Teatro

“Il gabbiano” torna a volare alto

vascellodi Gabriele Ottaviani

Una parte del parco nella tenuta di Sorin. Il largo viale che conduce dallo spettatore al fondo del parco verso il lago, è sbarrato da un teatrino allestito in fretta per uno spettacolo di famiglia, sicché il lago non è visibile. Cespugli a sinistra e a destra del teatrino. Qualche sedia, un tavolino. Il sole è appena tramontato. Nel teatrino, dietro il sipario abbassato, Jakov ed altri operai; si sente tossire e battere. Maša e Medvedenko entrano da sinistra, tornando da una passeggiata.

MEDVEDENKO Perché sei sempre vestita di nero?

MAŠA È il lutto per la mia vita. Sono infelice.

MEDVEDENKO Perché? (soprappensiero) Non capisco… Sei sana, tuo padre non è ricco, ma non ti fa mancare niente. Per me la vita è ben più dura che per te. Prendo in tutto ventitré rubli al mese, senza contare le trattenute per la pensione, eppure non sono in lutto. (si siedono)

MAŠA Non sono i soldi. Anche un poveraccio può essere felice.

MEDVEDENKO In teoria forse, ma in pratica non è così: io, mia madre, due sorelle, un fratello piccolo, e in tutto ventitré rubli. Bisogna pur mangiare e bere. E il tè e lo zucchero? E il tabacco? Non sai da che parte girarti.

MAŠA (guardando il teatro) Tra poco inizia lo spettacolo.

MEDVEDENKO Già. Reciterà Nina, e la commedia l’ha scritta Kostja. Sono innamorati, oggi le loro anime si fonderanno in un unico slancio creativo. Mentre la mia anima e la tua non hanno nessun punto di contatto. Io ti amo, non riesco a stare a casa dalla voglia di vederti, faccio sei verste al giorno a piedi per venir fin qui e sei per tornare, e non trovo che indifferenza da parte tua. Lo capisco, non ho mezzi, ho una famiglia numerosa… Chi ha voglia di prendersi un uomo che non ha nemmeno da mangiare per sé?

MAŠA Stupidaggini. (fiuta tabacco) Il tuo amore mi commuove ma non posso ricambiarlo, ecco. (gli porge la tabacchiera) Vuoi?

MEDVEDENKO Non ne ho voglia.

Un allestimento originale, non naturalistico, delle musiche molto suggestive, una recitazione che vuole farsi immagine del conflitto che il testo, potente e che davvero non ha bisogno di presentazioni o aggettivi, propone e sublima. La ricerca di un senso, di qualcosa che giustifichi il fallimento, umano e professionale, l’abbandono, la frustrazione, il dolore, l’incomunicabilità, l’ambizione, l’amore, l’unica cosa per cui valga la pena vivere. In scena a Roma, al Teatro Vascello di Monteverde, uno dei grandi luoghi capitolini dell’arte del palcoscenico, torna Il gabbiano di Anton Cechov, per la regia di Fabiana Iacozzilli: nel cast Simone Barraco, Jacopo Maria Bicocchi, Elisa Bongiovanni, Luigi Di Pietro, Francesca Farcomeni, Guglielmo Guidi, Anna Mallamaci, Ramona Nardò, Benjamin Stender e Paolo Zuccari.

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