Libri

“Nina sull’argine”

di Gabriele Ottaviani

Arrivi giù e sei quello del Nord, non ti riconoscono più. E quando non ti riconoscono loro finisci per non riconoscerti nemmeno tu…

Nina sull’argine, Veronica Galletta, Minimum fax. Prendendo le mosse dalla propria esperienza personale l’autrice di questo romanzo intenso, avvincente, emozionante, un vero e proprio apologo sulla vulnerabilità, sulla fragilità, sulla condizione umana, sul senso d’inadeguatezza che certe volte e perlopiù immotivatamente può cogliere ognuno di noi soprattutto nel momento in cui sa di essere perfettamente preparato per il compito che lo attende e che gli fa temere di rendere più opaca l’immagine che vuole dare di sé agli altri e che desidera vedere riflessa nel momento in cui si imbatte in uno specchio, temendo di deludere in primo luogo il suo peggior nemico, quello che porta il suo stesso nome e cognome, indaga la vita in tutti i suoi colori. Ma è anche un testo con una lingua brillante e avvolgente che si inserisce in una lunga tradizione di letteratura del lavoro, sul lavoro, per il lavoro e con il lavoro, che racconta una delle dimensioni più importanti dell’essere umano per quel che concerne anche la sua identità e la sua autodeterminazione, la possibilità di essere libero, declinando il tema con originalità: Nina, da professionista dell’ingegneria, in un mondo prettamente maschile, si fa strada faticosamente catapultata in un ambiente che non la appartiene ma che pian piano fa suo. L’incarico è importante, la costruzione di una infrastruttura risolutiva e decisiva, e lei, su quell’argine, luogo-non luogo liminale, di confine, di conflitto e di contatto, impara persino a lasciarsi andare: da leggere.

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