Libri

“Per Luigi non odio né amore”

di Gabriele Ottaviani

D’improvviso le era parso che nulla più intorno a lei esistesse…

Per Luigi non odio né amore, Gianni Antonio Palumbo, Scatole parlanti. Fano è un commissario, lavora a Candevari, immaginaria località a un tiro di schioppo da Brindisi, Marta è la sua fida collaboratrice, l’anno del Signore in cui si dipanano le vicende è il millenovecentosettantotto, uno dei più complessi della storia recente italiana: Eleonora, amante del giovane insegnante Mattia Landi, svanito d’improvviso nel nulla, è folle, ma non sembra che sia la scomparsa il primo e principale motivo della perdita del lume della ragione da parte sua. Del resto non è l’unico mistero in questa fiaba nera, torbida eppure delicata, sensuale e intrigante, che avvince, convince e sorprende. E… Un giallo coi fiocchi, e molto altro ancora.

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Libri

“A un passo da un mondo perfetto”

img_20190116_084814di Gabriele Ottaviani

E non riusciva a spiegarsi perché le crepe, quando arrivano, non si riesce più a ricacciarle indietro.

A un passo da un mondo perfetto, Daniela Palumbo, Il battello a vapore. La perfezione non è di questo mondo, eppure ci affanniamo per raggiungerla, la desideriamo, la bramiamo, soffriamo se non riusciamo a ottenerla, pensiamo che ci sia necessaria e la cerchiamo spesso con mezzi atroci laddove oltretutto non potremo trovare altro che, anzi, il suo contrario, ma nulla invece ci serve più dell’amore. E l’amore, così come l’amicizia, che ne è forma sublimata e pertanto probabilmente ancora più intensa, indispensabile, vera ed eterna, può palesarsi insospettabilmente dovunque. Montale ricercava nella sua poesia quella breccia che attraverso il muro del dolore esistenziale lasciasse intravedere una scaglia di mare, uno squarcio di sole che lo conducesse lontano, per sentirsi una volta ancora avvolto nella grigiorosea nube dei vent’anni, e non più della genia di chi resta a terra: Daniela Palumbo, scrittrice dalla bella prosa che nove anni fa ha vinto il premio Il Battello a Vapore con Le valigie di Auschwitz, che ha collaborato con Liliana Segre e che, romana, vive da anni a Milano, dove scrive per lo storico mensile della Caritas Ambrosiana, Scarp de’ tenis (quanto manca Enzo Jannacci…), racconta una delicata e potente storia di crepe che lasciano filtrare luce e d’amicizia. Da non perdere.

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