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“Lo spettacolo”

817lxny3tyL._AC_UY218_ML3_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Non è in pericolo di vita…

Lo spettacolo, Danielle Steel, Sperling & Kupfer, traduzione di Berta Maria Pia Smiths-Jacob. Kaitlin Whittier è una giornalista. È brava. È amata. Le lettrici pendono dalle sue labbra. I suoi consigli sono ascoltati e seguiti. Ha più di cinquant’anni, è appagata. Ha due matrimoni alle spalle, è vero, ma ha soprattutto un bellissimo e amato lavoro e tre adorati figli, ormai adulti e indipendenti – lontani, certo, ma la vita va come vuole, non ci si può far nulla -: inoltre è piena di energie, e non resiste alle nuove sfide. Così, quando incontra una sera a cena da amici il produttore televisivo Zack Winter, si lancia a capofitto in una nuova avventura, scrivere il soggetto per una serie, da mandare in onda sul piccolo schermo, ispirata all’irresistibile figura della sua indomita nonna. Tutto sembra dunque davvero perfetto: ma si sa, tra forma e sostanza, spesso scorre un fiume, e tempestoso… La regina del best seller è tornata, più in forma che mai: da leggere.

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“La regina imperatrice”

711UyQny92L._AC_UY218_ML3_.jpgdi Gabriele Ottaviani

È chiaro che è un riso nervoso, una reazione imbarazzata alla tensione erotica provocata dalla vista di quel corpo nudo e perfetto.

La regina imperatrice, Antonio Caprarica, Sperling & Kupfer. Storico corrispondente Rai da Londra, ironico e acutissimo osservatore di tutto quel che lo circonda, Antonio Caprarica non poteva non dedicarsi con la sua prosa divertente e divertita alla regina per antonomasia, quella Vittoria che ha avuto un gran numero di figli, ha dato il nome a un’era, ha governato per sessantaquattro anni e che, acclamata giovinetta al momento dell’ascesa, ora, nel milleottocentosettanta, si ritrova vedova, depressa, con un erede dissoluto sotto ogni aspetto e circondata da un malcontento sempre più pressante. Come fare in modo che davvero Dio possa salvare la regina? Curato sotto ogni aspetto, piacevole e leggibilissimo.

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“La casa sulla scogliera”

815OcgcS+JL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Mi hai sempre considerata un’intrusa, vero?

La casa sulla scogliera, Emma Rous, Sperling & Kupfer, traduzione di Roberta Zuppet. Seraphine non ha mai conosciuto la madre. Di lei sa solo che poche ore dopo aver partorito lei e il suo gemello Danny si è ammazzata buttandosi dalle scogliere a un tiro di schioppo dalla grande casa di famiglia sulla costa del Norfolk: sono passati venticinque anni da quel momento, è estate, fa caldo, Seraphine ha perso anche il padre e torna nella magione per metterne a posto le cose. Tra cui trova una foto. Che lascia immaginare che forse le cose non siano affatto andate come ha sempre creduto. E… Se tutti i debutti fossero così, il mondo della letteratura sarebbe più felice: una rivelazione che conquista.

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“Il sole è anche una stella”

91AgyTB1sNL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Lo bacio per zittirlo. Se continua a parlare lo amerò, e io non voglio amarlo.

Il sole è anche una stella, Nicola Yoon, Sperling & Kupfer. Traduzione di Federica e Stefania Merani. L’amore muove il sole e le altre stelle, si sa, e questa è senza dubbio una storia d’amore, che racconta il sentimento più importante che ci sia. Il rischio di scivolare nella banalità dunque c’è, ma in questo caso si riesce a evitare agevolmente attraverso una scrittura semplice e niente affatto pretenziosa, alla base anche di una omonima versione filmica: con un mood non a caso per certi versi simile a quello di Noi siamo tutto ci si tuffa con facilità nella storia avvincente di Natasha, che è una ragazza posata che crede nella relazione di causalità, e che mai e poi mai, pertanto, avrebbe immaginato di restare folgorata da un ragazzo incontrato per caso. Eppure…

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“Buio sulla città”

