Teatro

“Saul”

David trono III°Pubblicazione a cura della redazione del comunicato stampa

STAGIONE TEATRALE 2015-2016

Teatro Vascello

sala Giancarlo Nanni

 

Evento Speciale

prosa

2-3-4 Luglio 2015  h 21

SAUL

con

            Stefano Sabelli Saul

            Gregorio De Paola Gionata

            Bianca Mastromonaco Micol

            Giulio Rubinelli David

            Fabrizio Russo Abner

            Pasquale Arteritano Achimelech

 

scene e regia Stefano Sabelli

 

musiche dal vivo a cura del Trio Miele con partiture Klezmer e il Requiem di Mozart

            Angelo Miele bajan

            Alessandro Miele violino

            Maria Miele violoncello

 

costumi Laura Riccardi e Chiara Ravizza

fondale di scena da un’opera di Giovanni Ferroni Tommasi

 

aiuto regista Gianmarco Galuppo – luci Daniele Passeri e Andrea Ziccardi

fonico Vittorio Ziccardi – macchinista Denni Mastroiacovo

service Music Service CB – sartoria e attrezzeria Polvere di Stelle Vasto

foto di scena Mamiphoto di Max Ferrante ufficio stampa Teatro del Loto

distribuzione Elena Romeo

 

“in Saul v’è di tutto, di tutto assolutamente”Vittorio Alfieri

 

A 35 anni dall’ultima edizione allestita su un palcoscenico nazionale – quella di Renzo Giovampietro, del 1980 – la Compagnia del Teatro del LOTO riporta in scena il SAUL di Vittorio Alfieri: la più importante tragedia italiana del ‘700 e probabilmente di tutti i tempi.

 

In una Galilea metafisica e senza tempo, teatro di antiche e nuove tragedie, su una scenografia lignea, imponente, ispirata all’opera di maestri dell’arte contemporanea italiana, come Ceroli e Marotta, rivive il capolavoro in versi del nostro Teatro, nella messa in scena energica e visionaria e nell’interpretazione di vigorosa e superba verità di Stefano Sabelli, affiancato da una gruppo di eccellenti talenti diplomati al Centro Sperimentale di Cinematografia o formatisi nella Scuola Propedeutica d’Arte Scenica del LOTO.

Esempio straordinario di una drammaturgia pura, ritmica e di perenne modernità, l’opera di Alfieri è costruita intorno a un protagonista di poliedrica ed emozionante complessità.

Attraverso il ritmo impetuoso, incalzante dell’endecasillabo e di una recitazione necessariamente intensa e poderosa, la furia risolutiva di un re sconfitto, ma ancora sopraffatto dall’ansia di affermare la sua potenza, cresce e avvince fino alla catarsi finale.

In questa tragedia, che si consuma nell’arco di una giornata (alba, giorno, tramonto e notte) David e gli altri bellissimi personaggi dell’opera, si fanno, per Saul, specchio e simbolo d’ogni umano e contraddittorio sentimento. In tal modo, viene ancor più evidenziata la dolorosa solitudine del vecchio Re d’Israele e quell’ondeggiare tempestoso del suo animo, fra bisogno di affetto e diffidenza, malinconia e ira, fino all’esplosione della follia e dell’estrema libertà del suo sentire e agire, che lo rende così attuale.

L’opera, in cui Alfieri stesso dichiara d’esservi “di tutto, di tutto assolutamente” e che lui medesimo amava interpretare, oggi più di ieri è ancor più necessaria perché in grado di graffiare l’anima d’ogni pubblico, permettendoci di guardare, al contempo, con lucidità e commozione, dentro le nostre miserie e le nostre grandezze.

In questo allestimento, la musica – con partiture Klezmer e il Requiem di Mozart, contemporaneo al Bardo di Asti, eseguite dal vivo dall’eccellente Trio dei fratelli Miele – fa da contrappunto agli endecasillabi di Alfieri, esaltandone la potenza epica e lirica, che rimanda a vecchie e nuove diaspore e intifade. Un tessuto musicale, che fa emergere, con grande efficacia, le molteplici verità di un personaggio straordinario e unico nel Teatro italiano. Per complessità, potenza e modernità, il folle Re alfieriano, avverso al clero e che teme il guardarsi dentro, nulla ha da invidiare ai grandi, folli Re shakespeariani.

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Teatro

“Teatro Vascello – Stagione 2015-2016”

Belletto di Roma Futura foto Orlandi 2Pubblicazione a cura della redazione del comunicato stampa

STAGIONE TEATRALE 2015-2016

Teatro Vascello

sala Giancarlo Nanni

dal 6 al 13 ottobre 2015                                                                                      PROSA

 

Fattore K

VILLA DOLOROSA
Tre compleanni falliti
liberamente tratto da Tre sorelle di Čechov

un nuovo spettacolo di Roberto Rustioni

di Rebekka Kricheldorf
traduzione Alessandra Griffoni
adattamento e regia Roberto Rustioni

con Carolina Cametti, Silvia D’Amico, Gabriele Portoghese, Roberto Rustioni, Federica Santoro
assistente alla regia Gabriele Dino Albanese

in collaborazione con Associazione Olinda Onlus e Cadmo/Le Vie dei Festival

progetto ideato nell’ambito Fabulamundi Playwriting Europe 2014

residenza Carrozzerie n.o.t.

