di Gabriele Ottaviani
L’uomo dal camice nero sollevò disgustato lo sguardo dalla pagina…
Domingo il favoloso, Giovanni Arpino, Minimum fax, postfazione di Darwin Pastorin. Torino, città mistica e misteriosa, bella e altera, vivace e sobria, è la protagonista di quest’opera di una delle più abili e sottovalutate penne della tradizione letteraria italiana, nella quale si inserisce come voce fuori dal coro, non dissonante ma parodica: è questo il secondo, riuscitissimo, episodio della trilogia del fantastico di Arpino, che, come Calvino, Savinio, Malerba, Flaiano e molti altri, celebra, ma con innata originalità, l’incanto nel disincanto, raccontando di un personaggio indimenticabile, scaleno, sbilenco, irregolare sin nei tratti somatici e caratteriali, disposto a difendere a ogni costo la sua unicità dall’omologazione. Imprescindibile.