81mMStvmTFL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Leroy si avviò a est e poi a nord, seguendo una cartina dentro la sua testa. Hopper, appoggiato al sedile, guardava la città marcire tutt’intorno. Da qualche parte a est era scoppiato un incendio, segnalato da una colonna di fumo nero che saliva quasi in verticale nell’immobile aria estiva. Nei vicoli laterali il detective vedeva auto abbandonate, persone alla deriva, vite allo stremo. Sentiva il suono di risate, di urla. Osservava gli adolescenti che giocavano a dadi sui marciapiedi, scambiandosi mazzette di banconote alla luce del sole, certi che da quelle parti nessuno sbirro sarebbe arrivato a disturbarli. Uomini e donne anziani spingevano carrelli del supermercato carichi di ciarpame mentre i giovani si facevano di eroina seduti agli angoli delle vie, senza neanche ripararsi in un androne o in un edificio vuoto. A Harlem si fermarono a un semaforo e un’auto della polizia li affiancò sul lato di Hopper. Lui soffocò l’impulso di girarsi. Restò immobile, con gli occhi puntati al semaforo, sentendo addosso lo sguardo degli sbirri. Poi Leroy premette sull’acceleratore e con un sobbalzo la station wagon si rimise in moto. Il detective attese qualche secondo prima di controllare nello specchietto retrovisore. La volante stava svoltando a destra sull’incrocio. A quel punto Hopper si raddrizzò e ruotò il collo contratto. Leroy schioccò la lingua e disse: «Sicuro di essere pronto, amico?» Il detective si girò a guardarlo. Il ragazzo teneva gli occhi fissi sulla strada e agitava il braccio sinistro fuori dal finestrino, disegnando cerchi in aria. Lasciò il volante per cambiare marcia, e di nuovo la macchina sbandò leggermente a sinistra. Hopper tornò a concentrarsi sulla strada. Prontissimo, disse a se stesso, e lo ripeté una seconda volta nella mente prima di rispondere ad alta voce. Leroy non aggiunse altro, ma emise un sibilo tra i denti. Hopper si voltò di nuovo a guardarlo e lo trovò a scuotere piano la testa, facendo oscillare i ricci afro. «E tu lo sei?» lo incalzò.

Buio sulla città, Adam Christopher, Sperling & Kupfer. Traduzione di Elena Cantoni, Andrea Russo e Rachele Salerno. Interpretato da David Harbour, Jim Hopper è senza dubbio uno dei personaggi più amati dal grandissimo pubblico di fan di Stranger things: in questo romanzo scritto con impressionante agilità, che si legge con souplesse e che fa ritrovare a chi segue la serie le sue più riuscite atmosfere in assoluta completezza, è il suo passato il fulcro della narrazione. Siamo nel millenovecentoottantaquattro, è Natale, periodo dell’anno che Hopper detesta. O che quantomeno ha sempre odiato, prima che con lui ci fosse Undici, la sua figlia adottiva cui vuole regalare serenità e protezione. Non sa però che la ragazza ha trovato una scatola e che non gli darà tregua fin quando non le dirà di New York, del suo passato da reduce del Vietnam e… Da leggere.

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“Suspicious minds”

811AG2jl9GL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

«Perché volevi vederci?» domandò Alice senza tanti convenevoli. «Ti è venuta in mente un’idea?» Andrew le diede di gomito. «Puoi scommetterci, sorellina.» Terry parlò a bassa voce. «Forse, ma solo se siete d’accordo. Allora, pensavo… Ipotizzando che io riesca a trovare il modo di accedere all’ala in cui ho incontrato Kali…» «Penso di poterti aiutare», la interruppe Alice. «Ho osservato con attenzione ogni volta che Brenner ha inserito il codice. È nove-cinque-sei-tre-nove-sei. Sempre lo stesso. Probabilmente funziona con tutti i tastierini del laboratorio, per cui dovresti poterlo usare per entrare.» Un momento di silenzio. «Alice», esordì Terry, «non smetti mai di stupirmi. Me lo devi scrivere, però, così lo imparo a memoria.» «Certo.» Alice alzò le spalle, imbarazzata per il complimento. «Mi limito a guardare quello che mi succede intorno, niente di più.» «La fase successiva del piano?» chiese Gloria. «A quel punto, se uno di voi riesce a creare un diversivo, io provo a scovare la bambina per parlarle, sperando che sia ancora lì. Se non la trovo, posso cercare l’ufficio di Brenner e curiosare un po’ in giro. Sappiamo che non possiamo semplicemente smettere di partecipare…» «Ne sei sicura?» La domanda di Andrew toccò un nervo scoperto. «Primo, c’è una bambina che sta prendendo parte a non si sa bene cosa e non abbiamo neanche la certezza che non corra pericoli.» «Secondo», aggiunse Gloria, «non è così facile. Noi tre verremmo cacciati dall’università per scarso rendimento, sempre se ci lasciano andare via e basta.» «Cosa vuol dire ‘se ci lasciano andare via e basta’?» chiese Andrew, indignato.

Suspicious minds, Gwenda Bond, Sperling & Kupfer, traduzione di Andrea Russo. È stata appena rilasciata su Netflix, e sta macinando record su record, la terza stagione di un vero e proprio fenomeno, a prescindere dall’ondata nostalgica e citazionista di revival per gli anni Ottanta del secolo scorso e per tutto quel che ne consegue e che essi, nel bene e nel male, rappresentano: Stranger things, non solo grazie all’immarcescibile Winona Ryder, che finalmente forse sta ritrovando la carriera che merita, è un autentico cult, e questo romanzo ne è il prequel. Siamo infatti a Hawkins, Indiana, nell’anno del Signore millenovecentosessantanove. È estate, e lo scienziato Martin Brenner sta per guidare una sperimentazione su cavie umane finanziata dal governo e avvolta nel più stretto riserbo. Nessuno però sembra essere all’altezza del compito immaginato, a parte una bambina di cinque anni, in possesso di doti a dir poco sorprendenti e con un numero al posto del nome… Per tutti i fan e non soltanto: si legge d’un fiato, avvince e convince.

