di Gabriele Ottaviani
Le audience sono consapevoli della connessione tra un testo e le sue espansioni grazie ai legami intercorrenti tra questi tre elementi. Nel caso degli eventi sportivi leghe e anche singoli club producono testi istituzionali da veicolare sui canali ufficiali, nella stessa finestra temporale in cui gli utenti possono espandere la narrazione secondo i propri orientamenti. Una strategia spesso seguita dai fan consiste nell’appropriarsi di un hashtag ufficiale per criticare in maniera innovativa la narrazione ufficiale (Fast, Örnebring 2015). Nell’era della convergenza digitale, le leghe sportive interessate a sviluppare l’engagement dei fan devono progettare, dunque, una strategia transmediale. Come abbiamo visto, ci sono numerosi fattori che incidono sull’adozione di una strategia protezionistica e restrittiva, oppure una più permissiva e aperta. In ogni caso, come scrive Tussey (2018: 105), nelle possibili alleanze tra leghe e social media è insito un potenziale di democratizzazione del transmedia storytelling sportivo, grazie al quale sempre più i fan possono essere inclusi nelle pratiche di costruzione simbolica. La dialettica tra mainstream e grassroots assume un significato specifico, invece, con riferimento ai grandi eventi sportivi globali, assimilabili a quelle che Dayan e Katz (1994) definivano “grandi cerimonie mediali”, e più recentemente a social media event planetari (Germano, Martelli, Russo 2015). In questo caso, organizzazioni sportive, governi, network televisivi e sponsor tendono a unificare i vari materiali della narrazione transmediale intorno ad alcuni temi: è quanto accaduto, nel 2014, sia ai Mondiali di calcio (Rampazzo Gambarato et al. 2017), sia alle Olimpiadi invernali (Rampazzo Gambarato, Alzamora, Tárcia 2016). Questi network sportivo-mediatico-economici costituiscono la configurazione specifica che assume, per questi eventi, il triangolo SMS. Essi intendono presentare un significato unitario attraverso le piattaforme mediali, contenendo la spinta di narrazioni antagoniste, sviluppate dalle reti spontanee di movimenti, associazioni e singoli cittadini. Anche le narrazioni di protesta sono disseminate transmedialmente, nel tentativo di assicurare la massima indignazione su scala globale…
Luca Bifulco insegna Sociologia e Sociologia dello Sport nel Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, mentre Mario Tirino è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Salerno: insieme analizzano lo sport come elemento narrativo e costitutivo all’interno contemporaneità compiendo l’esegesi, riuscita, approfondita, interessante, sorprendente, nonostante sia evidente a tutti quanto peso possano ricoprire i grandi accadimenti sportivi nelle vicende di una popolazione – si pensi all’effetto benefico sul prodotto interno lordo che si ha quando una squadra nazionale si aggiudica un campionato del mondo, alle lotte senza esclusione di colpi per accaparrarsi l’assegnazione dei giochi olimpici, forieri di appalti milionari, agli sportivi, anche perché la ferrea disciplina rende i corpi attraenti, che sempre più sono richiesti come influencer e testimonial, alla leggenda con molta verità non solo in fondo che vuole che Bartali vincendo il Tour de France nel millenovecentoquarantotto nei giorni dell’attentato a Togliatti abbia con una ventata d’euforia evitato in Italia la guerra civile, e via discorrendo – per il tramite degli strumenti propri delle scienze sociali, che qui trovano insospettabile ma efficace applicazione. Sport e scienze sociali – Fenomeni sportivi tra consumi, media e processi globali, Rogas, è un volume interessante e da leggere.