di Gabriele Ottaviani
“Mi dica, agente”, dissi, cercando di fare un movimento con lo sguardo che gli consentisse di comprendere le mie intenzioni. L’agente, purtroppo, mi chiamò per nome. Sorridendo, disse: “E che hai fatto, hai cambiato nome?”». «Vi conosceva?». «Ovviamente. Come vi dicevo prima, quando si vive in un paese, tutti sanno tutto, eccetera». «Cosa accadde?». «Che mia moglie capì al volo la situazione, e urlandomi “sbirro!” estrasse la pistola con la quale fece fuoco prima verso di me, poi verso il poliziotto che mi aveva chiesto i documenti, centrandolo in testa. Ferito, riuscii a disarmarla ma per errore partì un colpo a bruciapelo che le squarciò lo stomaco. Il resto, è inutile raccontarvelo». «Tornaste a casa?». «Sconfitto e deriso, avevo gettato anni della mia vita, un amore profondo e un grosso pezzo di dignità per non cavare un ragno dal buco. Avevo assistito a cose orrende. Avevo sposato la figlia di un boss. Non avevo ottenuto informazioni utili facendo di fatto fallire la missione. Fui assegnato a un programma di protezione che mi consentì di sparire per un po’ e far perdere le mie tracce. Finché non tornai a casa, qui, nell’antica Kaulon». «E la vostra donna?». «Era diventata la donna di un altro, moglie premurosa di tre bambini.
Carlo Minervini, ComeTe, Falco. Una storia che ne racchiude altre, tante altre. Un viaggio, un percorso, un attraversamento dei meandri più oscuri dell’anima, e soprattutto della memoria, attraverso sequenze ipnotiche, oniriche, che si fanno simbolo di una inquietudine totale, di uno straniamento che appartiene all’uomo nella convulsa, contorta, complicata e irrisolta dimensione contemporanea. Carlo Minervini, giornalista, cultore della materia in Letteratura italiana presso l’Università della Calabria, docente, autore e conduttore televisivo, scrive un’opera articolata e complessa, comunque leggibilissima e di indubbio interesse, che narra di un collezionista di luoghi, per cui la bellezza è la più valida arma per la sopravvivenza e al tempo stesso la causa del suo malessere.