di Gabriele Ottaviani
I salici dei fiumi, lungo gli argini e i canali, hanno in Giappone questa qualità, irriducibile e perfetta, che Roland Barthes riscontrava sia nelle palme che nella scrittura: la cascata.
Hanafuda – Il gioco dei fiori, Véronique Brindeau, CasadeiLibri. Traduzione di Lorenzo Casadei. Disegno delle carte di Sandra Borderon. Pino, pruno, ciliegio, glicine, iris, peonia, lespedeza, miscanto, crisantemo, acero, salice e paulonia. Una pianta per mese. In Giappone infatti nel sedicesimo secolo è nato un gioco di carte, allegato alla presente pubblicazione, con tanto di regole e istruzioni, davvero singolare. Non ci sono fanti, cavalieri, re o regine, ma piante e fiori, come in un erbario, un’antologia (è proprio il caso di dirlo, vista l’etimologia greca della parola) di suggestioni e riferimenti raffinati e bellissimi. Véronique Brindeau propone al lettore un viaggio all’interno di questo mondo fatto di simboli e allegorie, che induce al divertimento e alla riflessione.