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“L’ultimo a vedermi”

di Gabriele Ottaviani

Mi ero girata e l’avevo visto, e avevamo camminato fino al tempio dei cinesi e ci eravamo baciati sotto le sue lanterne, mettendo davvero in moto i pettegolezzi. E aveva fatto di nuovo la sua promessa. Verrò a trovarti. Ci verrò. «Se adesso te ne vai, non avrai più l’occasione per passeggiare con lui.» Franny si asciugò il ponte del naso. «Anche se suppongo sia quella l’idea di mammina. Ma funzionerà?» «Be’, non saprei.» Si drizzò a sedere e mi diede uno schiaffetto e rise. «Allora è questo che stai combinando. Ti ha fatto qualche promessa?» «Solo che ci saremmo rivisti. E che saremmo stati onesti l’uno con l’altra. E moderni. Dice che vuole fare le cose in modo più moderno.» «Vuoi dire che è determinato ad averti a ogni costo?» Non sapevo cosa rispondere. A volte, Quint Lambry non mi sembrava il ragazzo che era abbastanza determinato da sparare a una pantera selvaggia a sangue freddo. Altre volte invece era così caloroso, quando mi prendeva la mano e parlava del futuro come se fosse il sole, come se ogni passo che facevamo ci portasse più vicini a viverci. Presi la spazzola sporca dalle mani di Franny. «È serio, Franny.» «E adesso ti mancherà. Ti sentirai sola. Anche con sette dollari la settimana.» «No, invece, perché verrai tu a trovarmi.» «Non saprei come.» Si sedette sui talloni. «A me non danno pomeriggi liberi. Avrai più fortuna se ti fai tutte le sei miglia a piedi fino alla pensione. A parte che non ci sarò perché mi sposerò presto e vivrò in un cottage tutto mio sul fiume Russian. Non pensare di essere l’unica ad avere grossi piani!» Abbassai la testa e tornai a strofinare. Non mi piaceva pensare, all’improvviso, a Franny che se ne andava. 

L’ultimo a vedermi, M Dressler, Nua. Traduzione di Emanuela Piasentini. Di Emma Rose nessuno ha ricordi. Non c’è alcuno che possa testimoniare la sua esistenza né le sue azioni. A parte lei medesima. Vissuta in una cittadina costiera della California oltre un secolo prima del tempo in cui il romanzo è ambientato, l’umile cameriera dal cognome, Finnis, che porta su di sé l’onere dell’onta non ha alcuna intenzione di farsi scacciare definitivamente da quella magione in cui ritiene di avere pieno diritto e merito di stare, e per questo è disposta a battersi contro tutto e tutti. Anche contro i viventi… Intrigante e piacevole a leggersi.

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