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“Draakenwood”

di Gabriele Ottaviani

Quindi pensa che a suo fratello vada bene aiutare quelli per uccidere vostro padre?

Draakenwood, Jordan L. Hawk, Triskell, traduzione di Mariangela Noto. Quando i sospetti della polizia cominciano ad addensarsi su colui che in realtà si sta dando da fare per risolvere il caso che ha turbato l’inusitata e insperata tranquillità, difatti di breve durata, sconvolgendo le coscienze con una serie di delitti, opera di una oscura creatura di nebulosa origine che pare accanirsi sulle più storiche famiglie di Widdershins, per quella persona non ci sono alternative: deve essere più determinato che mai a svelare il mistero, per far risplendere alla luce del sole la sua innocenza e riabilitare il nome che porta dall’onta di un’infamante accusa di colpevolezza. Questo è il tema cardine del nono volume della saga di Whyborne e Griffin, ambientata nell’America della fine del secolo decimonono, che, tra mistero, passione e magia, è più intrigante che mai: un gradito ritorno e un bel regalo per tutti gli appassionati.

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“Fallow”

cover500di Gabriele Ottaviani

Il mio cuore prese a pompare paura liquida nelle vene al posto del sangue. Un’occhiata al viso di Christine mi mostrò la sua pelle ancora più bianca e gli occhi scuri come pozzi. Erano alla fattoria dei poveri, dove la Creigh avrebbe di sicuro corrotto entrambi. Grazie alle azioni di quell’imbecille di piccole vedute.

Fallow, Jordan L. Hawk, Triskell, traduzione di Mariangela Noto. L’ottavo libro nella serie Whyborne & Griffin, dove la magia, il mistero e il romance omoerotico si mostrano in tutta la loro caleidoscopica varietà di contenuti e sfumature, regalando al lettore la possibilità di numerosi livelli e molteplici chiavi di interpretazione, prende il titolo dalla città natale di Griffin, da cui proviene, come un retaggio del passato, un uomo che porta su di sé i segni di una corruzione oscura che pare spandersi ovunque, investendo ogni cosa e mettendo tutto a rischio e in discussione, finanche l’amore tra Whyborne e suo marito, che ne percepisce il turbamento ma non sa come svellerne il silenzio. E… Intrigante.

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“Maelstrom”

cover500di Gabriele Ottaviani

Cominciò a piovere quando raggiungemmo il confine dello stato di New York, e continuò per tutto il tragitto fino al manicomio privato che ospitava mio fratello. Sonnecchiai a intermittenza. Mio padre non andava mai da nessuna parte se non aveva il suo vagone privato con ogni comfort immaginabile, incluso un assistente che badava solo alle nostre richieste. Dopo un pranzo leggero, chiesi all’uomo di preparare la branda, mi ci accoccolai e cercai di ignorare il movimento ondulatorio del treno. Però invase i miei sogni e il fischio divenne un urlo che mi risvegliò dagli incubi. Io e mio padre parlammo poco, sia sul treno che sulla carrozza che ci portò dalla stazione al manicomio. Il posto non somigliava affatto a una casa di cura pubblica come quella di Stormhaven. Anzi, sarebbe potuta passare per una grande residenza privata. Vero che c’era un numero maggiore di uomini che controllavano l’alto muro di mattoni che circondava la proprietà, ma, a parte quello, era l’immagine della signorilità.

Maelstrom, Jordan L. Hawk, Triskell, traduzione di Mariangela Noto. Percival Endicott Whyborne non è tranquillo: il padre improvvisamente sembra comportarsi in maniera tutt’altro che ostile, e per giunta si è anche fatto sfuggire l’incauta promessa di aiutare Christine con l’organizzazione del suo matrimonio. Come se non bastasse, è costretto a una vera e propria corsa contro il tempo per decifrare un codice misterioso che, dopo essere stato donato al museo Ladysmith, ha innescato un vero e proprio effetto domino di disgrazie. Anche Griffin, dal canto suo, si ritrova ad avere a che fare con omicidi e misteri, in particolare la scomparsa di una mappa storica. E anche in questo caso, il museo pare essere l’epicentro di tutto. Ma… Avvincente.

