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“Il tenace concetto”

di Gabriele Ottaviani

Io non gliel’ho mai chiesto, ma credo che se a mio nonno avessero domandato in che posizione stava Huysmans nella classifica degli autori lui lo avrebbe posto – per un usare un’espressione ironica – in lotta per non retrocedere. Eppure, tutto quello che è nell’immaginario di À rebours è in mio nonno. La litografia del Cristo di Redon che mio nonno cita in Todo modo ce l’aveva anche nella stanza da letto, insieme a una di Rouault. E, del resto, rimanendo alle predilezioni del protagonista del romanzo di Huysmans, mio nonno amava Gustave Moreau; e nella casa museo di Moreau, a Parigi, Ferdinando Scianna gli ha scattato una delle sue più belle fotografie, avvinto nei ghirigori della monumentale scala a chiocciola.

Il tenace concetto – Leonardo Sciascia: la letteratura, la conoscenza, l’impegno civile, Fabrizio Catalano, Alfonso Amendola, Ercole Giap Parini, Rogas. Regista, drammaturgo, scrittore, direttore artistico per tre anni del Teatro Regina Margherita di Racalmuto, Fabrizio Catalano ha un nonno straordinario, che se fosse ancora in vita avrebbe compiuto quest’anno un secolo d’età, ricorrenza importante che si prevede dia il la a un gran numero di avvenimenti e celebrazioni che vedranno proprio il suo coordinamento: Leonardo Sciascia, esegeta finissimo, intellettuale formidabile, scrittore dalla vena felice e feconda, uomo niente affatto snob che amava leggere e rileggere e nutriva per l’arte una passione smodata, del quale per il tramite delle parole di suo nipote, intervistato dai curatori del presente e ottimo volume, Alfonso Amendola, professore di Sociologia dell’immaginario nell’Università di Salerno, esperto di sociologia della cultura con particolari attenzioni verso avanguardia, letteratura e digitale, ed Ercole Giap Parini, professore di Sociologia nell’Università della Calabria, appassionato di teoria sociale, di sociologia della scienza e del rapporto tra letteratura e scienze sociali, con particolare attenzione all’uso dei testi letterari nella ricerca sociologica, ma non solo, ogni lettere potrà imparare moltissimo. Da non perdere.

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“Todomodo”

7a7f355ef2f3884559701dfbbfb31d39_w200_h_mw_mh_cs_cx_cy.jpgdi Gabriele Ottaviani

Per lo stesso Sciascia, insomma, pure la ritrovata mafia era un fenomeno ambiguo, come del resto ambigua gli appariva più in generale la Sicilia.

Todomodo – Rivista internazionale di studi sciasciani – Anno IX, 2019, Olschki. Morto trent’anni fa, autore dalla penna formidabile, capace di indagare l’animo umano in tutte le sue più recondite sfaccettature, impegnato politicamente fin sui seggi del parlamento italiano ed europeo, combattente mai domo contro la corruzione e la mafia, Sciascia è figura poliedrica e interessantissima, oggetto di numerosi studi: Olschki, con la consueta cura esemplare, pubblica la nuova edizione della rivista internazionale che indaga, grazie al contributo di esperti intellettuali, l’uomo e il letterato, mantenendo vivo il dibattito. Da non perdere.

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“Todomodo”

b460d7429e4844f2e81e8b91d642488e_w_h_mw_mh_cs_cx_cydi Gabriele Ottaviani

“È sorprendente come un dialetto calcinato d’ironia e di scetticismo (non sguaiato e plebeo come il Belli stesso lo riteneva) d’improvviso si apra alla vena spumeggiante e iridata della poesia di Mario dell’Arco”. Mario dell’Arco, la persona interessata, poté leggere questa frase sulla terza pagina del quotidiano “Sicilia del Popolo”: era il primo dicembre 1949, un giovedì, e la sorpresa dello scrivente trovò il suo reciproco. Dell’Arco ignorava chi fosse quel Leonardo Sciascia capace di cominciare un articolo in modo così assertivo, così sinuoso, così numeroso d’implicazioni. Soltanto il titolo (Un poeta romanesco – Mario dell’Arco) e l’impaginazione (taglio centrale, settima e ottava colonna) erano scialbi; ma questo, semmai, aumentava la sorpresa dell’incontro.

Con scritti di Belpoliti, Dell’Arco, Fontana, Pischedda, Coyaud, Recami, Cavallo, Volpini, Grosser, Giovannetti, Cassata, Mantegna, Macino, Lévy-Leblond, Moliterni, Rigola, Verri, Bonfanti, Graveri, Klein, Sebastiano Gesù, Moliterni, Lombardo, Squillacioti, Guagnini, Migliore, Di Grado, Cavaliere, Curreri, Avellini, Fiscarelli, Graci, Ricorda, Roversi, Spalanca, Scarpa, Raffaeli, Grassi, La Monica, De Iorio, Lo Giudice, Mattioli, Bruni, Donati, Gatta, e ovviamente Sciascia, di cui si aggiorna persino l’archivio dei corrispondenti (per il duemilasedici, anno sesto della rivista di studi sciasciani fondata da Francesco Izzo, si è giunti alla lettera D) e che viene messo in parallelo con Danilo Dolci, Camus, Bernanos e Simenon, arricchito anche, in chiusura, da una splendida e come da tradizione icastica ed efficace vignetta di Forattini, Olschki pubblica un volume fondamentale, giunto appunto alla sua sesta edizione: Todomodo. Per continuare ad approfondire lo studio di una delle figure intellettuali più prestigiose della storia del nostro paese, dimostrando come i grandi classici davvero non finiscano mai di dire quel che hanno da dire, ma che anzi la continua e incessante ricerca, se condotta in modo adeguato, non può che dare straordinari frutti, per il bene della collettività.

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