di Gabriele Ottaviani
Certo che ricordo le notti passate ad ascoltare i Pink Floyd! D’improvviso l’idea che il nostro privato possa circolare liberamente nel pubblico mi dà la nausea. Sono a favore della libera circolazione, ma come scrive Sandro, anche dei piccoli confini che non possono essere varcati. Strappo il foglio e mi metto a impaginare l’articolo successivo. Quella lettera non vedrà mai la luce, penso tra me e me. Ma ‘quando ti dice male, ti mozzicano anche le pecore’ recita un vecchio detto. Nel senso che quando qualcosa deve andare storta, andrà storta e persino un animale docile e innocuo come una pecora contribuisce a distruggere ogni tuo piano. Infatti sono stata vista. Mi si avvicina una donna bionda con i capelli cortissimi e gli occhiali tondi. «Perché hai strappato quella pagina?» «Quale pagina?» provo a dribblare. «Quella con la lettera ad Anna». «Quale lettera?» Mi guarda come mi guarderebbe un pit bull pronto ad attaccare…
Lettere da Omsk, Ornella Sabia, IoScrittore. Annarita lavora piuttosto svogliatamente, non per suo demerito, ma perché il mondo che la circonda non è in fondo altro che un agglomerato di contrapposte tensioni e assenza di stimoli, bigie divisioni e rinnovate cortine di ferro, in una casa editrice, laddove invece il germoglio della cultura dovrebbe far fiorire sempre diverse primavere. La sua esistenza sembra del tutto priva d’ogni colore e barlume di luce e speranza. Succede però che un giorno si imbatta in un manoscritto anonimo: ed è come se le si scoperchiasse davanti un vaso di Pandora pieno non di vizi, ma di virtù. Decide così di partire dall’Italia verso la Siberia, spinta dalla forza di un’emozione che non credeva più nemmeno immaginabile. La letteratura ha una forza indomabile, quella dell’amore, che muove il sole e le altre stelle: Ornella Sabia scrive un romanzo travolgente e bellissimo.