 

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“Hoarfrost”

cover500di Gabriele Ottaviani

Mentre tornavamo al campo, Christine fece un lungo elenco di strumenti necessari, con Iskander che, di tanto in tanto, aggiungeva qualcosa a sua volta. Visto che l’attenzione di tutti era su di lei, mi avvicinai a Griffin. Avendo cura di tenere bassa la voce, gli dissi: «Forse non dovresti venire con noi.» Un incredibile arcobaleno di colori attraversò il cielo: verde, bianco e rosso che sfumava verso il viola. Sembrava che il cielo fosse in fiamme e il ghiacciaio rifletteva i colori in modo spettrale. La mascella di mio marito si tese a quella proposta. «Ovvio che verrò con voi.» Come potevo farlo ragionare? «Griffin, se è l’umbra che senti, avvicinarti potrebbe non essere la cosa più saggia da fare.» «Se è l’umbra, sarò in grado di condurvi da lei,» ribatté…

Hoarfrost, Jordan L. Hawk, Triskell. Traduzione di Mariangela Noto. Con sapori insieme fantasy, storici, investigativi, horror e sensuali, il romanzo, di spiccata leggibilità, si apre narrando un periodo di inusitata tranquillità per lo stregone Percival Endicott Whyborne e suo marito Griffin Flaherty godono di un periodo di pace e tranquillità senza precedenti. Ovviamente, la quiete non può durare, ed è preconizzatrice di una tempesta: Jack, il fratello di Griffin, ha dissotterrato in Alaska, durante la corsa all’oro, uno strano oggetto che potrebbe salvare, dimostrando la scoperta di una civiltà sino a quel momento ignota, la carriera della loro amica, la dottoressa Christine Putnam. O potrebbe ucciderli tutti, dato che sembrerebbe avere a che fare con la magia nera… Intenso.

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“L’angelo del prestigiatore”

cover500.jpgdi Gabriele Ottaviani

«Davvero premuroso,» sottolineò l’illusionista. «Venga con me, signor Smith, distribuiamoli agli altri.» «Chiamami Edward,» ribatté mentre seguiva Fiend dietro le quinte. Gli sembrava sciocco fare i formali con un uomo a cui aveva succhiato l’uccello. E non mi dispiacerebbe succhiarglielo di nuovo. Fiend sorrise da sopra la spalla. «E tu Christopher.» Una volta nel backstage, Christopher fece entrare Edward nel suo camerino. C’erano solo tre camerini: uno per gli uomini, uno per le donne e uno privato per l’artista principale. Bauli e oggetti di scena occupavano così tanto spazio, che era difficile muoversi. Cerone e brillantina per capelli affollavano la piccola toeletta davanti allo specchio. Christopher indicò a Edward la sedia vuota e prese un mazzo di carte. «Devo dire che quando mi hai detto di incontrarci qui stamattina, non mi aspettavo che ci fossero anche gli altri,» esordì Edward. Christopher mescolò il mazzo, ed Edward si ritrovò attratto dalle mani di quell’uomo. Le sue dita erano lunghe e modellate con eleganza, le unghie curate e lucide alla perfezione. «Cosa pensavi che avremmo fatto? Bighellonare in giro per l’hotel? Trascorriamo i nostri giorni di riposo praticando e perfezionando la nostra routine.» «In circostanze normali, sì,» replicò. «Ma questa non lo è affatto.» Christopher estrasse una carta, poi la fece scomparire con un colpetto del polso. «Speriamo ancora tutti di avere una carriera dopo questa faccenda.» La sua espressione si scurì; senza dubbio stava pensando a quell’opportunità che l’incertezza del detective Hughes poteva costargli. «Ti ho invitato di nuovo qui proprio a questo scopo, per parlare in privato.» Il suo viso si alleggerì…

