maher jr, traduzione di Claudia Durastanti. Uno dei più grandi artisti della storia delle sette note, da Pomona con furore, cantautore, polistrumentista, attore, mentore, rivoluzionario, punto di riferimento e di ispirazione, si racconta e si fa raccontare, attraverso il filtro delle parole, delle domande e delle risposte, tratteggiando la complessità di un’esistenza che si è riverberata in mille specchi, quelle degli altri in cui ha generato emozioni. Assolutamente imprescindibile.

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“Le radici del male”

di Gabriele Ottaviani

Le radici del male, Maurice G. Dantec, Minimum fax. Traduzione di Luigi Bernardi e Sabina Macchiavelli. A Parigi, a cavallo fra il secondo e il terzo millennio, lo psicopatico Andreas Schaltzmann vive immerso nell’incubo che lo rende del tutto convinto di essere rimasto l’ultimo uomo a combattere al tempo stesso sia i nazisti che gli alieni di Vega. Preda della follia, si difende come può: uccide e si nutre del sangue delle vittime. Altri, però, privi della giustificazione della pazzia, si spingono a emularlo. Quanti sono? Si conoscono? Formano una rete? Qual è il disegno che si nasconde dietro i loro omicidi seriali? Un criminologo sembra essere sul punto di imboccare la strada giusta, ma senza Andreas non potrà andare da nessuna parte, perché soltanto lui sa il segreto delle radici del male e, forse, come estirparle. Deflagrante e sublime, monumentale.

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“Amnesia Moon”

di Gabriele Ottaviani

Amnesia Moon, Jonathan Lethem, Minimum fax. Traduzione di Martina Testa. Dopo la guerra e i bombardamenti Hatfork, nel Wyoming, è devastata dalla fame e popolata di mutanti e Chaos, ossessionato dalla sua capacità di influenzare la realtà coi sogni, incapace di ricordare il passato, tormentato dal presente, vive nella cabina di proiezione del multisala abbandonato, ma quando il tiranno locale, Kellogg, gli rivela che le bombe non sono mai cadute, si imbarca in un rocambolesco viaggio – in compagnia di Melinda, una tredicenne stralunata e ricoperta di pelo – alla scoperta della verità; ma… Visionario, distopico, postapocalittico, simbolico, geniale, travolgente, coinvolgente: impossibile resistergli. E sarebbe un peccato farlo.

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