di Gabriele Ottaviani
Francesca Innocenzi ha scritto Formulario per la presenza: Convenzionali la intervista con gioia per voi.
Da dove nasce Formulario per la presenza?
Formulario per la presenza è una piccola silloge di 25 componimenti in versi, già pubblicati in precedenti raccolte tra il 2007 e il 2019. La silloge è inclusa nella collana Le gemme, curata da Cinzia Marulli; una collezione di quaderni di poesia dedicata ad autori contemporanei scelti, con il proposito di rappresentare una summa della loro poetica. Negli ultimi mesi ho fortemente avvertito l’esigenza di riunire quelle poche liriche che risuonassero tuttora in me, quelle che si potessero, a mio avviso, considerare portatrici di un senso oltre le contingenze che ne avevano determinato la genesi. È nata così l’idea di questo volumetto, il cui titolo, Formulario per la presenza, potrebbe disorientare, data la mancanza di un nesso evidente con i testi, che recano anzi, a più riprese, tracce di assenze, lacune e sparizioni. Eppure proprio queste cadute si sono rivelate tappe obbligate di un percorso, esistenziale e poetico, che mi ha a poco a poco avvicinato alla sostanza delle cose, nell’esercizio al qui e ora, nel cogliere l’unicità di istanti in sé perfetti, nel perseguire un barlume di integrità nella frammentazione interna che sempre ci abita. Questa piccola raccolta è per me un formulario per la presenza, perché ogni verso è una pietra miliare in più verso l’esserci, in me stessa e per me stessa, nel mondo e per il mondo. Vuole essere un esercizio per travalicare la narrazione di un io intrappolato nel dolore, attraversare la parola per approdare nel luogo dove superarla.
Qual è l’essenza del nostro tempo e della nostra società?
Credo si sia decisamente perduto il senso dell’esistere in quanto collettività. Inoltre l’impiego massiccio dei media, dei social in particolare, comporta una particolare percezione delle cose, che nella loro deperibilità estrema vengono immediatamente superate. L’esaltazione dell’immagine priva di contenuto è un aspetto ulteriore di questo affastellamento di stimoli che si susseguono in un tempo incredibilmente breve.
Qual è il ruolo del linguaggio poetico?
Senza dubbio la scrittura poetica ha il compito di raccontare il reale in tutti i suoi cambiamenti e sfaccettature. Nel contempo è fondamentale che mantenga uno stretto legame con l’universo dei simboli e degli archetipi, dal quale l’attitudine al linguaggio dell’immediato rischia di allontanarci. La poesia oggi vuole essere un invito all’ascolto e all’accoglienza, nella riscoperta di modo di vivere il tempo più a misura d’uomo.
Perché scrive?
Scrivere è un esercizio all’esistenza, un richiamo alla presenza. Costruire una narrazione di sé è la premessa del perdono, del lasciare andare. Così si impara a guardarsi. Solo così si avvia un colloquio autentico con il mondo.