dal 16 al 18 ottobre 2015                                                                                    DANZA

ALDES

ROBERTO CASTELLO / NUOVA PRODUZIONE 2014-2015

p h A L E S S A N D R O C O L A Z Z O

IN GIRUM IMUS NOCTE

(ET CONSUMIMUR IGNI) ( 2 0 1 4 – 2 0 1 5 )

(Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco)

 

di Roberto Castello

interpreti Mariano Nieddu, Stefano Questorio, Giselda Ranieri,

Ilenia Romano/Irene Russolillo

luci, musica, costumi Roberto Castello

costumi realizzati da Sartoria Fiorentina

con il sostegno di MIBACT/Direzione Generale Spettacolo dal vivo, REGIONE TOSCANA/Sistema Regionale dello Spettacolo

dal 28 ottobre al 1° novembre 2015                                                                    DANZA

Enzo Cosimi Danza

SOPRA DI ME IL DILUVIO

 

coreografia di Enzo Cosimi

collaborazione alla coreografia Paola Lattanzi

interprete Paola Lattanzi

video Stefano Galanti

musiche Chris Watson, Petro Loa, Jon Wheeler

fruste sciamaniche Cristian Dorigatti

disegno luci Gianni Staropoli

organizzazione Maria Paola Zedda

in collaborazione con Biennale di Venezia, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, Arteven, Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, Abruzzo Circuito Spettacolo

Premio Danza&Danza 2014 Produzione Italiana dell’anno

Presentato in prima assoluta alla Biennale di Venezia – Danza – 2014.

dal 19 al 22 novembre 2015  Sala Studio                       PROSA – TEATRO SOCIALE

La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello

HAI APPENA APPLAUDITO UN CRIMINALE

 

di e con Daniela Marazita

regia Alessandro Minati

Semi-lettura emozionata dell’intenso racconto dell’esperienza di una donna che sfida il pregiudizio estremo scegliendo di fare teatro in carcere con uomini colpevoli di indicibili reati.

dal 24 al 26 novembre 2015                                            PROSA – TEATRO SOCIALE

Tearca Onlus

noveEtrentatré

 

tratto dal romanzo “Sumino o’falco. Autobiografia di un ergastolano”

regia di Tiziana Sensi

soggetto di Tiziana Sensi e Demetrio Sacco

sceneggiatura di Demetrio Sacco

con Cosimo Rega,  Mariateresa Pascale e gli studenti del D.A.M.S. di ROMA TRE

musiche di Dario Rosciglione

con il Patrocinio di COMUNE di ROMA Assessorato Scuola, Sport, Politiche Giovanili e Partecipazioni/ROMA TRE Università Degli Studi/Dipartimento di Filosofia Comunicazione Spettacolo/Maestri di Strada Onlus

 

4 – 5 – 6 dicembre 2015                                                                                       DANZA

Déjà Donné/Sosta Palmizi

DA DOVE NASCONO LE STELLE

 

creazione di e con Giorgio Rossi e Simone Sandroni

creato e interpretato da Giorgio Rossi e Simone Sandroni

luci Cesare Lavezzoli

costumi a cura di Giorgio Rossi

testi a cura di Simone Sandroni

si ringraziano per la collaborazione Elvira Zuñiga Porras, Erica Archinucci

 

dal 9 dicembre 2015  al  17 gennaio 2016                                                         PROSA

La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello – Fondazione TPE – RezzaMastrella

NUOVO SPETTACOLO

 

di Flavia Mastrella e Antonio Rezza

con Antonio Rezza, Ivan Bellavista e tre performer

(mai) scritto da Antonio Rezza

habitat di Flavia Mastrella

assistente alla creazione Massimo Camilli

disegno luci Mattia Vigo

organizzazione generale Stefania Saltarelli

macchinista Andrea Zanarini

dal 10 al 20 dicembre 2015 Sala Studio                                                             PROSA

Associazione Teatrale Pistoiese

MALEDETTO NEI SECOLI DEI SECOLI L’AMORE

 

dal racconto di Carlo D’Amicis

con Valentina Sperlì

regia Renata Palminiello

scena Tobia Ercolino

luci Emiliano Pona

suono Andrea Giuseppini

dal 22 al 31 gennaio 2016                                                                                  PROSA

Teatro Franco Parenti / Sonia Bergamasco

IL BALLO

 

racconto di scena ideato e interpretato da Sonia Bergamasco

liberamente ispirato a Il ballo di Irène Némirovsky

 

Sonia Bergamasco, Premio Eleonora Duse 2014

dal 4 al 7 febbraio 2016                                                                                      PROSA

Fortebraccio Teatro

UBU ROI

 

di Alfred Jarry

adattamento e regia di Roberto Latini

con Roberto Latini

e con

Savino Paparella, Padre Ubu

Ciro Masella, Madre Ubu

Sebastian Barbalan, Regina Rosmunda/ Zar Alessio

Marco Jackson Vergani, Capitano Bordure/ Orso

Lorenzo Berti, Re Venceslao/ Spettro/ Nobili

Guido Feruglio, Principe Bugrelao

Fabio Bellitti, Palotini/ Orsa/ Messaggero

dal 10 al 14 febbraio 2016                                                                                  DANZA

