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“La città degli untori”

41zaay17jTL._SX335_BO1,204,203,200_di Gabriele Ottaviani

Al numero 5 di via San Gregorio è rimasta in piedi l’unica memoria palpabile. Un muro esterno di fattura rinascimentale con sei finestre ingentilite da tendine di pizzo ha retto l’urto dei secoli. Dentro l’edificio ha sede la chiesa russo‑ortodossa di San Nicola, con un’infinità di piccole stanze che avranno ospitato gli appestati e ora sono diventate minuscole cappelle. Danno su un porticato dove un patriarca, forse, la barba bianca, la mitria dorata sul capo dalla forma di un vaso rigonfio, luccicante di pietre incastonate, sta celebrando la divina liturgia domenicale davanti a una ventina di fedeli. Si muove tra icone dal fondo d’oro e recita con lentezza mettendo mano a croci e ostensori lucenti. Sembra lui il redivivo padre Cristoforo che Renzo senza troppa fatica trova appena entra nel Lazzaretto. (Fortunato, poco dopo incontra Lucia e «gli mancarono le ginocchia, gli s’appannò la vista».)

La città degli untori, Corrado Stajano, Il saggiatore. Premio Bagutta dieci anni fa, questo viaggio per i vicoli più angusti, per i meandri più oscuri, per gli angoli più nascosti all’altrui sguardo, e a una luce capace di vivificare, salvare, schiarire, mostrare il reale e dissipare le tenebre del non detto e dell’indicibile, di Milano, la città in cui il Manzoni ambienta la sua simbolica pestilenza e che è pure al tempo stesso la tentacolare metropoli che è stata per l’Italia sia la capitale morale che quella, almeno in una prima fase, essendone il ben rodato e prestante motore produttivo, delle tangenti, quella città da bere che non può nemmeno concepire di fermarsi e di non lavorare, fatte salve poi eccezioni come pandemie che piovono fra capo e collo e, complici anche, verrebbe da pensare, a leggere le cronache, inadempienze di un sistema sanitario che parrebbe aver costruito una fama d’eccellenza su chi comunque poteva disporne avendo di suo i mezzi per permettersela, fanno strage di abitanti, è una significativa esplorazione della storia e della società, condotta con piglio energico da una grande voce narrativa.

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