di Gabriele Ottaviani
Gay. Ossia gaio, allegro. Cosa ci sia da giubilare però nell’essere discriminati, guardati con sospetto e sufficienza, fatti oggetto di scherno, ritenuti per definizione prede promiscue di insaziabili e indifferenziati impulsi, ben accetti solo se disposti alla composta remissività, come se già non bastasse il fatto di sentirsi sempre e da sempre fuori posto, inadeguati, sbagliati, solo perché i propri sentimenti vanno in una direzione che il resto del mondo reputa fondamentalmente, più o meno apertamente, più o meno consciamente, per lo più indifferentemente un vizio deprecabile, incomprensibile e riprovevole, andrebbe chiesto a chi si è inventato questa definizione. Perché anche il diritto alla spensieratezza, ahimè, purtroppo, per molti ha il sapore amaro della conquista, non è facile né immediato, e non si può né deve dare per scontato. Allegro, non troppo, scritta – benissimo – da Riccardo Pechini con Mariano Lamberti, in scena fino al ventuno di novembre nella splendida cornice romana dell’Off/Off Theatre di via Giulia, dove ieri sera, suggellata dal meritatissimo, scrosciante e interminabile applauso del pubblico al termine della rappresentazione, si è celebrata, dinnanzi al parterre delle grandi occasioni, la prima capitolina di uno spettacolo che da tempo gira, con successo, l’Italia, è una stand up comedy brillante, dura, icastica, emozionante, che, inducendo alla profonda riflessione, mette alla berlina con ironia e autoironia, non lesinando in azzeccatissimi riferimenti alla cultura pop, gli stereotipi, i pregiudizi, l’omofobia, mostro che tutti conosciamo – chi lo nega mente – e dai tanti volti, il più pernicioso dei quali ha l’aspetto di quella, introiettata, che appartiene proprio a numerosi omosessuali, che nella realtà dei fatti sono quanto di più lontano possibile dall’inclusività. Protagonista assoluto, unico attore in scena, mattatore dal talento cristallino che non ha bisogno di presentazioni né conferme, Lorenzo Balducci, in stato di grazia, esplora ogni sfumatura della gamma della recitazione, donandosi al pubblico con eccezionale generosità. Da vedere.