Balletto di Roma

FUTURA

 

coreografia Milena Zullo

da un’idea di Giampiero Solari

colonna sonora realizzata da Roberto Costa sulle canzoni di Lucio Dalla

scene e costumi Giuseppina Maurizi

light designer Emanuele De Maria

dal 16 al 28 febbraio 2016                                                                                  PROSA

Teatro Metastasio Stabile della Toscana/Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

con la collaborazione di Spoleto58 Festival dei 2Mondi

PORCILE

 

di Pier Paolo Pasolini

regia Valerio Binasco

scene Lorenzo Banci
costumi Sandra Cardini

musiche Arturo Annecchino

luci Roberto Innocenti

 

personaggi e interpreti:

Padre Mauro Malinverno

Madre Valentina Banci

Julian Francesco Borchi

Ida Elisa Cecilia Langone

Hans-Guenther Franco Ravera

Herdhitze Fulvio Cauteruccio

Maracchione Fabio Mascagni

Servitore di casa Pietro d’Elia

dal 2 al 13 marzo 2016                                                                                       PROSA

La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello

DIONYSUS

Il dio nato due volte

 

progetto e regia di Daniele Salvo dalle Baccanti di Euripide

con Manuela Kustermann, Melania Giglio, Daniele Salvo

musiche Marco Podda

luci Valerio Geroldi

dal 15 al 26 marzo 2016                                                                                     PROSA

Il Teatro del Carretto

LE MILLE E UNA NOTTE

 

drammaturgia e regia Maria Grazia Cipriani

scene e costumi Graziano Gregori

dal 29 marzo al 3 aprile 2016                                                                             PROSA

La Fabbrica dell’Attore  Teatro Vascello – Andrea Schiavo

YERMA

 

di Federico Garcia Lorca

traduzione e adattamento Roberto Scarpetti

regia Gianluca Merolli

con Elena Arvigo, Giandomenico Cupaiuolo e Giulia Maulucci

e la partecipazione di Maurizio Rippa

scene e costumi Alessandro Di Cola

musiche originali Luca Longobardi

5 – 6 aprile 2016                                                                                                  DANZA

 

DANCING PARTNERS

An international project for practice interchange and international profiling

compagnie in rete: Thomas Noone Dance (Spagna), Norrdans (Svezia),

Company Chameleon (Inghilterra), Spellbound (Italia)

dal 7 al 17 aprile 2016                                                                                        PROSA

Teatro Franco Parenti

GLI INNAMORATI

 

di Carlo Goldoni

regia Andrèe Ruth Shammah

con Marina Rocco, Matteo De Blasio, Roberto Laureri, Elena Lietti,

Alberto Mancioppi, Silvia Giulia Mendola, Umberto Petranca, Andrea Soffiantini

scene e costumi Gian Maurizio Fercioni

luci Gigi Saccomandi

musiche Michele Tadini

dal 21 aprile al 1° maggio 2016                                                                          PROSA

La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello

PILADE

 

di Pier Paolo Pasolini

regia Daniele Salvo

con Ivan Alovisio, Sara Aprile, Claudia Benassi, Ruggero Cecchi, Simone Ciampi, Michele Costabile, Elio D’Alessandro, Marcella Favilla, Melania Fiore, Selene Gandini, Melania Giglio, Paola Giglio, Alessandro Gorgoni, Piero Grant, Marco Imparato, Francesca Mària, Sara Pallini, Silvia Pietta, Alessandra Salamida

musiche Marco Podda

actor coach Melania Giglio

costumi Nika Campisi, Claudia Montanari

assistenti alla regia Ruggero Cecchi, Alessandro Gorgoni

si ringrazia Fabiana di Marco per la cortese collaborazione

 

dal 5  al 15 maggio 2016                                                                                    PROSA

Teatro Franco Parenti/Jacovacci e Busacca

PEPERONI DIFFICILI

la verità chiede di essere conosciuta

testo e regia di Rosario Lisma

con Anna Della Rosa, Ugo Giacomazzi, Rosario Lisma, Andrea Narsi

scene e costumi Eleonora Rossi

luci Paola Tintinelli e Luigi Biondi

musiche Gipo Gurrado

dal 18 al 22 maggio 2016                                                                                   PROSA

Fortebraccio Teatro

METAMORFOSI

 

da Ovidio

adattamento e regia di Roberto Latini

musiche e suoni Gianluca Misiti

luci e direzione tecnica Max Mugnai

in collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi, Festival Orizzonti, Fondazione Orizzonti d’Arte

 

VASCELLO IN MUSICA

19 ottobre 2015

 

Ass. Cult. Marco Taschler

LANDSCAPES

Un viaggio attraverso i suoni e i colori del mondo

Uno spettacolo musicale di Vincenzo De Filippo, Cesare del Prato e Sergio Cuvato

coro gospel Taschler Voices

ensemble vocale Alcanto Marmediterra 6th

voce e flicorno Vincenzo De Filippo

bajan Pasquale Lancuba

clarinetti Luca Cipriano

chitarre Andrea Filippucci

pianoforte Alessandro Forlini

contrabbasso Paride Furzi

batteria Emanuele Zappia

luci Pasquale Citera

suono Clive Simpson

immagini e grafica Sergio Cuvato

produzione esecutiva Cesare del Prato

direzione e composizione Vincenzo De Filippo

 

 

