di Gabriele Ottaviani
In un luna park classico ma un po’ male in arnese, tutto zucchero filato, giostre, frastuono e colori pastello, negli anni Cinquanta (al cinema danno Winchester ’73) a Coney Island vivono Ginny, cameriera un po’ sfiorita che ha buttato al vento la sua vita e la carrieruccia d’attrice, il di lei figliolo di primo letto, cinefilo e piromane, e Humpty, vedovo che l’ha salvata, semplice giostraio che quando beve fa disastri. Li raggiunge la figlia di lui, Carolina, ventiseienne che fugge dal gangster che ha sposato sei anni prima e di cui ha spifferato i traffici all’FBI. A raccontare il tutto il giovane, bellissimo e più che prestante bagnino aspirante drammaturgo Mickey, che è stato in guerra nei ranghi della Marina, ha una storia con Ginny e… In sala dal quattordici di dicembre grazie all’ottima Lucky Red, che dolce – pure troppo in certi frangenti… – delizia il nuovo lieve, non perfetto ma niente affatto superficiale Woody Allen, che incontra Tennessee Williams e non solo, ritrova in un compito magistrale lo smalto perso da troppo tempo – degli ultimi lavori si salva in fondo solo quello con Cate Blanchett, ma qui c’è anche una sceneggiatura, i dialoghi guizzano come le platesse che Humpty prende all’amo, hallelujah!!!… -, ha un cast in stato di grazia (Belushi, Temple, Timberlake e Winslet, in particolare, sono proprio bravi) e piace per luci, colori, suoni, costumi, scenografia e molto altro ancora. La ruota delle meraviglie: da vedere.