Libri

“La più piccola”

di Gabriele Ottaviani

Mio padre mi obbliga a mangiare l’agnello il giorno dell’Aïd. Quando esce dalla stanza metto dei pezzetti di carne in tasca. Poi li getto nel water. Tiro l’acqua, sollevata. Grazie, Dio. La vicina del settimo piano si suicida. Mio cugino Farid ne approfitta per rubarle il divano. È una portoghese. Il suo cognome è Pereira. Smetto di rubare a diciassette anni. È mia zia che mi ha insegnato tutto. Al mercato dice di mettere degli elastici per i capelli al polso e di abbassare le maniche lunghe delle magliette. La maggior parte delle volte la cosa passa inosservata, la zia si complimenta dandomi una pacca sulla spalla. Quando mi impanico, dice che sono una behloula, una debole. Andiamo agli ipermercati, beviamo e mangiamo a volontà. Penso di essere dotata. Ma non sono la migliore. Mia zia preferisce Hanane. La maggiore, Dounia, mia zia la detesta. La prende in giro. A volte mio padre la difende. La prima volta che mia sorella Dounia scappa, viviamo ancora da mia zia. Ha sedici anni. La sera mio padre la ritrova alla Défense con due amiche. Sta fumando.

La più piccola, Fatima Daas, Fandango, traduzione di Giorgia Tolfo. Monologo il cui procedere per frammenti regala l’ampiezza e la solennità di un respiro assieme epico e struggente, l’opera di Fatima Daas fa immergere il lettore in un’atmosfera turbinosa e travolgente, nella vita di una donna omosessuale musulmana, unica della sua famiglia a essere nata in Francia, che il padre voleva fosse un maschio e che cerca nella fede approvazione, accettazione, sicurezza, amore: deflagrante.

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