Libri

“L’uomo in bianco”

di Gabriele Ottaviani

Era l’amore di Dio, se era vero amore. Doveva esserlo. La bontà è di Dio. Dio è bontà.

L’uomo in bianco – Un romanzo sull’apostolo Paolo, Johnny Cash, Piano B Edizioni. Postfazione di John Carter Cash, traduzione di Alessandra Goti. Racconta una verità incontrovertibile il sottotitolo di questo romanzo, ma parziale: perché certo, si tratta di un romanzo su Paolo di Tarso, ma è anche evidentemente un’autobiografia, verrebbe da dire, più o meno, per interposta persona, di un attore chitarrista e cantautore fra i più significativi del suo tempo e non solo. All’ultimo romanzo Johnny Cash indaga, per Paolo, per sé, per tutti, come la scoperta di Dio, che evidentemente non ha lesinato nell’attribuzione di talenti, abbia significato la salvezza. Monumentale, da non farsi sfuggire.

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Libri

“Everest”

di Gabriele Ottaviani

L’aria era gelida, così fredda, in effetti, che faceva male alla gola respirarla…

Everest – La storia della prima ascesa, Edmund Hillary, Piano B. Traduzione di Andrea Roveda. Ottomilaottocentoquarantotto metri. Quasi nove chilometri. In verticale, a partire dal livello del mare. La montagna per antonomasia, il tetto del mondo, il punto più vicino al cielo, un mito inviolabile, invulnerabile, incontaminato, scalato per la prima volta sessantasette anni fa: questo è il racconto, asciutto, intenso, coinvolgente ed emozionante, di un’impresa, che non è una semplice sfida, ma l’emblema del desiderio di fare sempre del proprio meglio, in ogni situazione. Da leggere.

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Libri

“Da solo nelle terre selvagge”

di Gabriele Ottaviani

Quanto vorrei che Jake potesse essere qui…

Da solo nelle terre selvagge, Richard Proenneke, Sam Keith, Piano B. Traduzione di Carlo Branchini. Prefazione di Nick Offerman. Naturalista, ambientalista, fotografo e scrittore, autodidatta originario dell’Iowa scomparso a ottantasette anni ancora da compiere nel duemilatré che a partire dall’età di cinquantatré anni ha vissuto per più di sei lustri da solo nelle terre selvagge, incontaminate, magnetiche e magnifiche dell’Alaska, nel Lake Clark National Park, in una capanna di tronchi costruita con le proprie mani, Richard Proenneke è l’assoluto protagonista di questo viaggio nella natura e nell’animo dell’essere umano, che si sente padrone dello scibile e dell’universo ma in realtà non è che un granello di polvere di fronte all’immenso, un resoconto assai dettagliato, interessante, istruttivo, appassionante e avvincente, connotato da una messe preziosissima di documenti, istantanee e video che sono anche il sostrato di un celebre documentario: meraviglioso.   

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Libri

“Il mare intorno a noi”

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Attraverso gli indizi forniti dalle carote possiamo visualizzare le fasi interglaciali, corrispondenti a periodi di clima mite, in cui il fondo marino era sovrastato da acqua tiepida e nell’oceano vivevano organismi amanti del calore. Tra l’uno e l’altro di questi periodi il mare si raffreddava, le nubi si accumulavano, le nevi cadevano e sul continente nordamericano le grandi distese di ghiaccio aumentavano e gli iceberg si spostavano verso le coste. I ghiacciai raggiungevano il mare su un’ampia fronte e producevano quindi iceberg a migliaia. Le maestose processioni in lento movimento delle montagne di ghiaccio uscivano dal mare e, a causa del clima rigido di buona parte della terra, si spingevano verso sud più lontano che non gli attuali iceberg, salvo casi fortuiti. Quando finalmente si fondevano, abbandonavano il loro carico di melma, sabbia, ciottoli e frammenti rocciosi che si erano congelati sotto le loro superfici man mano che procedevano nel loro cammino distruttore sopra la terra ferma. In tal modo uno strato di frammenti glaciali ricoprì il solito fango a globigerine, e il ricordo di un’era glaciale rimase scolpito. Poi nuovamente i mari s’intiepidirono, i ghiacciai fusero e si ritrassero e ancora una volta le specie d’acqua calda di globigerine abitarono il mare; vi vissero e morirono e scesero a costruire un altro strato di fango a globigerine, questa volta sopra le argille e le ghiaie provenienti dai ghiacciai. E ancora il ricordo del tepore e della mitezza di clima venne scritto nei sedimenti. Dalle carote di Piggot è stato possibile ricostruire quattro differenti periodi di avanzata dei ghiacci, separati da periodi di clima temperato. È interessante pensare che anche adesso, nel corso della nostra generazione, i fiocchi di una nuova tempesta di neve stanno cadendo, a uno a uno, là sul fondale oceanico. Miliardi di globigerine vengono sospinti verso il basso per dare un’inequivocabile testimonianza che il nostro mondo attuale è nel suo insieme un mondo di clima mite e temperato. Chi leggerà il loro documento tra diecimila anni?

Il mare intorno a noi, Rachel Carson, Piano B edizioni. Traduzione di Gianluigi Mainardi, già usata per l’edizione Einaudi del millenovecentosettantacinque, qui sottoposta a un’ulteriore revisione. Rachel Carson, biologa e zoologa di Springdale, Pennsylvania, vissuta a cavallo fra il millenovecentosette e il millenovecentosessantaquattro, autrice di Primavera silenziosa, che di fatto ha portato alla messa al bando del DDT, interpretata anche sullo schermo e sul palco da Kaiulani Lee, è la madre dell’ambientalismo moderno. È con lei che è nata la coscienza della necessità della tutela dell’unico pianeta che abbiamo. Un pianeta che è fatto di terre emerse, certo, ma anche, anzi, soprattutto, di acqua. E l’oceano è una distesa immensa, una superficie che nasconde tesori preziosi e inimmaginabili: con prosa lirica e dotta, come se fosse un quadro di Turner, Rachel Carson racconta la storia del mare. Appassionante.

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