L’angelo del prestigiatore, Jordan L. Hawk, Triskell, traduzione di Cristina Bruni. Christopher fa giochi di prestigio, lavora nell’avanspettacolo e vive per le luci della ribalta. La sua grande occasione lo attende a Chicago, ma durante un suo numero – niente affatto simile a quello che in un intervallo dello spettacolo ha concesso a Edward, che non vuole saperne alcunché del teatro di famiglia, eppure è rimasto invischiato dalle seducenti trame di un uomo a cui sa che non deve affezionarsi… – viene rinvenuto nientedimeno che un cadavere. Il che gli attira addosso sospetti terribili, da cui deve smarcarsi al meglio. E… Da leggere: intenso, avvincente, convincente.

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“Stirpe”

cover500.jpgdi Gabriele Ottaviani

Un uomo massiccio entrò nell’atrio, con un coltellaccio in pugno. Griffin fece un balzo indietro e il coltello fendette l’aria davanti a lui, a pochi centimetri dalla sua pelle. Io lanciai un grido d’allarme, mentre Griffin strappò la mia giacca dal gancio e la scagliò contro l’aggressore. L’uomo schivò la giacca, ma diede a Griffin abbastanza spazio da permettergli di ritirarsi verso il salotto, dove il suo revolver era custodito nel cassetto della scrivania. Il bruto gli corse dietro e io balzai in avanti, pronto a saltargli sulla schiena, se avessi dovuto, per impedirgli di raggiungere il mio compagno. Una seconda forma scivolò attraverso la porta aperta; tentacoli contorti e denti di squalo. Gli occhi inquietanti del ketoi incontrarono i miei e sibilò come un gatto inquietante. Scappai verso le scale. Il suono dei suoi artigli sul pavimento di legno segnalava i suoi progressi alle mie spalle. Era lo stesso orrore che aveva cercato di uccidere mia madre, o qualche altro? I gradini stretti non erano fatti per i piedi insolitamente lunghi dell’essere, rallentandone la corsa. Io quasi volai verso lo studio. Sul divano c’era una coperta, che afferrai prima di tornare verso il pianerottolo. Il ketoi scoprì le sue file di denti aguzzi dalla cima della scala. Io gli lanciai addosso la pesante trapunta, coprendogli la testa e le spalle. L’essere si mosse a fatica sotto al tessuto, ondeggiando pericolosamente. Io lo colpii al petto più forte che potevo e quello cadde all’indietro, ringhiando e agitandosi nelle pieghe della coperta, sbattendo contro i bordi duri degli scalini. Si fermò ai piedi delle scale. Gli corsi subito dietro, senza dargli il tempo di rialzarsi. Balzando dal sesto scalino, atterrai sulla creatura con entrambi i piedi. Qualcosa cedette con uno schiocco bagnato e io mi lanciai in avanti, scivolando con i palmi contro il tappeto del corridoio. Sentii lo sparo di un revolver. Non riuscivo a respirare: chi aveva sparato? Griffin aveva raggiunto in tempo la pistola?

Stirpe, Jordan L. Hawk, Triskell. Traduzione di Caterina Bolognesi. Che i problemi familiari siano una costante nella vita di Percival è un annoso e niente affatto inaspettato problema: pertanto è decisamente restio a lasciarsi coinvolgere dalle richieste della sorella, che si presenta ex abrupto alla sua porta con un enigma da risolvere. Nonostante le sue resistenze iniziali però la perseveranza della donna ha il sopravvento, e dunque si ritrova catapultato in un’avventura il cui racconto è avvincente e ben congegnato. Intrigante.

