Libri

“Carteggi con Bianconi… Bottazzoni”

di Gabriele Ottaviani

Dio ci conceda la pace…

Ludovico Antonio Muratori. Modenese, anzi, vignolese, per la precisione. A lui nel capoluogo emiliano sono dedicati fra l’altro un liceo, e naturalmente un centro di studi. Prete, numismatico, archivista, bibliotecario, scrittore. Il padre della storiografia italiana, vissuto fra il milleseicentosettantadue e il millesettecentocinquanta. Olschki prosegue la monumentale opera, iniziata trentuno anni fa, a cura di Corrado Viola, di pubblicazione del suo sterminato e preziosissimo carteggio con un nuovo volume che raccoglie oltre settecento missive indirizzate a più di sessanta destinatari, come sempre presentati con accurate note biografiche e in rigoroso ordine alfabetico. Carteggi con Bianconi… Bottazzoni: da non perdere.

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“Il paradigma dell’Accademia”

di Gabriele Ottaviani

Non c’è dubbio che la storiografia sull’università di Siena si avvalga di ottimi contributi…

Il paradigma dell’Accademia – Cultura universitaria e cultura accademica a Firenze dall’unità alla grande guerra, Olschki. Dall’omonimo convegno tenutosi a Firenze sul finire dello scorso gennaio prende il titolo il volume di atti, curato con mirabile acribia da Giustina Manica, ricercatrice in forza al Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Firenze, autrice di monografie e articoli nonché membro del Comitato scientifico della collana Studi e fonti della Società Toscana per la Storia del Risorgimento, della redazione della Rassegna storica toscana e del Comitato scientifico del Centro studi sulla civiltà Toscana, che indaga la centrale rilevanza del paradigma accademico come modello di riferimento per ciò che concerne la libera cultura e ricerca scientifica nella creazione e nella configurazione dell’Università di Firenze, la cui ufficiale data di nascita risale solo, in seguito alla riforma dell’ordinamento universitario d’epoca fascista voluta da Giovanni Gentile, nel millenovecentoventiquattro. Da leggere per conoscere, riflettere e capire.

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“Il romanzo familiare di Pierfrancesco Leopardi”

di Gabriele Ottaviani

La questione sta sempre più prendendo la forma di uno scandalo pubblico…

Il romanzo familiare di Pierfrancesco Leopardi, Olschki. Di Raffaele Urraro, docente e scrittore di San Giuseppe Vesuviano, che, colto e appassionato, ricostruisce con eleganza sopraffina e prosa avvincente e maestosa la storia, su cui il poeta che ha reso noto in ogni angolo del globo il romito borgo di Recanati pare troneggiare con benevola solennità, del fratello minore del cantore dell’Infinito, dei suoi figli, in particolare Giacomo, di cui spicca l’impegno inesausto per la conservazione del patrimonio culturale preziosissimo lasciato dallo zio di cui porta il nome con la sua produzione, e della moglie, Cleofe Ferretti, un personaggio tragico dalla fragilità lacerata dalla relazione terribile, quasi paradigmatica e dolorosissima concreta conferma del classico stereotipo, con Adelaide Antici, la suocera.

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“Comunicare l’infinito”

di Gabriele Ottaviani

Lo Zibaldone ci regala affermazioni emblematiche per dubbio e scetticismo…

Comunicare l’infinito: orizzonti leopardiani, Olschki, a cura di illustri studiosi del calibro di Francesco Berardi, Andrea Lombardinilo e Pierluigi Ortolano. Sempre caro mi fu…: sono passati più di due secoli, ma quel grappolo di endecasillabi sciolti, come tutti i classici, non solo non finisce mai di dire quel che ha da dire, ma anzi determina suggestioni sempre nuove e diverse, interrogativi attuali, pressanti, urgenti, necessari. Una delle liriche in assoluto più celebri della letteratura non solo italiana ed europea, imperniata sul concetto più complesso che la mente umana possa concepire, ovvero quello di un illimitato limite, rifulge esaltata nell’analisi che la indaga dal punto di vista comunicativo, linguistico, filosofico, educativo, filologico, senza trascurare le recenti tecnologie digitali applicate all’indagine testuale.

