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“Triangoli imperfetti”

51Jmd2rS4YL._AC_US218_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Se non la lasci mi butto giù dal tetto. Lui non l’aveva lasciata e lei si era buttata giù dal tetto.

Un giorno a Martin Scorsese fu chiesto quale fosse il film di tutta la sua produzione che considerava in assoluto il più violento. Il cineasta rispose senza esitare: L’età dell’innocenza. Che è anche il più bello, a detta di chi scrive, ma questa è un’altra storia (Winona Ryder è semplicemente leggendaria, anche se va detto che tutto il cast funziona come un orologio svizzero). Ed è tratto da uno scritto di Edith Wharton. Che sa essere sublime e feroce come nessun’altra penna nel raccontare i tormenti dell’anima e le sue marchiane ipocrisie. Qui, in Allegria in casa, Atrofia e Il giorno del funerale, tre racconti uno migliore dell’altro, editi da Paginauno a cura di Elena Racca Bruno sotto il titolo Triangoli imperfetti, racconta la più classica delle storie, una coppia e un terzo incomodo. Ma… Imprescindibile.

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