Libri

“Guerrilla radio”

cop_sulla cattiva stradadi Gabriele Ottaviani

Tu vuo’ ch’io rinnovelli

disperato dolor che ’l cor mi preme

già pur pensando, pria ch’io ne favelli.

Inferno, Canto XXXIII                                     

Così mi sento io, ogni qualvolta penso e parlo di Vittorio. Ma il disperato dolore si attenua e placa davanti ai volti e ai cuori che accolgono il mio racconto. Viaggio lungo le strade di un’Italia contaminata da egoismi e indifferenza, eppure affollata di un’umanità che aspira a rifiorire e che trova in Vittorio una sorgente alla quale poter attingere. Perché Vittorio, umanissimo, imperfetto come tutti noi, non ha tuttavia esitato a seguire l’impellente voce della sua anima, che lo spingeva alla ricerca del senso del suo essere venuto al mondo, pena l’abdicare alla vita stessa. «Avendo fatto della mia vita una missione laica e civile, dimettermi dalla missione significherebbe dare le dimissioni dalla vita». Perché Vittorio, che non ha mai smesso di inseguire l’Utopia della giustizia e della pace, della fratellanza nell’unica famiglia umana in cui si riconosceva, è speranza, dà forza e sostanza ai nostri sogni, alle Utopie che fatichiamo a cercare di raggiungere. È questa speranza che mi testimoniano le tante persone che incontro nel mio peregrinare e sono felice che siano più di tutto i giovani a riconoscere in lui l’amico, il compagno che ti può affiancare nel viaggio della vita. Un viaggio, un cammino, che Vittorio ha ostinatamente percorso “in direzione ostinata e contraria”, convinto che solo la scelta dei più deboli, dei perseguitati, dei senza voce rendessero la sua una vita degna di essere vissuta. Lo ha fatto con coraggio, determinazione e inflessibilità, tenace nel raccontare senza esitazioni la vita, la morte, le sopraffazioni, le sofferenze condivise nei suoi ultimi anni con i fratelli palestinesi. Vittorio testimone diretto d’ingiustizie, reporter suo malgrado durante il massacro di Piombo Fuso, ci chiede di continuare a raccontare. E anche quest’opera, questa graphic novel, lo fa. Con forti suggestioni, immagini e parole, “Guerrilla Radio” ci accompagna ad incontrare Vittorio nei diversi mondi della sua vita. Così come lui era, pensoso, sdegnato, ironico e irridente, sognatore, poeta e realista. Perseguitato, maltrattato, incarcerato, ma mai domo. Narra il lungo viaggio in luoghi dimenticati dalla nostra indifferente e cinica società; e il suo ultimo, vissuto in una Gaza oltraggiata, bombardata, “prigione a cielo aperto”, eppure anch’essa, come lui, mai doma. Allora grazie a Stefano Piccoli, che mi scriveva «non potevo rimanere insensibile sia al suo grande lavoro di reporting che alla sua natura di attivista e pacifista” e che mi ha persuaso e coinvolto. Dalla sua convinzione e dalla sua bravura è nata quest’opera di graphic journalism che, certamente, avvicinerà Vittorio a nuove vite, raccontando di passione per i diritti umani e di quanto valga la pena dedicarci la propria esistenza. Spero che siano i giovani, in particolare, a lasciarsi coinvolgere dalla storia di Vittorio Guerrilla Radio, ad avvincersi e a voler raccogliere il suo testimone. «Ci sono esistenze più spendibili di altre, la mia è una di queste. Tutto sta nello spenderle per qualcosa d’impagabile, come la lotta per la giustizia, per la libertà. Se posso donare un consiglio è questo: pazientemente ponetevi in ascolto della sincera voce che fuoriesce dal vostro cuore, cercando di contraddirla il meno possibile”. Ecco, in fondo, è tutto qui.

Egidia Beretta Arrigoni, mamma di Vittorio, Vik, Victor, Guerrilla. Settembre 2015

Stefano “S3keno” Piccoli, Guerrilla radio – Vittorio Arrigoni, la possibile utopia, Round Robin. In ricordo di Vittorio Arrigoni e Simone Camilli che Gaza, così avvolgente e così egoista, ha voluto entrambi per sé. Il primo un giornalista, un attivista, uno scrittore, che amava chiudere i suoi articoli scrivendo Restiamo Umani, a sottolineare la necessità di distinguersi dalle belve, di mantenere viva quell’umana solidarietà che ci caratterizza, almeno in teoria. Il secondo un fotoreporter, che ha collaborato con le più importanti testate. Due uomini giovani, belli, sorridenti. Due uomini morti. Uccisi dalla guerra. Perché non ci sono più le trincee e le scarpe di cartone, ma la guerra sì, quella nel mondo c’è sempre. E va testimoniata. Raccontata. Documentata. Incessantemente combattuta con ogni possibile mezzo. E anche se non vi è traccia di polvere da sparo, la cultura è un’arma fondamentale, potentissima. L’istruzione è l’humus della pace, da difendere e propagandare laddove non c’è. Un sogno? Sì. Ma che deve diventare reale. Un’utopia pensare che gli uomini possano volare più in alto dei propri interessi particolari? Forse. Ma non è umano smettere di crederci. Sono tanti i personaggi che si citano in questa graphic novel disegnata benissimo, con tavole evocative e spettrali, d’impatto fortissimo, tante le voci: Mairead Corrigan-Maguire, premio Nobel per la pace, Roberto Saviano, Marco Travaglio, Nelson Mandela, Maso Notarianni, Barbara Schiavulli, Filippo Golia, la cooperante Meri Calvelli, Gabriele Corno, ‘O Zulù dei 99 Posse, Kento, Mirka Garuti, giornalista che ripercorre tutto il percorso delle sedici udienze del processo… Imperdibile.

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