di Gabriele Ottaviani
Azor. Alla Berlinale. La coproduzione franco-svizzero-argentina di Andreas Fontana con Stéphanie Cléau e il sempre ottimo Fabrizio Ringione racconta con piglio deciso e ottima resa la vicenda di un banchiere coinvolto nelle turbolenze di tipo politico e non solo connesse alla dittatura militare in Argentina: emozionante, intenso, riuscito.