Libri

“Il cinema di Michael Cimino”

di Gabriele Ottaviani

Gli stessi blocchi narrativi che avevano caratterizzato Il cacciatore tornano nei Cancelli del cielo…

Il cinema di Michael Cimino, Giampiero Frasca, Gremese. Si tratta senza dubbio di uno dei cineasti dalla produzione più significativa ed enigmatica, che si presta a molteplici chiavi di lettura e di interpretazione, come quelle proposte da questa accurata esegesi di un esperto dotto e colto, dalla prosa fluida, interessante, appassionata e appassionante: da non perdere.

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“John Wayne”

di Gabriele Ottaviani

Non ho mai saputo che quel figlio di puttana fosse in grado di recitare!

John Wayne, Anton Giulio Mancino, Gremese. Il cavaliere del destino, Il giustiziere del west, Acciaio blu, Il grande sentiero, Arizona, Una diligenza per l’ovest, Ombre rosse, Il primo ribelle, La belva umana, La valle dei monsoni, Eroi senza patria, Ala errante, Somewhere in Sonora, La valle dell’oro, La valle del terrore, Il sentiero solitario, I falchi di Rangoon, Terra nera, Dakota, Il massacro di Fort Apache, Il fiume rosso, Rio Bravo, Iwo Jima, deserto di fuoco, Un uomo tranquillo, Sentieri selvaggi, La più grande storia mai raccontata, Berretti verdi, Il Grinta, Soldati a cavallo, La battaglia di Alamo, L’uomo che uccise Liberty Valance e chi più ne ha più ne metta: anticomunista fino al midollo, un mito per oltre una generazione, John Wayne è l’epopea del selvaggio West, il mito di fondazione dell’America dei pionieri, mandriani e coloni in cerca di fortuna in una terra niente affatto di nessuno a bordo di scalcinati conestoga. Questa pubblicazione ricchissima sotto ogni aspetto non è un semplice libro, è un viaggio e un racconto storico, fotogramma dopo fotogramma: da non farsi sfuggire.

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“Tutto Truffaut”

di Gabriele Ottaviani

Ecco un film pudico, al quale non fa difetto un giusto ritegno…

Tutto Truffaut, Jean Collet, Oreste De Fornari, Gremese. I 400 colpi, Jules e Jim, Tirate sul pianista, Baci rubati, Effetto notte, Il ragazzo selvaggio, L’ultimo metrò, L’amore fugge… Se c’è un genio nel cinema mondiale, quello è Truffaut, sia dal punto di vista teorico che pratico: questa pubblicazione dotta e colta, ben scritta, dettagliatissima, raffinata e divulgativa nel senso più ampio e alto del termine fa immergere il lettore nel suo poliedrico universo, permettendogli di imparare, conoscere, capire, scoprire e indagare l’arte, il cinema, la bellezza. Da non perdere.

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“Un mattino d’inverno”

di Gabriele Ottaviani

Giuravo che gli avrei dichiarato il mio amore e avrei alimentato il fuoco di ogni giorno. Ma…

Un mattino d’inverno, Philippe Vilain, Gremese. Traduzione di Diana Di Costanzo. Scrittore, saggista, dottore in lettere moderne, autore fra i più amati, premiati, con pieno merito, e degni di nota in Francia e non solo, capace di imprimere un segno decisivo nella storia letteraria contemporanea attraverso le sue prose mai banali e canoniche benché connotate da una scintillante semplicità seducente e gravida di livelli di lettura e chiavi di interpretazione, mediante le quali indaga la caleidoscopica varietà di sfumature del sentimento d’amore, passando attraverso la gelosia, il tradimento, la genitorialità, il senso di colpa e molte altre dinamiche particolarissime e al medesimo tempo universali, perché ognuno si può riconoscere, nelle diverse fasi della propria esistenza, in ciascuna di esse, Vilain con Un mattino d’inverno, folgorante, dà voce al muto deflagrare del vivere in absentia. Si amano infatti, Julie e Dan, e il loro ménage è tranquillo e lineare: finché un giorno lui non svanisce senza l’ombra di un preavviso, e a lei non resta che un incomprensibile, inesprimibile e ingestibile vuoto da affrontare… Maestoso.

