A Le Havre mi venivano a prendere il primo giorno, poi la sera mi prestavano la mitica R4 gialla del cantiere (con la sua singolare leva del cambio) per i successivi andirivieni. Ricordo sere e ancora più mattine fredde e nebbiose con gli occhi incollati al parabrezza e alcune soste ristoratrici per un caffè in qualche piccolo e fumoso locale lungo la strada.
Nulla die pubblica, ed è stato selezionato per il Premio Berto, Venticinque paesi cento viaggi di Eugenio Gobbi. Un libro semplice, agile, piacevole. Eugenio Gobbi, anconetano di nascita, ha lavorato per oltre quarant’anni in società internazionali di ingegneria e costruzioni del settore petrolifero e petrolchimico. Ha una scrittura facile a leggersi, e tra un aneddoto e l’altro sembra di essere con lui, come insieme a un amico che ha vissuto molte esperienze, tra l’Italia e l’estero, l’Arabia Saudita, il Canada, la Cecoslovacchia quando ancora si chiamava, come la Iugoslavia, così, la Cina, la Corea del Sud, la Danimarca, l’Egitto, gli Emirati Arabi, la Francia, la Germania, il Giappone, la Grecia, l’India, l’Inghilterra, l’Iran, l’Olanda, la Polonia, il Portogallo, il Qatar, la Russia, la Spagna, la Svezia e gli Stati Uniti dell’alienante ma affascinante Houston e non solo.