Libri

“Il museo dei pesci morti”

di Gabriele Ottaviani

Il museo dei pesci morti, Charles D’Ambrosio, Minimum fax, traduzione di Martina Testa. Nessuna violenza è più dolorosa e traumatica dell’abbandono, che ha più declinazioni di quante ne sogni la filosofia di Orazio, tra le cose del cielo e della terra: è contro la disperazione, in cerca di sé, del proprio posto nel mondo, di un recupero di autenticità, mentre la mensola dell’anima ha sempre più posti vuoti, che combattono strenui i protagonisti di questi meravigliosi racconti profondamente americani, che si tratti di falegnami sul set di un film porno, puntigliosi riparatori di macchine da scrivere o sceneggiatori di successo finiti in un ospedale psichiatrico. Impeccabile e imperdibile.

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