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“Gli ultimi giorni di Gérard Philipe”

di Gabriele Ottaviani

Il giorno si è levato alle 8 e 13, Parigi sonnecchia ancora…

Gli ultimi giorni di Gérard Philipe, Jérôme Garcin, Gremese, traduzione di Mariella Fenoglio. Rondini in volo, Lo scrigno dei sogni, L’idiota, Il diavolo in corpo, La certosa di Parma, Tutte le strade portano a Roma, La bellezza del diavolo, Il piacere e l’amore, Ricordi perduti, Fanfan la Tulipe, I sette peccati capitali, Villa Borghese, Le amanti di monsieur Ripois, Grandi manovre, Gli anni che non ritornano, Le donne degli altri, Montparnasse, La vita a due, Il giocatore, Le relazioni pericolose, L’isola che scotta: divo del cinema francese, amato dal pubblico, dalle donne e dai più grandi registi, attivo politicamente, carissimo con ogni evidenza agli dei com’è chi muore giovane, e lui è passato a miglior vita giovanissimo dopo una strenua lotta col cancro, campione d’incassi anche senza esistere più, dato che il libro dedicatogli dalla moglie divenne un bestseller, Gérard Philipe è un personaggio straordinario, che qui viene raccontato con piglio diaristico in ogni dettaglio. Da non farsi sfuggire per nessuna occasione.

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“L’amore malato”

di Gabriele Ottaviani

E rivedi questa scena bestiale, brutale, ma coniugale.

L’amore malato, Amélie Cordonnier, Gremese, traduzione di Maria Stella Tataranni. Le parole non lasciano segni visibili, ma fanno male, eccome. La protagonista di questa storia è la vittima incolpevole della violenza verbale del suo compagno di vita, che dice di amarla ma non può fare a meno di renderla bersaglio, dinnanzi a chiunque, in primo luogo i suoi figli, di un’inaudita sequela di contumelie che senza motivo e per mera cattiveria ne minano l’autostima, la sicurezza, l’autorevolezza. Lei, però, ha ancora molto da dare e da vivere, non può, non deve, non vuole arrendersi, e la sua storia ha il ritmo tambureggiante di una incalzante e forsennata corsa verso la liberazione, e al tempo stesso la poesia di un diario fatto di confidenze e travolgenti rivelazioni: da non perdere.

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“Alberto Sordi”

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Tranne Oreste e Giovanni, i fanti di Monicelli non sono vili e non sono eroi…