17 novembre 2015

PAOLO VIVALDI e i SOLISTI DELL’AUGUSTEO

14 dicembre 2015

Ass. Cult. Marco Taschler

A CHRISTMAS GOSPEL CARROL

Liberamente tratto dal racconto “ Canto di Natale” di Charles Dickens

Per voce recitante e coro gospel

Adattamento del testo, musiche originali e arrangiamenti di Federico Benetti

con Charlie Cannon

28 dicembre 2015

Compagnia Diritto & Rovescio

IL SEGRETO DI CHET BAKER

 

di Roberto Cotroneo

voce recitante Massimo Popolizio

musiche eseguite dal vivo da Roberto Cotroneo

cura registica Teresa Pedroni

 

11 gennaio 2016

Ass. LSD  e Controchiave

COSE 8

ROOTS MAGIC & FRIENDS

 

clarinetti Alberto Popolla

sax alto Errico De Fabritiis

contrabbasso Gianfranco Tedeschi

batteria Fabrizio Spera

Ospiti

voce, chitarra Mike Cooper

trombone Tony Cattano

pianoforte, fisarmonica Luca Venitucci

2 febbraio 2016

La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello

GUCCIO !

Uno spettacolo-concerto sull’Opera musicale di Francesco Guccini

 

da un’idea di Giuseppe Gandini e Roberto Manuzzi

con Valentina Bruscoli, Giuseppe Gandini

musica dal vivo Germano Bonaveri, Antonello D’Urso, Roberto Manuzzi

drammaturgia e regia Giuseppe Gandini

con le canzoni di Francesco Guccini

21 marzo 2016

Ass. LSD  e Controchiave

COSE 8

ORCHESTRA DEL 41° PARALLELO

E’ un organico tutto al femminile, nato da un progetto della Provincia di Roma nel 2009, che propone un viaggio musicale ideale attraverso diverse tradizioni popolari del mondo. Le musiche sono arrangiate dal direttore Stefano Scatozza, e da alcune musiciste dell’orchestra. Il repertorio attuale prende spunto dalle tradizioni musicali di alcuni Paesi situati sul 41° parallelo tra cui: Italia Centro-Meridionale, Turchia, Stati Uniti, Grecia, Albania, Armenia, Bulgaria, Macedonia, Portogallo, Spagna. Da circa un anno con l’orchestra collabora la coreografa specialista di danze etniche Paola Stella. “L’Orchestra del 41 parallelo” è anche il titolo di un film documentario di Camilla Tomsich dedicato all’esperienza formativa e ai percorsi individuali delle singole musiciste di questo particolare organico.

L’Orchestra ha all’attivo numerose collaborazioni e concerti con ospiti di eccezione: Rita Marcotulli, Lucilla Galeazzi, Giovanna Marini, Nada, Andrea Satta e i Tetes de Bois, Raffaella Misiti, Javier Girotto.

18 aprile 2015

Ass. Cult. Marco Taschler

ORCHESTRA GIOVANILE DI ROMA

direttore Andrea Cerasa

9 maggio 2016

Ass. Cult. Marco Taschler

LANDSCAPES RELOADED

Un viaggio attraverso i suoni e i colori del mondo

Uno spettacolo musicale di Vincenzo De Filippo, Cesare del Prato e Sergio Cuvato

IL VASCELLO DEI PICCOLI

 

dal 10 al 18 ottobre 2015 

OmenNomen

LA SPADA NELLA ROCCIA la storia di Re Artù

adattamento e regia di Danilo Zuliani

 

 

14-15 novembre 2015  

 

LE STAGIONI DI MICHELINO SENZASONNO

liberamente ispirato alla novella Marcovaldo di Italo Calvino

di Concetta Galluso

 

 

dal 5 al 13 dicembre 2015 

BUBBLES

uno spettacolo di bolle di sapone

di Marco Zoppi

 

dal 19 dicembre  2015 al 6 gennaio 2016 

La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello

LA GABBIANELLA E IL GATTO

di Luis Sepùlveda

regia  Maurizio Lombardi

 

dal 9 al 17 gennaio 2016 

 

Bustric e il Magico PICCOLO PRINCIPE

uno spettacolo di Bustric

dal 30 gennaio  al 6 marzo 2016 

La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello

CENERENTOLA

regia  Maurizio Lombardi

dal 12 marzo al 3 aprile 2016 

La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello

LA BELLA E LA BESTIA

regia  Maurizio Lombardi

 

INFORMAZIONI E BOTTEGHINO

 

 

STAGIONE DI TEATRO E DANZA

Orari:

tutti i giorni ore 21.00   domenica ore 18.00

Biglietteria:

Intero Prosa € 20,00

Ridotto Prosa over 65  € 15,00

Ridotto Prosa studenti € 12,00

Posto unico Danza € 15,00

Posto unico Sala Studio € 10,00

Servizio di prenotazione € 1,00 a biglietto

Abbonamento libero a 10 spettacoli a scelta € 100,00

esclusi i Festival

 

 

 

VASCELLO IN MUSICA

Orari:

ore 21.00

Biglietteria:

Intero € 15,00

Ridotto over 65 e studenti € 12,00

Servizio di prenotazione € 1,00 a biglietto

IL VASCELLO DEI PICCOLI

Orari:

sabato ore 17.00   domenica ore 15.00

 

Biglietteria:

