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“I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani”

I-jeans-di-Bruce-Springsteen-cover-800x1212di Gabriele Ottaviani

Una volta alla settimana faceva il bucato nella lavanderia a gettoni. La lavanderia a gettoni era un buco nero che inghiottiva i suoi effetti personali più intimi e li avviluppava a immondi capi di vestiario che avevano aderito alle membra di loschi sconosciuti. Il calzino mancante era un nome molto in voga tra le lavanderie: la spiritosa trovata di qualcuno che era poi dilagata come una macchia d’olio. Ma lei riteneva che non ci fosse niente da scherzare. Disseminare nel mondo freddo e sporco indumenti che avevano vissuto a stretto contatto con lei, proteggendo la sua pelle e riposando nel lindo tepore dei suoi cassetti, le sembrava ontologicamente sbagliato, uno strisciante indizio della sua mortalità.

Franzen. DeLillo. McCarthy. Smith. Kincais. Díaz. Se li conosciamo, se possiamo leggerli e apprezzarli anche in italiano, se possiamo accostarci alla loro prosa con più facilità di quanta non ci consentirebbe la necessità di padroneggiare pienamente l’inglese lo dobbiamo a lei. Silvia Pareschi. Che fa mille cose e tutte bene, e ha un marito artista e scrittore, Jonathon Keats. Che vive tra le sponde del lago Maggiore, dove è nata, e quelle dell’oceano Pacifico, che lambisce la meraviglia di San Francisco, dove evidentemente anche lei ha lasciato e lascia in continuazione il suo cuore, a voler citare Tony Bennett e una delle canzoni più celebri della storia della musica leggera. E quale terra, se non l’America, si presta alla narrazione del sogno? American dream, del resto, è una locuzione vera e propria, che si basta da sé e ha una sua precisa pienezza di significato, e l’autrice, lontana parsec e parsec anche solo dall’ombra di un luogo comune, ci prende per mano con una prosa di invidiabili souplesse e freschezza, e ci fa viaggiare nel paese più pazzo, folle, affascinante e mitico che ci sia, mostrandoci la crescita sua e della stessa America, la meraviglia della ragazza cui si sostituisce l’ironico e sorridente disincanto della donna. La copertina e le due foto all’interno, poi, sono semplicemente bellissime, il titolo perfetto: I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani, Giunti. Da leggere.

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