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“Artigiani dell’immaginario”

61Xlu6pZbwL._AC_UY218_ML3_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Veniva cioè a crearsi l’esigenza di congiungere di nuovo cultura e coltura. Chi erano questi innovatori? Erano ragazzi che le famiglie avevano fatto studiare, ipotizzando per loro un avvenire diverso, lontano dai campi, quasi fosse infruttuoso spingerli contro la corrente. Forse con rammarico, i genitori avevano cercato di dare loro strumenti solidi per dare un indirizzo concreto e protetto a una inevitabile fuga. I ragazzi hanno studiato davvero e hanno viaggiato. Hanno osservato e mangiato cibo preparato in altri modi. Da lontano, hanno visto con occhi liberi la loro terra. Non l’hanno giudicata vuota o in perdita. Quindi sono tornati a casa per lavorare la terra: una scelta di vita, una in mezzo a tante altre di segno contrario. Certo. Eppure, queste esperienze raccontate nella infosfera, hanno travalicato il confine personale, sono apparse ricorrenti, collettive. Sono apparse o il semplice metterle in connessione tra loro è stato sufficiente a dare spessore politico all’esigenza di alcuni? Alcuni particolarmente capaci e sensibili? La ruralità era già il centro di un dibattito critico su come affrontare il presente. Tra noi si era formata man mano una visione: abbiamo immaginato che le terre dell’abbandono e della desolazione, per secoli luoghi di identità, potevano essere di nuovo fondatrici di storie e di civiltà. Chi poteva rifondare? Questa volta i contadini non avrebbero avuto solo tempo, volontà e zappe, ma tecnologia, strategia. Contadini capaci cioè non solo di produrre e conservare, ma anche di narrare. Capaci di eseguire un processo del quale i valori caratterizzanti possono influenzare la contemporaneità. Il Rural Social Innovation System è un modello di economia rurale che riprende il controllo del marketing, del branding e persino della finanza per riorganizzare i processi su base comunitaria, affinché il prodotto materiale torni ad avere valore. Mancava in Italia un incubatore d’impresa rurale che innescasse un rinnovamento del settore agroalimentare. Il desiderio di innovazione in questo campo non trovava le sue motivazioni nella convenienza. Piuttosto scaturiva da un senso di necessità. Così

Artigiani dell’immaginario – Cultura, fiducia e cocreazione, Agostino Riitano, Mimesis. Immaginario è parola bellissima, che fa splendida mostra di sé anche nel titolo del magnifico romanzo per Sellerio della sempre assai brava Simona Baldelli, è un lemma che fa riferimento alla fantasia, che ci fa stare, per citare Flaiano, con i piedi saldamente piantati sulle nuvole, ma al tempo stesso anche alla costruzione di un’identità collettiva, di un territorio comune di dialogo fra individui in cui conoscersi e riconoscersi: in questo ottimo e significativo testo Riitano tesse insieme con la maestria di un creatore d’alta moda storie di persone più o meno celebri che definiscono la trama del sostrato della società, compreso tra la necessità di ricordare e di imparare dal passato e l’anelito verso il futuro. Da non perdere.

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