Intero adulti € 10,00

Ridotto bambini € 8,00

Servizio di prenotazione € 1,00 a biglietto

TEATRO VASCELLO

via Giacinto Carini, 78 – 00152 Roma

Tel. 06.5881021/06.5898031

http://www.teatrovascello.it

promozione@teatrovascello.it

 

I FESTIVAL AL TEATRO VASCELLO

una collaborazione attiva per il territorio

18 settembre – 6 ottobre 2015

LE VIE DEI FESTIVAL

Direzione artistica Natalia Di Iorio

Settembre – dicembre 2015

ROMAEUROPA FESTIVAL

Direzione artistica Fabrizio Grifasi

30 settembre – 4 ottobre 2015

RADHOUANE EL MEDDEB MATIAS PILET  ALEXANDRE FOURNIER

Nos limites

22 ottobre – 25 ottobre 2015

ADRIEN M / CLAIRE B

Le mouvement de l’air

10 – 15 novembre 2015

ASCANIO CELESTINI

Laika

19 –  22 novembre 2015

AURÉLIEN BORY

Questcequetudeviens?

28 – 29 novembre 2015

HOTEL PRO FORMA

Laughter in The Dark

1 – 2 dicembre 2015

MUTA IMAGO  HERMES ENSEMBLE

Hyperion di Bruno Maderna

2 – 8 novembre 2015

TEATRI DI VETRO

Direzione artistica Roberta Nicolai

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Teatro

“Mar del Plata”

Isa Barzizza e Caterina Venturini per lo spettacolo  Mar del Plata teatro vascello stagione 20142015_fabio gatto_photarts (26)di Erminio Fischetti

Sono le voci delle nonne e delle madri che hanno perso i loro figli nella dittatura argentina degli anni Settanta, che chiedono giustizia, che vogliono la verità. Scritto e diretto da Caterina Venturini, Mar del Plata (nipote n. 500), andato in scena nella prestigiosa cornice del Teatro Vascello di Roma, ricorda nel suo incipit un altro spettacolo recentemente visto, L’ultimo volo, ma questo viene strutturato diversamente, raccontando sotto forma corale i dolori di quegli anni, soprattutto quelli insoluti di quelle nonne e di quelle madri che ancora devono scoprire una verità che forse non scopriranno mai. Cuore pulsante della storia è Luisita, una nonna che si è vista restituire il corpo mutilato di sua figlia Agnese, ma non quello del suo nipotino, che come la maggior parte dei bambini figli di desaparecidos è stato dato in adozione chissà dove e chissà a chi. Luisita, in un monologo straordinario, alla fine è esausta, la rabbia ha lasciato spazio a un corpo sfinito, ma non per questo incapace di combattere fino all’ultimo respiro. Poi c’è Carmen, che è stata adottata da una coppia che di figli non ne poteva avere, e il cui padre è stato uno di quelli che hanno eseguito, ma hanno guardato dall’altra parte. E c’è Teresa, che durante la prigionia è stata il sollazzo dei soldati, e ora di lei è avanzato solo il corpo, non l’anima, e ha aiutato una compagna di cella a partorire la piccola Aurora, quando partorire significava morire, detenute da un soldato che chiederà perdono e da uno violento e cattivo che farà carriera nascondendo e negando. Isa Barzizza, veterana della scena, della rivista e del cinema (ha esordito con Totò e Macario), classe di ferro millenovecentoventinove, è inossidabile, è regina della scena, capace di mantenerla sorprendentemente, commovente e dura allo stesso tempo. Anche Maurizio Palladino, nelle vesti del crudelissimo Messara, merita una nota di merito, come le madri di Plaza de Mayo, che fanno da coro come in una tragedia di Eschilo. E qui la tragedia c’è tutta, e tutta viene consumata, tra la malinconia e la rabbia.

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Teatro

“La bambina dei fiammiferi”

bambina-dei_fiammiferidi Gabriele Ottaviani

Era l’ultimo giorno dell’anno: faceva molto freddo e cominciava a nevicare. Una povera bambina camminava per la strada con la testa e i piedi nudi. Quando era uscita di casa, aveva ai piedi le pantofole che, però, non aveva potuto tenere per molto tempo, essendo troppo grandi per lei e già troppo usate dalla madre negli anni precedenti. Le pantofole erano così sformate che la bambina le aveva perse attraversando di corsa una strada: una era caduta in un canaletto di scolo dell’acqua, l’altra era stata portata via da un monello. La bambina camminava con i piedi lividi dal freddo. Teneva nel suo vecchio grembiule un gran numero di fiammiferi che non era riuscita a vendere a nessuno perché le strade erano deserte. Per la piccola venditrice era stata una brutta giornata e le sue tasche erano vuote. La bambina aveva molta fame e molto freddo. Sui suoi lunghi capelli biondi cadevano i fiocchi di neve mentre tutte le finestre erano illuminate e i profumi degli arrosti si diffondevano nella strada; era l’ultimo giorno dell’anno e lei non pensava ad altro! Si sedette in un angolo, fra due case. Il freddo l’assaliva sempre più. Non osava ritornarsene a casa senza un soldo, perché il padre l’avrebbe picchiata. Per riscaldarsi le dita congelate, prese un fiammifero dalla scatola e crac! Lo strofinò contro il muro. Si accese una fiamma calda e brillante. Si accese una luce bizzarra, alla bambina sembrò di vedere una stufa di rame luccicante nella quale bruciavano alcuni ceppi. Avvicinò i suoi piedini al fuoco… ma la fiamma si spense e la stufa scomparve. La bambina accese un secondo fiammifero: questa volta la luce fu così intensa che poté immaginare nella casa vicina una tavola ricoperta da una bianca tovaglia sulla quale erano sistemati piatti deliziosi, decorati graziosamente. Un’oca arrosto le strizzò l’occhio e subito si diresse verso di lei. La bambina le tese le mani… ma la visione scomparve quando si spense il fiammifero. Giunse così la notte. “Ancora uno!” disse la bambina. Crac! Appena acceso, s’immaginò di essere vicina ad un albero di Natale. Era ancora più bello di quello che aveva visto l’anno prima nella vetrina di un negozio. Mille candeline brillavano sui suoi rami, illuminando giocattoli meravigliosi. Volle afferrarli… il fiammifero si spense… le fiammelle sembrarono salire in cielo… ma in realtà erano le stelle. Una di loro cadde, tracciando una lunga scia nella notte. La bambina pensò allora alla nonna, che amava tanto, ma che era morta. La vecchia nonna le aveva detto spesso: Quando cade una stella, c’è un’anima che sale in cielo”. La bambina prese un altro fiammifero e lo strofinò sul muro: nella luce le sembrò di vedere la nonna con un lungo grembiule sulla gonna e uno scialle frangiato sulle spalle. Le sorrise con dolcezza…

