Io rido – Storia misteriosa di una cena indimenticabile, presentato come evento off, ossia fuori concorso, nell’ambito della rassegna DOIT al Teatro Due di Roma, si ispira a un fatto di cronaca. Che si fa drammaturgia di alto livello, a conferma di come la dimensione fantastica dell’arte sovente affondi le sue radici nella concretezza del mondo contemporaneo, che vuole raccontare attraverso luci, ombre, suoni, gesti, colori, suggestioni e linguaggi carichi di lirismo, grazie alla regia sicura e alla scrittura felice di Samuel Dossi e alle interpretazioni convincenti di Marta De Lorenzis e Luca Maggia, da Pinerolo (Teatro Il Moscerino), che danno vita a due personaggi a dir poco singolari. Un uomo elegante, vestito di tutto punto, completo, scarpe, camicia e papillon, pieno di tic nervosi, ordinato, metodico, meticoloso, nevrotico, che apparecchia una tavola con puntiglio ossessivo, ma solo a metà, mentre nell’etere si inseguono volteggiando le note di canzoni di decenni fa, gravide del loro peso di ricordi. Tu sei per me la più bella del mondo… Chi è? E perché si comporta così? Cosa desidera? Cosa cerca? Cosa accadrà, nel corso della cena? E poi c’è l’altro commensale, una donna. In tutù. Ma non sa ballare. Eppure basta un poco di musica, basta una melodia… Sulla testa ha una corona, un diadema scintillante che le è stato donato da una bambina, un angelo. Le gote sono rigate da lacrime nere. Come mai si sono dati appuntamento? Come mai lei ha risposto all’inserzione di lui? E che inserzione era? E perché lui ha bisogno che lei rida, o almeno sorrida? Il mistero, pian piano, si svela, il gioco, se così si può definire, perverso e contorto si sviluppa e al tempo stesso avviluppa. Perché lo spettatore finisce in un vortice, nelle pieghe più nere dell’animo, dove il rumore della colpa si fa deflagrante. Intenso, da vedere.