di Gabriele Ottaviani
La nebbia che gli era calata sulle pupille si diradò in un istante e i suoi sensi furono investiti da un’infinità di nuovi indescrivibili stimoli. Ogni singola goccia di sudore che gli colava lungo la schiena, i capelli che si muovevano assecondando i movimenti della testa, come migliaia di dita che gli carezzavano la cute, ogni impercettibile granello di polvere sotto i polpastrelli, i terrificanti miasmi che emergevano da quel cesso infame, l’odore del suo sudore, quello di Padorin, il lezzo acido che proveniva dal suo corpo e che aveva intriso i vestiti, il dopobarba dozzinale del russo, il tanfo di orina, merda e sangue che stagnava nonostante lo scadente deodorante da bagno diffondesse un’essenza artificiale al limone. Due mani forti lo afferrarono per il bavero e lo scrollarono con impeto. «Ti sei ripreso? Non abbiamo tempo! Lo capisci?» Il fiato di Padorin sapeva di birra e fumo di sigaretta. Un’infinità di spruzzi di saliva gli bagnò il volto. Quella ventata fresca, però, continuava a spirare sul suo viso, era quasi sicuro gli scompigliasse i capelli, e le parole del russo erano chiare, limpide, cristalline, gli si conficcarono nel cervello con nettezza e lucidità, in tutta la loro urgente evidenza. Era in piedi e non era mai stato così in alto, gli sembrava quasi di volare al di sopra del suo corpo, quel fagotto smagrito, corroso dall’eroina fino al midollo, ed era certo di poterlo comandare a distanza, come un burattinaio onnipotente, e che la sua essenza si fosse intrinsecamente mutata in qualcosa di forte, veloce, scattante, felino. Nulla lo poteva spaventare: né la sconfitta, né il dolore, né la morte. Fece un cenno meccanico col capo. Sì.
Una notte sbagliata, Gianluca Ales, Imprimatur. Tiziano e Alessandro sono fratelli, sono romani, sono omofobi, xenofobi, naziskin, Skizzo è un tossico, Igor è un ex militare di origini russe o giù di lì, Riccioletto è un delinquente di bassa lega. Sono i componenti del commando. Sanno che devono raggiungere una villa sulla via Flaminia e mettere paura a un cinese che ha fatto qualcosa che non doveva. Non sanno che quella a cui stanno andando incontro è una trappola mortale… Gianluca Ales è giornalista, inviato, uomo di lettere: si vede. Scrive in modo ottimo, con competenza, cura, ritmo, amalgamando in un noir efficace, feroce, sostanzioso, credibile, raffinato, simbolico, caleidoscopico e ricco di livelli di interpretazione e chiavi di lettura, le mille sfumature delle umane miserie. Da non lasciarsi sfuggire per nessuna ragione.