Alberto Sordi – La biografia, la carriera artistica, le critiche e le foto di tutti i suoi film, Claudio G. Fava, Gremese. Quest’anno, il quindici di giugno, avrebbe compiuto, e non mancano da più parti le più varie celebrazioni, nientedimeno che un secolo esatto di vita, cento anni tondi tondi, e pensare che nel duemila, l’anno giubilare, nella data del suo ottantesimo genetliaco, quando il Campidoglio era guidato dall’attuale presidente dell’ANICA (la settima arte, che lo ha visto protagonista immarcescibile in quasi duecento pellicole, è sempre pertanto in ogni modo protagonista…) Francesco Rutelli, fu sindaco di Roma per ventiquattr’ore. Alberto Sordi ha incarnato l’italiano medio, in tutte le sue sfaccettature, con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue meschinità, le sue doti sublimi, le sue idiosincrasie, ha vinto David di Donatello e Nastri d’argento, la sua interpretazione di Un borghese piccolo piccolo è stata definita addirittura da Oscar, e al tempo stesso è stato anche il serissimo goliardo che arrivava a passo svelto agli studi al Palatino, si sedeva a chiacchierare con l’amico e appassionato Giancarlo Governi, sfotteva il tecnico degli studi, di chiara fede avversa, ossia laziale, dava diecimila lire alla signora che teneva in ordine i camerini perché facesse fare il bagno a Cirillo, pastore bianco che sdraiandosi sotto le auto si sporcava, imitava il duce per la gioia delle maestranze, tutte di estrema sinistra, si circondava di persone di fiducia, come il caro amico Piero Piccioni, fratello dell’insigne docente di Letteratura italiana Leone, che chiamava l’assassino perché negli anni Cinquanta fu tirato in mezzo (nonostante lui non si trovasse affatto sul luogo del delitto, bensì da tutt’altra parte in tutt’altra compagnia, quella dell’amata, ma non si sarebbe dovuto sapere, Alida Valli) al caso Montesi – la povera ragazza morta in spiaggia vicino Roma con ogni probabilità in seguito a una delle tante orge che si facevano all’epoca (e probabilmente ancora oggi) nelle discrete ma splendide ville degli alti papaveri – per fare fuori dalla Democrazia Cristiana, all’epoca primissimo partito, il padre aspirante segretario, e dava vita a una masnada di aneddoti irresistibili: Claudio G. Fava non dà alle stampe semplicemente un volume, ma un vero e proprio tesoro, uno scrigno prezioso ricolmo di scintillanti gemme, una cornucopia doviziosa, magnetica e magnifica. Un’occasione, insomma, che non ci si può, né deve, lasciar sfuggire.

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“La La Land”

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La delusione, a cui Seb sembra essere abituato, può aspettare silenziosamente dietro l’angolo.

La La Land di Damien Chazelle, Simone Tarditi, Gremese. Giovane e pluripremiato, Damien Chazelle è un regista che ama il cinema e l’arte: prova ne è quello che finora è il suo capolavoro, la pellicola di maggior impatto sul pubblico e di più significativo successo fra quelle sinora da lui realizzate, l’opera che si è portata a casa anche i riconoscimenti che non aveva vinto, fatte salve poi le correzioni cammin facendo (come dimenticare quanto avvenne sul palco degli Oscar, quando per un errore gli immarcescibili Warren Beatty e Faye Dunaway non proclamarono, prima di tornare l’anno dopo sul luogo del delitto e “riscattarsi” con una battuta da consumati entertainer, Moonlight – in verità lungometraggio sopravvalutato, ma del resto anche La La Land non si è imbattuto in pareri solo positivi, e certamente non si tratta di qualcosa che non si sia mai visto prima – come miglior film?), un musical che omaggia il genere, Hollywood e il sogno. Simone Tarditi realizza un’esegesi splendida e dettagliatissima, da leggere.

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“Kill Bill 1 & 2”

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Vuoi ancora penetrarmi? O sono io che penetro te?

Kill Bill 1 & 2 di Quentin Tarantino, Roberto Lasagna, Gremese. Il dittico di Kill Bill è in assoluto una delle vette del cinema di Quentin Tarantino, che oltre a essere un cineasta è prima di tutto un appassionato della settima arte, che, come ogni innamorato, celebra con devozione ogni volta che può: Roberto Lasagna in questo agile e dettagliatissimo volume, curato in modo assai preciso e ulteriormente impreziosito da splendide immagini, realizza un’analisi divulgativa, divertente e pienamente riuscita.

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“Il libro d’oro degli enigmi”

71w+Z6riCQL._AC_UY218_ML3_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Il re vuole mettere alla prova i suoi ministri e chiede loro di completare questa sequenza logica…

Il libro d’oro degli enigmi, Fabrice Mazza, Gremese. Illustrazioni – meravigliose, come del resto tutta la confezione del volume – di Ivan Digg. È sempre piacevole mettersi alla prova per cercare di superare i propri limiti, è stimolante confrontarsi con degli enigmi, allenare la mente a non lasciarsi abbrutire dalla ripetitività della routine quotidiana: in questo volume ci sono oltre duecento quesiti, ambientati oltretutto in una rapidamente riprodotta cornice medievale, che sapranno soddisfare anche i palati più esigenti. Divertentissimo e istruttivo.

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