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“Todomodo”

di Gabriele Ottaviani

Forse nessun autore, neppure tra i grandi e coltissimi giuristi del passato, è riuscito a descrivere l’essenza del giudizio di legittimità demandato alla Corte di Cassazione come Sciascia nelle pagine del Giorno della civetta…

Todomodo – Rivista internazionale di studi sciasciani – Anno X – 2020, Olschki. Morto trentuno anni fa, autore dalla penna formidabile, capace di indagare l’animo umano in tutte le sue più recondite sfaccettature, impegnato politicamente fin sui seggi del parlamento italiano ed europeo, combattente mai domo contro la corruzione e la mafia, Sciascia è figura poliedrica e interessantissima, oggetto di numerosi studi: Olschki, con la consueta cura esemplare, pubblica la nuova edizione della rivista internazionale che indaga, grazie al contributo di esperti intellettuali, l’uomo e il letterato, mantenendo vivo il necessario dibattito. Da non perdere.

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“Liber Abbaci”

di Gabriele Ottaviani

Item mulier mercatrix emit mala 7 pro denario 1 et vendidit 6 pro denario 1, et emit pira 8 pro denario 1 et vendidit 9; et investivit denarios 10 et lucrata fuit denarium 1. Queritur quot investivit in malis et quot in piris. Sic faciendum est, ut ponatur ut illa investiret in malis illos denarios 10, scilicet ut multiplica 7 per 10: erunt mala 70, quorum cum venderet sex pro 1 denario divide ea per 6…

Liber Abbaci, Leonardo Fibonacci, Olschki. Zero, uno, uno, due, tre, cinque, otto, tredici, ventuno, trentaquattro, cinquantacinque, ottantanove, centoquarantaquattro, duecentotrentatré, trecentosettantasette, seicentodieci, novecentoottantasette, millecinquecentonovantasette, duemilacinquecentoottantaquattro, quattromilacentoottantuno, seimilasettecentosessantacinque… si può procedere all’infinito, e del resto i numeri hanno questa caratteristica. Con questa successione, ma non solo, ricca di proprietà, che ha relazioni anche, fra l’altro, con il triangolo di Tartaglia, i coefficienti binomiali,  il teorema di Carmichael e molte altre teorie, che appaiono fumose ma che in realtà hanno un diretto legame col reale (del resto la matematica è il linguaggio della natura, cos’è un broccolo se non un frattale, che ripete la sua omotetia?), il pisano Fibonacci, vissuto a cavallo fra dodicesimo e tredicesimo secolo, è divenuto immortale: Olschki, con la consueta impareggiabile cura, pubblica il suo testo capitale in un’edizione semplicemente monumentale, stampata su carta indiana con impressioni dorate, rilegata in cofanetto in seta, a cura di Enrico Giusti, che è stato anche docente di Analisi Matematica e Storia della Matematica nelle Università di L’Aquila, Trento, Pisa e Firenze, e Paolo D’Alessandro, professore ordinario di Filologia classica a Roma Tre, docente di Codicologia alla Scuola Vaticana di Paleografia, accademico della Pontificia Academia Latinitatis, componente della Commissione Scientifica dell’Edizione Nazionale di F. Maurolico, condirettore delle riviste Latinitas e Res publica litterarum e molto altro ancora, una vera e propria opera d’arte.

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“Depurare le tenebre delli amorosi miei versi”

di Gabriele Ottaviani

Persa la capacità di contemplare il volto divino a causa dell’amore in ordinato, rimane la speranza di recuperare la virtù tramite la universale bellezza di questo mondo sensibile.

Depurare le tenebre delli amorosi miei versi – La lirica di Girolamo Benivieni, Sergio Di Benedetto, Olschki. Intellettuale rinascimentale dalla solida, benché da autodidatta, a causa della salute cagionevole, preparazione classica, vissuto intensamente fra il quindicesimo e il sedicesimo secolo, nato e morto, nonostante abbia assai viaggiato, a Firenze, membro di una famiglia che senza dubbio ha lasciato un segno nella storia culturale della città del giglio, poeta cortigiano, amico del leggendario Pico della Mirandola imitatore del Poliziano e autore soprattutto di poemi religiosi, ecloghe e lodi allegoriche, Benivieni è forse poco noto, allo stato attuale: Di Benedetto, addottoratosi in letteratura e civiltà italiana con una tesi su di lui, oltre a essersi occupato con competenza e perizia, nel tempo, di letteratura rinascimentale, Alessandro Manzoni e narrativa novecentesca e contemporanea (Mario Rigoni Stern, Primo Levi, Andrea Camilleri, Ferruccio Parazzoli), nonché ad aver scritto contributi per varie riviste italiane e svizzere, con cui, come con diversi quotidiani, lavora, colma la lacuna. Da non farsi sfuggire.

