Libri

“Il paese dove non si muore mai”

51rlyRqlQPL._AC_US218_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Sicuramente l’eternità non le sarà troppa.

Il paese dove non si muore mai, Ornela Vorpsi, Minimum fax. È l’Albania della dittatura il paese nel quale non si muore mai, ma al tempo stesso è un altrove, un luogo-non-luogo concretissimo e insieme lirico, incantato, disincantato, fatato, stregato, simbolico, allegorico, quintessenza, sintesi, riassunto, sinossi, summa e distillato di tutte le protervie, i soprusi, le aberrazioni, i culti laicissimi e integralisti, laddove la speranza, raccontata con la delicatezza che si riserva allo scintillio della luce solare sulla spuma del mare, che la riverbera e fa esplodere in mille faville dappertutto, pare un lusso. Le donne sono fortissime, custodi sacre come le vestali romane di una dimensione domestica di cui sono indiscusse, severe e insieme dolci protagoniste che debbono conservare il più a lungo possibile la verginità, e che se vogliono essere libere debbono accettare di diventare come uomini (vergini giurate, per l’appunto), visto che il resto è a loro precluso dalla società maschilista che però vede come una madre generosa e una salvifica nutrice il partito che non compie mai ingiustizie, perché nulla va male, e se un uomo si lamenta che manchino le patate al mercato sparisce, perché è con ogni evidenza un nemico disfattista. Più attuale che mai, è un’opera fatta di personaggi e atmosfere magnifiche e struggenti.

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