È il raglio d’un asino il primo suono che si spande nel buio della sala e accoglie a teatro – il prestigioso Vascello di Roma – gli spettatori, grandi e piccini. Di fronte al sipario chiuso, un grosso punto interrogativo. E poi una donna che parla una lingua incomprensibile, un po’ come dovette sembrare il latino di José Arcadio Buendía, legato al tronco di un maestoso castagno, agli abitanti di quella Macondo che lui stesso aveva fondato, come Gabriel García Márquez insegna. Una sequenza ipnotica, una bimba – semplicemente bravissima, l’incantevole Lucia Trasforini -, un pianoforte, candele e specchi che ne moltiplicano la promessa di sogni realizzati, flebili fiammelle di cui solo chi con esse si brucia può capire l’essenza, ma una volta capita non la può più raccontare, un mondo altro da raggiungere dove non c’è più freddo, né sete, né fame, né paura. La Socìetas Raffaello Sanzio di Chiara Guidi mette in scena La bambina dei fiammiferi, liberamente tratto dalla dolentissima fiaba di Hans Christian Andersen: un’operazione raffinata, colta, elegante, complessa, di ricerca, sonora e visiva, allestita attraverso trovate molto interessanti, che spiazza e coinvolge.

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Teatro

“Il ritorno a casa”

Il-ritorno-a-casadi Gabriele Ottaviani

Il testo è potente, doloroso e bellissimo. D’altronde, è Harold Pinter. Drammaturgo, scrittore, poeta, regista, attore, sceneggiatore, premio Nobel. Ed è forse il suo testo più duro, che ha mezzo secolo e non li dimostra affatto, anzi, sembra scritto domani. The homecoming, Il ritorno a casa. Funziona anche nell’interessante traduzione di Alessandra Serra. Una comunità maschile in cui la sola figura femminile è l’elemento perturbante. Personaggi semplicemente sgradevoli, feroci, squallidi. Non c’è amore, non c’è redenzione, non c’è speranza. Solo una miseria piccoloborghese atroce e amarissima. La cornice del Teatro Vascello di Roma è come sempre affascinante, la scena è allestita in modo a dir poco mirabile (tutto l’apparato tecnico – costumi, luci e, per l’appunto, scenografia – è eccellente), appare perfetta per costringere e far sobbollire sempre più imperiosamente al suo interno il coacervo di reazioni esplosive e funeste che Il ritorno a casa manifesta e descrive con precisione chirurgica. Tre lunghe ore, che tutto sommato però volano via. Ma c’è un ma. Grosso come la casa che ospita questi esseri abietti. La decisione registica che lascia a dir poco perplessi di fare di questo testo talmente formidabile che non può che non esaltarsi con l’asciuttezza un virtuosismo di maniera come raramente se ne son visti di così odiosi: la recitazione artefatta e artificiosa fa diventare i personaggi, dalle figure poeticamente e lugubremente disturbanti che dovevano essere, a macchiette insopportabili. Peccato. Per la regia di Peter Stein, con Paolo Graziosi, Alessandro Averone, Elia Schilton, Antonio Tintis, Andrea Nicolini e Arianna Scommegna.

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Teatro

“Siamo tutti in pericolo”

