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“Una casa per Mr Biswas”

31NQBD0R9YL._AC_UY218_ML3_di Gabriele Ottaviani

Mai si era sentito così disgustato per colpa sua. Eppure voleva che restasse.

Una casa per Mr Biswas, V. S. Naipaul, Adelphi, traduzione di Franca Cavagnoli. Meritato premio Nobel per la letteratura diciannove anni fa per, stando alla motivazione ufficiale, aver unito una descrizione percettiva a un esame accurato incorruttibile, costringendoci a vedere la presenza di storie soppresse, lo scrittore scomparso a pochi giorni dal suo ottantaseiesimo compleanno, nell’agosto del duemiladiciotto, nato in un villaggio di Trinidad, ai Caraibi, ma naturalizzato britannico, è in assoluto una fra le voci più intense della letteratura contemporanea: nelle raffinatissime pagine di questo romanzo di quasi sessant’anni fa, al tempo stesso satira feroce, allegoria compiutissima, commedia nera e insieme farsa, che comparve sulla scena dell’epoca come una vera e propria rivelazione e una ventata di novità, narra con dovizia di particolari e amplissimo respiro la saga di un uomo che ha involontariamente causato la morte del proprio padre e, nato in una capanna di Trinidad, passa l’esistenza in cerca di una casa, e di espiazione. Monumentale.

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