di Gabriele Ottaviani
«Perché volevi vederci?» domandò Alice senza tanti convenevoli. «Ti è venuta in mente un’idea?» Andrew le diede di gomito. «Puoi scommetterci, sorellina.» Terry parlò a bassa voce. «Forse, ma solo se siete d’accordo. Allora, pensavo… Ipotizzando che io riesca a trovare il modo di accedere all’ala in cui ho incontrato Kali…» «Penso di poterti aiutare», la interruppe Alice. «Ho osservato con attenzione ogni volta che Brenner ha inserito il codice. È nove-cinque-sei-tre-nove-sei. Sempre lo stesso. Probabilmente funziona con tutti i tastierini del laboratorio, per cui dovresti poterlo usare per entrare.» Un momento di silenzio. «Alice», esordì Terry, «non smetti mai di stupirmi. Me lo devi scrivere, però, così lo imparo a memoria.» «Certo.» Alice alzò le spalle, imbarazzata per il complimento. «Mi limito a guardare quello che mi succede intorno, niente di più.» «La fase successiva del piano?» chiese Gloria. «A quel punto, se uno di voi riesce a creare un diversivo, io provo a scovare la bambina per parlarle, sperando che sia ancora lì. Se non la trovo, posso cercare l’ufficio di Brenner e curiosare un po’ in giro. Sappiamo che non possiamo semplicemente smettere di partecipare…» «Ne sei sicura?» La domanda di Andrew toccò un nervo scoperto. «Primo, c’è una bambina che sta prendendo parte a non si sa bene cosa e non abbiamo neanche la certezza che non corra pericoli.» «Secondo», aggiunse Gloria, «non è così facile. Noi tre verremmo cacciati dall’università per scarso rendimento, sempre se ci lasciano andare via e basta.» «Cosa vuol dire ‘se ci lasciano andare via e basta’?» chiese Andrew, indignato.
Suspicious minds, Gwenda Bond, Sperling & Kupfer, traduzione di Andrea Russo. È stata appena rilasciata su Netflix, e sta macinando record su record, la terza stagione di un vero e proprio fenomeno, a prescindere dall’ondata nostalgica e citazionista di revival per gli anni Ottanta del secolo scorso e per tutto quel che ne consegue e che essi, nel bene e nel male, rappresentano: Stranger things, non solo grazie all’immarcescibile Winona Ryder, che finalmente forse sta ritrovando la carriera che merita, è un autentico cult, e questo romanzo ne è il prequel. Siamo infatti a Hawkins, Indiana, nell’anno del Signore millenovecentosessantanove. È estate, e lo scienziato Martin Brenner sta per guidare una sperimentazione su cavie umane finanziata dal governo e avvolta nel più stretto riserbo. Nessuno però sembra essere all’altezza del compito immaginato, a parte una bambina di cinque anni, in possesso di doti a dir poco sorprendenti e con un numero al posto del nome… Per tutti i fan e non soltanto: si legge d’un fiato, avvince e convince.