Foto-Pasolini-Schio-006[4]di Gabriele Ottaviani

Pier Paolo Pasolini recita Le ceneri di Gramsci. È la sua inconfondibile voce, che declama le proprie immortali e struggenti parole, i verbi scabri e potenti, a introdurre gli spettatori in una dimensione suggestiva, accogliente come l’acqua di mare. Si scendono le scale che avvicinano al palco della sala Nanni del Teatro Vascello di Roma e dinnanzi al pubblico, al centro, si staglia la figura di un giovanissimo uomo, in piedi, completamente nudo. Rivolge la schiena agli astanti, ma nel corso dello spettacolo si mostrerà anche di fronte, offrendo loro il volto dall’espressione smargiassa oltre al fisico atletico, visione onirica ed erotica che tornerà più volte a punteggiare i tormenti del poeta, figura complessa, dal sonno agitato da immagini di violenza, vera incarnazione, la più precisa possibile, verrebbe da pensare, di quello che Baudelaire diceva essere l’artista, un albatros che sa solo volare, ed è goffo quando è a terra, quando mescola le sue miserie con quelle del mondo, con le esperienze, discusse, discutibili, di cui paga il prezzo in prima persona. Su tutte, quelle che lo vedono incrociare la sua parabola con l’ambiente torbido dei ragazzi di vita. Ma non solo. E le ammette, sincero e pur tuttavia provocatorio. Non nasconde la sua dualità, né se ne fa vanto. Non può eludere la perplessità di fondo che agita chi lo ascolta: anche lui, dunque, è un consumatore, nella società dei consumi, nella realtà vittima dello sfrenato consumismo che ha ucciso la pietas. Al tempo stesso Pasolini è un intellettuale, moderno, lucido, lungimirante: si direbbe addirittura profetico, se l’aggettivo non suonasse così dannatamente retorico. Eppure davvero ha previsto molte cose: persino, si potrebbe pensare, la sua stessa fine. Siamo tutti in pericolo è il titolo della sua ultima intervista, vibrante, dialettica, rilasciata a Furio Colombo: è anche il titolo dello spettacolo ora in scena fino al quindici di marzo, da non perdere. Si diceva dell’atmosfera che accoglie gli spettatori: il poeta è già seduto, di fronte a tutti, alla sua scrivania. Davanti a sé ha una macchina per scrivere e un quotidiano. E le prime pagine delle più celebri testate, L’Unità, Il Mattino, Il Messaggero, il Corriere della sera, compongono il mosaico del pavimento. Quattro sedie, due panche, un letto, un tavolino, una poltrona girevole: tutto sui toni del bianco. Giusto qualche sprazzo di nero, e una goccia di rosso, la copia dell’Espresso che in copertina riporta una falce e un martello, intrecciate insieme a formare un punto interrogativo, simbolo primo d’incertezza. Minimale la scena, non disadorna. Bellissima. Sullo sfondo scorrono le immagini dei protagonisti della storia italiana, politici e intellettuali, con cui Pasolini polemizza: persino con Moravia, che gli dedicherà un elogio funebre che fa ancora venire i brividi a distanza di quarant’anni da quel delitto che, come troppi nel nostro Paese, è rimasto senza verità. Rimprovera loro di parlargli del mare quando sono in montagna, di essere rimasti indietro, retta sghemba rispetto al paese reale, impastoiati in fissità ideologiche oramai insensate, di non vedere quanto la televisione e la scuola diseduchino, anziché formare. Su tutto, le parole, forti, taglienti, evocative, destabilizzanti, prendono fuoco, letteralmente. La regia, ottima, è di Daniele Salvo, le immagini si devono all’Indyca di Torino, le scene e i costumi a Erminia Bassi: sul palco, eccellenti, Gianluigi Fogacci, Raffaele Latagliata e Michele Costabile.

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Teatro

“Carmina Burana”

155947297-422f20f0-7e83-4c75-affc-1ad665333329di Gabriele Ottaviani

La fatica, il sudore, l’impegno, la disciplina, la costanza, la difficoltà, il lavoro, il perenne ed estremo sforzo di spostare l’asticella del limite invalicabile un salto più in là. Qualche volta persino il dolore. Fisico e psicologico. Tutto sparisce di fronte alla bellezza, svapora al cospetto della grazia. Ogni gesto sembra facile e inevitabile, non potrebbe essere altro che quello. Ma provateci voi. Lo spettacolo in scena al Teatro Vascello di Roma è straordinario. I Carmina Burana. In tour nel mondo da anni, rinnovato per l’occasione, fa fare pace col mondo. Il corpo di ballo è formidabile, la musica e i testi, immortali, che non hanno bisogno di presentazione, sono vivificati dalla vigoria e dalla classe, dall’audace e ammaliante commistione di sacro e profano. Evento è parola abusata, ma mai come in questo caso è adatta: e questo è proprio da non perdere. Semplicemente emozionante. Coreografia e regia di Mauro Astolfi, musiche, ça va sans dire, di Carl Off, Antonio Vivaldi I ed Ecce Torbit Probitas, luci di Marco Policastro e scene di Stefano Mazzola: danzano Sofia Barbiero, Fabio Cavallo, Alessandra Chirulli, Maria Cossu, Giovanni La Rocca, Mario Laterza, Gaia Mattioli, Giuliana Mele e Cosmo Sancilio, ossia l’incantevole Spellbound Contemporary Ballet.