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“The naked truth”

81z1EiXaNGL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

A che razza di gioco malato stai giocando adesso?

The naked truth, Vi Keeland, Sperling & Kupfer, traduzione di Rosa Prencipe. Layla è di New York. È giovane. È bella. Esercita la professione di avvocato. Ha un nuovo cliente. E le premesse non sono delle migliori. L’uomo infatti non è solo un ex detenuto. È anche il suo ex. Grayson. Affascinante. Pronto a ritornare alla carica, sul lavoro e con lei. Anche perché è un vincente nato, e il reato per cui ha pagato non era colpa sua. Naturalmente Layla non è affatto convinta di volergli dare una seconda possibilità. Altrettanto chiaramente non ci metterà molto a cedere. Così come non ci metterà molto il passato a mettere di nuovo loro i bastoni fra le ruote. Ma… Intrigante e coinvolgente, fresco e facile e piacevole a leggersi.

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“La felicità è un tè con te”

81tgE1s0wuL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Una cosa è calare l’asticella, un’altra è calarsi le braghe.

La felicità è un tè con te, Mamen Sánchez, Sperling & Kupfer, traduzione di Paola Olivieri. Atticus, nome che non può non fissarsi nella mente di chi ama la letteratura con la rassicurante e gentile forza di un riflesso pavloviano, è il giovane rampollo di una delle più prestigiose dinastie dell’industria editoriale britannica: e si è dato alla macchia. Inviato dal padre in Spagna con la sola compagnia di una quantità abnorme di tè Earl Grey e del suo bollitore, ricordando un po’, cambiando quel che dev’essere cambiato, gli italiani con gli spaghetti in valigia, e con lo scopo di porre un freno all’emorragia di perdite che sta provocando al loro bilancio una rivista, scompare d’improvviso nel nulla. Le ultime ad averlo visto sono proprio le ragazze della redazione, e… Dolce, delicato, lieve ma per niente superficiale, grazioso ed elegante: una lettura garbata e piacevole.

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“Fuoco è tutto ciò che siamo”

91n3dNIR+gL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Tutti ci stiamo rovinando la vita…

Fuoco è tutto ciò che siamo, Guido Saraceni, Sperling & Kupfer. Davide suona la chitarra elettrica. Ama il cinema. Gli piace la letteratura. Non frequenta i social. Va a scuola. È di Roma. È all’ultimo anno dello scientifico. Ha degli amici. Ogni tanto gioca a calcetto. Ha una fidanzata. Sta per diventare grande, e solo chi non è ancora arrivato a quell’età può legittimamente ignorare quale terremoto emotivo sia l’adolescenza. Giulio è il figlio di un uomo che, giustamente, gli ha sempre ripetuto che fare il professore di liceo è un gesto di puro autolesionismo: ma ognuno si sceglie la vita che vuole, e Giulio è proprio quello che fa, da anni, ormai, cercando di essere davvero d’aiuto ai suoi studenti, tentando di compiere realmente la sua missione di formatore, ricordando sempre la cosa più importante, ossia che prima che insegnare, dagli studenti bisogna essere disposti a imparare. Così, una mattina, le strade di questi due uomini, più o meno giovani, più o meno insicuri, più o meno imperfetti, straordinariamente autentici, credibili, umani, normali, come due rette con un punto in comune si incontrano, e… Da leggere, rileggere, far leggere.

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“La ballata dei sassi”

91r-fxQ-nRL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Esiste il mal di Lucania, e non scherza…

La ballata dei sassi, Carlos Solito, Sperling & Kupfer. Ettore, con la sola compagnia della macchina da scrivere regalatagli dal nonno, il Grigio, uomo saggio dai passi non tardi né lenti, silenzioso, dopo aver a lungo camminato per Milano, città che gli ha regalato qualcosa di molto simile al successo e alla felicità, decide, a seguito di una notte molto particolare e significativa, di tornare a casa, di ripercorrere in direzione ostinata e contraria le orme sue e di tanti come lui, riprendendo, all’inverso di quanto fecero i viscontiani Rocco e fratelli, la strada per Matera. Anche una donna, però, sotto la luce della luna piena, comincia il suo viaggio: non riesce a dormire, soffre, di fatto, per amore, e questa memorabile ballata di destini incrociati ha il lirico ritmo di un ballo e di un abbraccio, che Solito, con delicatezza, offre a tutti i lettori. Intenso.

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