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“Necropoli”

81Ziihe0qVL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Quel pomeriggio mi ritrovai a desiderare di non essermi mai lamentato per le tende. Ne avevamo portate un paio più piccole, ma ci voleva troppo a montarle e smontarle all’occorrenza. Invece, distendemmo le coperte sulla sabbia e appoggiamo la testa sulle selle. Mi prudeva la pelle per la polvere e il sudore essiccato e avevo lo stesso odore di Daisy. Non potevamo sprecare neppure una goccia d’acqua per lavarci o raderci, e mi chiesi quanto ancora potessi sopportare prima di impazzire.

Necropoli, Jordan L. Hawk, Triskell, traduzione di Caterina Bolognesi. La famiglia adottiva di Griffin ormai ha fatto la sua scelta: lo rifiuta, in primo luogo perché ha un compagno, Percival, uno studioso decisamente poco incline a lasciarsi andare a facili confidenze, molto riservato e chiuso in sé. Negli ultimi mesi costui ha assistito, suo malgrado, alla necessaria presa di coscienza dell’uomo con cui divide la vita, e si è impegnato per costruire e consolidare un comune equilibrio. Fragile e instabile, però, tanto che basta un telegramma urgente di Christine a metterlo in discussione: non ha intenzione, tuttavia, di darvi seguito e recarsi in Egitto, almeno fin quando un uomo, una creatura ferina, non cerca, al museo, di ucciderlo. I tre, dunque, si ritrovano alle prese con una nuova avventura: ma questa volta il prezzo da pagare potrebbe essere realmente assai esoso… Intrigante.

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“Threshold”

512u+JKmHcL._AC_US218_.jpgdi Gabriele Ottaviani

L’aria della miniera era molto più fresca che all’esterno, ma era anche molto più disgustosa, pesante e umida, piena di sottili particelle di polvere di carbone sollevate dal lavoro dei minatori. La puzza di polvere bruciata mista all’odore del carbone grezzo si aggiungeva ai gas emessi dalle lampade al carburo. Lo sferragliare dei vagoni si mescolava ai suoni di picconi e pale e alle voci dei minatori, creando un baccano insopportabile. Smontai dal vagone dopo Elliot. Il soffitto costringeva uomini di statura media a piegarsi; figurarsi qualcuno alto quanto me. Nel giro di pochi minuti cominciò a farmi male la schiena. Elliot andò a parlare con alcuni uomini. Io mi guardai intorno, esaminando le travi appena sbozzate che sostenevano il soffitto, le rotaie per i vagoni carichi di carbone e le parole o le immagini oscene scarabocchiate sui muri e sulle travi dai minatori. Ad eccezione della lingua in cui venivano scritti, i graffiti non erano cambiati molto nel corso degli ultimi quattromila anni. Che gli autori fossero egizi, romani o americani moderni, il loro contenuto consisteva quasi sempre in nomi, vanterie di prodezze sessuali e crude raffigurazioni di peni. Potevo solo immaginare cosa avrebbe commentato Christine sull’argomento.

Threshold, Jordan L. Hawk, Triskell, traduzione di Victor Millais. Percival Endicott Whyborne è un dotto studioso. Non è particolarmente estroverso. Ha un amante: Griffin, un detective. E vuole con lui un’esistenza placida, serena, calma, tranquilla, ordinaria. Ma suo padre, un magnate del settore ferroviario, assolda proprio Griffin perché indgahi su alcuni misteri che concernono una miniera di carbone, verso cui i due, insieme all’amica Christine, partono: Threshold Mountain è però da sempre, da ben prima che se ne scavassero le viscere per trarne profitto, luogo di oscure leggende, e per giunta la zona è già presidiata da un contingente di cui fa parte Elliot, ovvero l’ex amante di Griffin. Come può Whyborne dunque essere sereno e fiducioso? Gli eventi difficili a spiegarsi razionalmente, le ambiguità, gli incidenti mortali e le sparizioni nel frattempo si susseguono a ritmo serrato, e… Avvincente, intenso, da leggere.

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