
di Gabriele Ottaviani
Si comprenderà facilmente che l’inferno non poteva però ignorare gli obblighi temporali…
Argomentazione di Linès-Fellow, Jean-Marc Aubert, Prehistorica. Traduzione di Laura Marzi. C’è un po’ di Frankenstein e un po’ dello Zeno di Svevo, oltre che naturalmente della tradizione del teatro dell’assurdo più puro, in questo romanzo godibilissimo, fresco e deliziosamente inquietante che avviluppa l’attenzione del lettore con maestria e che narra la storia di un uomo, un medico, che in prima persona, con accenti deliranti e ossessivo-compulsivi, racconta la vicenda di un suo paziente che, come se lui fosse Pigmalione o un suo epigono, riesce a convincere a cimentarsi nell’impresa di correre una maratona. Peccato che la vittima della manipolazione, concetto di cui questo testo raffinatissimo costituisce un’esegesi finanche filosofica, sia costretta a vivere su una sedia a rotelle… Da non perdere.