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“I giocatori”

I-Giocatori_Jucature_1H-Giuseppe-di-Stefano-(5)-BISdi Gabriele Ottaviani

Un anziano professore che ha dedicato tutta la vita alla matematica perché funziona, con le sue norme, le sue regole, la sua precisa esattezza, per definizione incontrovertibile e non soggetta alla fallacia di una soggettiva interpretazione, ma che ora sta pagando un prezzo alto per un errore grave. Un becchino balbuziente geloso dei racconti della ragazza venuta dall’Est che ricompensa la sua generosità materiale con qualche ora di compagnia. Un barbiere che non è più proprietario del suo salone, e che si sente ospite all’interno del suo matrimonio. Un attore che ha più successo – ed è tutto dire… – come ladro nei supermercati che sulle tavole del palcoscenico, e oscilla fra imbarazzanti vuoti di memoria e il desiderio di una bella scarica di adrenalina. Un algoritmo per vincere al casinò che in realtà non ha mai funzionato, le carte, il brandy dal cattivo sapore e i ricordi di un padre sedimentati tra le vecchie mura di un appartamento: quattro fallimenti incatenati nella loro stessa incompiutezza. Il testo pluripremiato (meritatamente) del giovane catalano Pau Mirò parte da un topos assai comune: riunirsi per giocare, a Barcellona come a Napoli o dovunque, è solo un pretesto. Come in Regalo di Natale di Pupi Avati, con Diego Abatantuono, Gianni Cavina, Alessandro Haber e Carlo Delle Piane, o in Due partite, di Enzo Monteleone, dalla pièce di Cristina Comencini, con Paola Cortellesi, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Margherita Buy, Claudia Pandolfi, Alba Rohrwacher, Valeria Milillo e Carolina Crescentini. Enrico Ianniello (Un passo dal cielo, Habemus Papam…), in libreria con il bellissimo La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin, edito da Feltrinelli, traduce, dirige e recita, insieme a un cast altrettanto in stato di grazia: Tony Laudadio, Luciano Saltarelli e Renato Carpentieri (Puerto Escondido, Caro diario…). In scena a Roma, al Teatro Vascello, dal dodici al quindici e dal diciannove al ventidue di febbraio, I giocatori. Da non perdere.

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“La trilogia dell’attesa”

nildi Gabriele Ottaviani

L’attesa è il tempo lungo, il momento della preparazione, la parentesi che precede l’atto, la svolta, la verità, amara o dolce che sia, il disvelamento, la disillusione. È il viaggio prima della partenza, e sovente è più interessante del percorso stesso, anche, se non soprattutto, quando l’attesa è vana, quando – è ancora un’occupazione, come diceva Pavese: è non aver più nulla da attendere il vero e atroce dramma – è l’unica inutile speranza a cui ci si appiglia per non fare i conti con la propria solitudine, miseria, frustrazione, con l’abbandono, l’assenza, l’incapacità di crescere, di vivere, di saltare oltre il limite. L’attesa è il filo rosso che accomuna le parti della trilogia, dove sono evidentissimi gli echi cinematografici e beckettiani, in scena al Teatro Vascello di Roma: tre atti unici per uno spettacolo che mette in scena tragedie dure e disperate, che si fanno ancora più dolorose perché stride come gesso sulla lavagna il contrasto tra la sostanza e la forma, che viceversa è grottesca, esasperatamente comica. Quando saremo GRANDI!, Hansel e Gretel – Il giorno dopo e soprattutto Aspettando Nil: ruoli difficilissimi, testi, in particolare l’ultimo citato, davvero straordinari, recitati splendidamente, con rara armonia tra gesto, musiche, allestimento e parola, dalla compagine di attori che già in parte di recente ha calcato il medesimo palcoscenico col Gabbiano di Cechov: Marta Meneghetti, Giada Parlanti, Simone BarracoMatteo Latino,
Ramona Nardò, Francesco Zecca
e la formidabile Elisa Bongiovanni.

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“Anselmo e Greta”

CFarina_dynamis-63di Gabriele Ottaviani

Si fa presto a dire storie per bambini. In realtà le fiabe e le favole, spesso e volentieri, sono anche piuttosto crudeli. Perché devono insegnare, mettere in guardia dai pericoli, aiutare a far crescere. E la crescita, si sa, non è certo una passeggiata. Soprattutto se chi dovrebbe proteggerti e starti accanto non può farlo perché un destino crudele gli ha impedito di accompagnarti per un tratto di strada più lungo, e se chi viene dopo più che al turgore del cuore che palpita pensa al gonfiore del portafoglio. E così una madre che non è più viva diventa la strega onnisciente, i bambini sono abbandonati a loro stessi, tra mille impegni e dimenticati, sacrificati sull’altare del consumismo, il fratellastro è il mostro del bosco, ma in realtà il gioco svela che molte sono le cose in comune con i buoni, anzi, è buono lui stesso. Ironico, a tratti duro, sintetico, coinvolgente, appassionante, lirico, non solo perché il personaggio che tiene le fila si esprime in rima, diverte i piccini e fa riflettere i grandi, come dovrebbe essere e come, dopo Saint-Exupéry, non si può dimenticare che sia, a meno di farlo volontariamente. Tra grappoli di palline colorate che piovono addosso, praline di cereali sparse ovunque, carrelli della spesa che sfrecciano sul palco e la musica irresistibile di Cacao meravigliao (piccolo aneddoto, che con tutta probabilità già saprete: ai tempi di Arbore la cantava Paola Cortellesi, allora preadolescente. Lo raccontò da Fazio qualche anno fa: la voce era la mia, disse, ma giustamente facevano vedere la brasiliana bona…), Anselmo e Greta, liberamente ispirato a Hansel e Gretel, la celeberrima fiaba dei fratelli Grimm, è in scena a Roma, al Teatro Vascello, ed è uno spettacolo straordinario. Perché è scritto con penna felice, è pieno di trovate interessanti, e soprattutto è recitato benissimo da Ilaria Bevere, Concetto Calafiore, Filippo Lilli, Dalila Rosa, Francesco Turbanti e Marta Vitalini.

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