Libri

“Basilio”

5bf9ba9dc77a30cd955622cc78b6d44d.jpgdi Gabriele Ottaviani

«Vabbè, ma che cazzo vuoi» disse soltanto, con un volume tale che chi già si era accorto della situazione non ebbe difficoltà a sentirlo. «Oh senti stronzo, bisogna che la fai finita!» gli urlò allora addosso quest’altro con la faccia da cazzo, arrivato dal gruppetto intorno alla ragazza. Con una mano gli agitava l’indice davanti e con l’altra lo spinse sul petto. Basilio guardò altrove per qualche istante, come per organizzare una reazione, e intanto che s’era incazzato davvero e pensava “adesso t’ammazzo, bastardo” e insieme “questo se la prende tanto perché se la vuole scopare lui”, sentì un rumoraccio di nocche e faccia a poca distanza da sé. Nella confusione che ne seguì fu come se gli avessero cambiato le carte in tavola, come se la figurina di Piccolopasztor si fosse sostituita a quella dell’energico stronzo che l’aveva spinto. Ci fu una specie di mischia. Con tutti che strillavano «Fermi» e bestemmiavano, fino a che non stettero davvero un po’ più fermi e si sentì quello che era caduto a terra per la gran pizza ricevuta all’improvviso dal minore dei Pasztor che bestemmiava più forte degli altri e diceva: «Guarda che cazzo m’hai fatto» toccandosi naso e labbro che gli sanguinavano, mentre Piccolopasztor tenuto a bada da due o tre rispondeva che, anzi, doveva ringraziare, senza specificare chi e perché. «Adesso ve ne andate, Giuseppe, adesso prendi e te li porti via» disse a Peppe il padrone di casa che schiumava rabbia perché gli stavano rovinando la festa. «Lasciateci dire qualcosa di interclassista» affermò con allegria Grandepasztor, sopraggiunto solo in quel momento per mano a una splendida ragazza bionda, con il bozzo del pisello che ancora tradiva le ragioni del suo buonumore. Lei era una sua vecchia compagna di scuola adesso al primo anno di università, tra l’altro cugina del padrone di casa. Non erano fidanzati perché nessuno dei due ne aveva, a sentir loro, la “statura morale”, però erano molto affezionati l’uno all’altra e se lo dimostravano ogni volta che ne avevano l’opportunità. Tuttavia, l’invito festoso di Grandepasztor suonò come inopportuno…

Basilio – Racconti di gioventù assoluta, Alessandro Mauro, Augh!. Premi il pulsante giallo, Prima prendiamo qualche gioco, Quando vinci qualche gara, Va bene, va bene, quando fa buio, Poi ti devo far vedere, Fai la tua partita, Dipende se sta nella fila, Quindi sei salvo, stupido cane, Mica che uno non esiste e Dentro bicchieri d’oro Grandepà?: con questi dieci racconti Alessandro Mauro ci accompagna con mano sicura nella vita di Basilio (e Basilio siamo noi, nessuno si senta escluso, che ci sbucciamo le ginocchia e non impariamo mai dalle nostre cadute, se non, e questo in fondo è il bello, a fallire ogni volta meglio, perché solo così si cresce, si esiste e si può forse essere felici, meravigliosamente imperfetti). In principio non era il verbo (anche se le parole sono importanti, eccome, e Mauro, che conosce l’arte della scrittura, le padroneggia con la sapienza estrema di una cuoca esperta che non ha bisogno di ricettari per far star bene a tavola chi ama), ma un piccoletto che inizia le elementari: alla fine, all’ultimo racconto, Basilio viene invitato a una festa di maturità, e in mezzo scorre il fiume della vita, che è quella cosa, sì, che ci succede mentre siamo impegnati in altro, ma anche, per non dire soprattutto, quel tempo da vivere con leggerezza, in modo serio ma mai serioso. Una delizia.

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