di Gabriele Ottaviani
Dopo la guerra facevano tutti cose del genere, ma lui fu il solo che avesse cominciato a farle prima della guerra…
Autobiografia di Alice B. Toklas, Gertrude Stein, Lindau, traduzione di Massimo Scorsone, prefazione di Marzia Capannolo. Rue de Fleurus, sesto arrondissement, Parigi: al civico numero ventisette, a un tiro di schioppo dal giardino del Luxembourg, sono passati, lasciando, come in un sogno di celluloide targato Woody Allen, una traccia indelebile, Picasso, Matisse, Braque, Apollinaire, Satie, Cocteau, Scott Fitzgerald e chi più ne ha più ne metta, Hemingway compreso. Era quella la casa-atelier di una coppia, quella composta da Alice B. Toklas e Gertrude Stein, due intellettuali formidabili, con la seconda che si fonde nella prima e ne descrive l’autobiografia, cesellando minuziosamente amori, emozioni, passioni, facezie, personaggi, pensieri, opere e parole: eccezionale e imprescindibile.