Libri

“IlMistero.doc”

misterodi Gabriele Ottaviani

Mi alzai. Andai in bagno e trovai gli occhiali. Li inforcai. Mi guardai allo specchio. Ecco, fin lì tutto a posto. La faccia era la mia, questo lo sapevo. Quindi il problema non ero io. Mi versai il caffè e andai in soggiorno. Un divano, una poltrona, una lampada, un tavolo. Guardai dalla finestra. La casa era piccola. Ce n’era una delle stesse dimensioni sull’altro lato della via. Due file di bungalow modesti, d’anteguerra. Aceri in fiore. Sotto la veranda c’erano una scala posata sul fianco, un rotolo di tela cerata, un tavolino, una scopa, un mucchio di scaglie di vernice di colore chiaro. Il prato era inaridito, giallo. Andai nell’altra stanza. Doveva essere il mio studio. Una scrivania davanti alla finestra. Un computer portatile. Vecchi scaffali di metallo. Libri impilati ovunque. Storia, filosofia, narrativa. Cartoline e vecchie foto attaccate con la calamita agli scaffali. Un disegno da bambini, una specie di mezzo di trasporto arcobaleno – colori accesi e vivi a coprire ogni molecola del foglio – e palline tonde – facce sorridenti. Un vecchio divano verde. Un cuscino nero. Un cestino della spazzatura di metallo, vuoto, a parte qualche pallina di gomma da masticare appiccicata. Una sedia gialla. Mi sedetti. Premetti spazio. Il computer si accese. Lo schermo nero sfarfallò e si aprì un foglio bianco. Non c’era scritto niente.

IlMistero.doc, Matthew McIntosh, Il Saggiatore. Traduzione di Luca Fusari. Al suo secondo romanzo diciassette anni dopo Well, che in Italia è diventato Va tutto bene, Matthew McIntosh torna a fare splendida mostra di sé, certamente non ignaro né inconsapevole della lezione di Infinite Jest, la cui eco punteggia con dolcezza il fluire poderoso del testo, negli scaffali delle librerie con un’opera monumentale e che sfugge completamente anche solo alla semplice ipotesi di catalogazione all’interno dell’ambito di generi conosciuti e riconoscibili, in primo luogo dal punto di vista formale e strutturale, declinando in modo del tutto originale il significativo connubio tra forma e sostanza che sintetizza il gioco di specchi destabilizzante della nostra arrogante società in cui nessun punto di riferimento può essere ritenuto solido e saldo: un giorno un uomo si sveglia. In una casa. Che non riconosce. Tappeti, tende, suppellettili, libri, mobili: niente. Nemmeno osservare dalla finestra il mondo al di fuori lo aiuta in alcuna maniera. Una donna lo chiama amore. Lui non l’ha mai vista prima. Non sa chi sia. Lei lo bacia e se ne va. Lui ha la certezza di non essere mai stato in quel luogo. Sedendosi a una scrivania dove c’è un computer, sul monitor compare un documento, fatto di una sola pagina. Vuota. IlMistero.doc… Straordinario.

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