Teatro

“Il ballo”

BERGAMASCOdi Gabriele Ottaviani

Antoinette ha quattordici anni. Anela l’amore. Quello dei libri. Quello che ai suoi occhi tutti al mondo sembrano avere. Tutti tranne lei. Vorrebbe tanto partecipare al ballo che la madre organizza in casa loro, ora che il lavoro in ambito finanziario del padre finalmente li ha resi ricchi, ma la risposta che ottiene è un inappellabile rifiuto. E così, quando la sorte le fornisce l’occasione propizia, la vendetta matura… Sonia Bergamasco è bravissima in questo spettacolo pluripremiato – un atto unico, da lei ideato, oltre che interpretato, senza una briciola di pausa, allestito in maniera assai suggestiva, quale che sia il punto di vista da cui lo si guarda – che porta in scena al Teatro Vascello di Roma fino al trentuno di gennaio: vibrante, vigorosa, travolgente. Caratterizza con voci e movenze ogni volta diverse, ma sempre fra loro unite da un sentire comune, tutti i personaggi, adulti e non, femminili o meno, che scaturiscono sul palco ispirati dalle figure sbocciate dalla penna felicissima e amara di Irène Némirovsky. La cui scrittura è notoriamente dolorosa, frammentaria, aspra, nervosa, difficile, brillante, claustrofobica, violenta, carica d’odio e di rabbia: Il ballo, opera – che si legge d’un fiato ma logora il cuore a lungo – dell’autrice nativa di Kiev, morta a trentanove anni nel millenovecentoquarantadue ad Auschwitz, è un testo impregnato di temi sofferti e caratteristici della sua produzione. Il senso di inadeguatezza. Il tema dell’identità e quello dell’appartenenza. Il rapporto tragico con le proprie origini, per cui alcuni commentatori in passato hanno persino osato definire la Némirovsky antisemita. La schiavitù delle convenzioni, dei beni materiali, dell’apparenza. La rivalsa e l’ostentazione. I crudeli dispetti, quelli della sorte nei riguardi degli uomini e quelli che gli individui si infliggono reciprocamente. L’incomunicabilità. La superbia. La versione teatrale di una delle più intense attrici italiane è assolutamente da vedere. Affascinante.

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