di Gabriele Ottaviani
Harry, ti presento… No, non Sally: Meghan…
Figlia unica di due genitori divorziati dopo solo due anni di matrimonio ma che sono rimasti piuttosto uniti per crescerla insieme in armonia, un direttore delle luci e un’apprendista truccatrice incontratisi sul set di General hospital, Meghan, attrice, afroamericana (e molti non si sono nemmeno sforzati di nascondere il sottotesto razzista di certi commenti), divorziata, di profonda educazione cattolica ma convertitasi senza pressioni e prima del matrimonio per rispetto della Regina alla fede anglicana, mai doma nella sua ricerca dell’amore eterno, è da sempre una ragazza determinata: a undici anni ha scritto una lettera ai più potenti d’America, tra cui Hillary Clinton, per protestare contro uno spot sessista, ottenendo un’intervista, il cambio dello slogan e la risposta di tutti, Casa Bianca compresa. Anche nel benessere è rimasta oculata, ricorda la vita vissuta in un appartamento a Los Angeles piccolo e male in arnese, non dimentica le difficoltà economiche, come quando per cinque mesi, non avendo abbastanza danaro per poter riparare le serrature della sua vetusta Ford Explorer, è entrata nell’abitacolo dal bagagliaio. Ha fatto mille lavori, quando le sue coetanee riposavano lei studiava, ha fatto la volontaria, ha conosciuto la povertà negli occhi degli ultimi del mondo, e poi un giorno è diventata celebre grazie al suo ruolo in Suits, ha cominciato a frequentare gente come Misha, stilista di grido sposatasi a Venezia – con sottofondo di Lana Del Rey, nel senso che la diva di Summertime sadness era a cantare di persona alle nozze – nel duemiladodici con Alexander Gilkes, tra i cento uomini più influenti al mondo dopo aver fondato una casa d’aste online, quattro anni fa è giunta a Londra ed è iniziata la sua fiaba con quel ragazzo emotivo, dolce, fragile, così diverso dal fratello, simillimo dal canto suo alla pragmatica e immarcescibile nonna, da sempre desideroso di vivere lontano da quel palazzo che ha reso sua madre – che lo portava al McDonald’s, e nonostante i lussi indicibili la sua massima gioia era il balocco di plastica dell’Happy Meal… – così infelice e di non essere un working royal, ossia un membro della famiglia reale pagato per rappresentare la monarchia, che è suo marito Harry (la coppia è splendida, la prole non è da meno), con cui lascia non senza polemiche l’Inghilterra diventando improvvisamente la quintessenza dell’arpia. Di norma i membri della famiglia reale non hanno il permesso di autorizzare una biografia, ma Omid Scobie, royal editor di Harper’s Bazaar, contributor di ABC News e ospite abituale di Good Morning America, insieme alla cara amica e collega Carolyn Durand, sono riusciti a realizzare un ritratto davvero intrigante della coppia “ribelle”: Harry e Meghan – Libertà, HarperCollins, traduzione di Roberta Zuppet.