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“Nel giardino cinese della Luminosità Perfetta”

di Gabriele Ottaviani

La Cina vanta le più antiche esperienze nelle tecniche della xilografia…

Nel Giardino cinese della Luminosità Perfetta, di Luigi Zangheri, già docente di Storia del giardino e del paesaggio all’Università di Firenze nonché già presidente del Comitato Scientifico Internazionale per i Paesaggi Culturali ICOMOS-IFLA, presidente emerito dell’Accademia delle Arti del Disegno, restauratore e valorizzatore di giardini, parchi storici ed edifici pubblici monumentali in qualità di architetto, responsabile scientifico del progetto della candidatura delle Ville e dei Giardini Medicei nella Lista del Patrimonio Mondiale per la regione Toscana, nonché, fra l’altro, autore di oltre duecentocinquanta pubblicazioni di storia dell’architettura, storia del giardino e del paesaggio e restauro dei monumenti, per Olschki. Danneggiati dalle truppe britanniche e di Napoleone III durante la seconda guerra dell’oppio, i cosiddetti padiglioni europei fatti costruire in tre lunghe fasi dall’imperatore Qianlong, che affidò il compito ai gesuiti nel giardino della luminosità perfetta, sono un’ambiziosa utopia fattasi reale e di cui sono state musealizzate le rovine: Zangheri, con perizia maestosa, prende per mano il lettore e lo conduce in una dimensione surreale e sublime. Da non perdere.

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“Gli spazi del talento”

di Gabriele Ottaviani

Non vi sono ostacoli nel risarcire il manoscritto lacunoso…

Gli spazi del talento – Primizie musicali del giovane Bellini, Maria Rosa De Luca, Olschki. Vita brevissima ma intensa quella di Vincenzo Bellini, che anziano non ha fatto in tempo a diventarlo mai: compositore maiuscolo noto per le sue dieci opere liriche, fra cui spiccano, naturalmente, La sonnambula, Norma e I puritani, è qui indagato con estrema acribia da Maria Rosa De Luca, che insegna Storia e Storiografia della musica nel Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, dirige la Fondazione Bellini, fa parte del Comitato scientifico del Centro Studi belliniani ed è condirettrice del Bollettino di Studi bellini ani, nonché, fra l’altro, curatrice degli Atti del convegno di diciannove anni fa alla Sorbona Vincenzo Bellini et la France: histoire, création et réception de l’œuvre, autrice di Musica e cultura urbana nel Settecento a Catania e curatrice dell’edizione critica dei Mottetti sacri di Alessandro Scarlatti e dei Lilia campi di Domenico Campisi. Da leggere: per conoscere, comprendere, capire, imparare.

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“All’ombra del vulcano”

di Gabriele Ottaviani

Ogni parola è un bacio per tutti. Il vostro spirito sia con me. W Fiume!

All’ombra del vulcano – Il Futurismo in Sicilia e l’Etna di Marinetti, Andrea G. G. Parasiliti, Olschki. Scrittore, poeta, drammaturgo, militare, a lui si deve l’unica avanguardia che sia mai esistita in Italia, il futurismo, che voleva uccidere il chiaro di luna, bruciare le biblioteche, credeva nel potere rinnovatore della guerra, che avrebbe abbattuto tutto il vecchiume, e nel mito della velocità: quale emblema più significativo, pertanto, di un vulcano, che zampilla e fiammeggia, erode e consuma e lascia dietro di sé una scia viscosa che, solidificandosi, dà vita a un nuovo inizio, pietra che può diventare sostrato e testata d’angolo? Parasiliti dà alle stampe un volume dotto ed elegantissimo, che divulga e conquista. Da non perdere.

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