
di Gabriele Ottaviani
Giuravo che gli avrei dichiarato il mio amore e avrei alimentato il fuoco di ogni giorno. Ma…
Un mattino d’inverno, Philippe Vilain, Gremese. Traduzione di Diana Di Costanzo. Scrittore, saggista, dottore in lettere moderne, autore fra i più amati, premiati, con pieno merito, e degni di nota in Francia e non solo, capace di imprimere un segno decisivo nella storia letteraria contemporanea attraverso le sue prose mai banali e canoniche benché connotate da una scintillante semplicità seducente e gravida di livelli di lettura e chiavi di interpretazione, mediante le quali indaga la caleidoscopica varietà di sfumature del sentimento d’amore, passando attraverso la gelosia, il tradimento, la genitorialità, il senso di colpa e molte altre dinamiche particolarissime e al medesimo tempo universali, perché ognuno si può riconoscere, nelle diverse fasi della propria esistenza, in ciascuna di esse, Vilain con Un mattino d’inverno, folgorante, dà voce al muto deflagrare del vivere in absentia. Si amano infatti, Julie e Dan, e il loro ménage è tranquillo e lineare: finché un giorno lui non svanisce senza l’ombra di un preavviso, e a lei non resta che un incomprensibile, inesprimibile e ingestibile vuoto da affrontare… Maestoso.