Libri

“Addio, Mr. Chips!”

di Gabriele Ottaviani

Ancora una volta la verità lo colpì come un uragano…

Addio, Mr Chips!, James Hilton, Graphofeel. Scrittore e sceneggiatore britannico, James Hilton divenne popolare a Hollywood ed ebbe tra i suoi amici i nomi più illustri: la fortunata riduzione cinematografica di quest’opera del millenovecentotrentotto ha contribuito alla fama dell’autore, del volume, splendidamente riedito, e del personaggio, il professore che tutti avremmo voluto avere, un uomo buono, docente in un tipico collegio inglese dell’inizio del secolo scorso che in età già matura vede la sua vita rivoluzionata dall’incontro con Catherine, che lo trasforma da timido professore di latino un po’ svanito e bisognoso d’aiuto, quasi un vecchio scapolo imprigionato in abitudini rassicuranti, resistenti e calde come tweed, come con bonomia i lettori tendevano, tanto il ritratto era vivido, a considerare anche il suo artefice, che invece all’epoca dell’invenzione di questo carattere immortale e archetipico era un giovane vigoroso che scriveva romanzi fino a tarda notte dopo aver lavorato dodici ore per il Manchester Guardian e il Daily News, in un uomo decisamente meno prevedibile, e forse per questo ancora più amabile. Da non perdere.

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Libri

“Canova”

di Gabriele Ottaviani

Poche ore di sonno ed eccolo disegnare nel cortile del duca Lante due delle statue che ornavano la fontana…

Canova – Vita di uno scultore, Maria Letizia Putti, Graphofeel. Uno dei più grandi creatori della storia dell’arte, personaggio controverso, intrigante, magnetico, interessante, dalla vita piena sotto molteplici aspetti, punti di vista e livelli d’interpretazione, rivive, a duecentosessantaquattro anni dalla nascita e a centonovantanove dalla morte, nel romanzo della sua esistenza, dotto, denso, potente, brillante, leggibile e avvincente scritto con garbo, talento ed eleganza da Maria Letizia Putti: da non perdere.

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Libri

“Lettera sulla pinguedine”

71gQ49sMVKL._AC_UY218_di Gabriele Ottaviani

Non raccomando a ogni uomo obeso di buttarsi a capofitto e cambiare radicalmente la propria dieta (certamente non è questo il mio intento), ma di agire dopo attenta riflessione e dopo aver consultato a lungo un medico.

Becchino d’epoca vittoriana che divenne noto per aver lanciato un regime alimentare basato sul ridotto apporto di carboidrati che perlomeno su di lui ebbe l’effetto di fare sì che non fosse più assai obeso come lungamente gli era occorso di essere, con stile ironico, brillante, raffinato, fiorito e affascinante, William Banting in questa sua deliziosa – sin dalla copertina – Lettera sulla pinguedine, edita da Graphofeel, tradotta da Fabiana Errico (introduzione di Bruna Di Sabato e Bronwen Hughes) e più attuale che mai, diverte e fa riflettere: soprattutto sulle priorità, che devono essere legate al benessere, non alla dittatura dell’immagine. Da non perdere.

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Libri

“Applaudire con i piedi 2”

61FTir2DcHL._AC_UY218_ML3_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Nulla vale così tanto come andare ad ascoltare la musica dal vivo.

Applaudire con i piedi 2 – Il difficile e meraviglioso mestiere della musica, Anna Rollando, Graphofeel. Dopo il primo volume Anna Rollando torna, da un’altra angolazione, a indagare il mondo delle sette note, che molti nonostante tutto incredibilmente ancora oggi non considerano come un vero e proprio mestiere ma più che altro alla stregua di un passatempo piacevole e poco più. E invece la musica è fatica, è studio, è disciplina. Bisogna saperla insegnare. Saperla comporre. Saperla ascoltare. Nulla è più difficile della semplicità, del resto, nulla è più arduo di ciò che sembra facile. E la musica sa essere persino simbolo di pace e libertà, soprattutto in tempo d’oppressione. Da leggere.

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Libri

“Ad Hammamet”

91qENr8BHeL._AC_UL320_ML3_.jpgdi Gabriele Ottaviani

La condanna di Craxi, che al momento della sentenza si trovava già in Tunisia, restò immutata in appello mentre il giudizio in Cassazione venne meno per la morte dell’imputato.

Ad Hammamet – Ascesa e caduta di Bettino Craxi, Mario Pacelli, Graphofeel. A partire dal nove di gennaio nei cinema di tutta Italia farà splendida mostra di sé – e ha già incuriosito in molti sin dalle prime immagini che sono state diffuse per quella che pare davvero essere una straordinaria prova mimetica del suo protagonista, il sempre valido Pierfrancesco Favino – il nuovo film (con Claudia Gerini, Omero Antonutti, Renato Carpentieri, Giuseppe Cederna e tanti altri) di uno dei più prestigiosi cineasti italiani, Gianni Amelio, che si confronta con uno dei personaggi in assoluto più significativi, nel bene e nel male, della storia repubblicana del nostro Paese, un uomo di cui si ricordano l’aspetto possente, l’edonismo gaudente e la vera e propria corte di personaggi più o meno qualificabili e clientes che gli hanno gravitato attorno finché le convenienze lo hanno reso auspicabile, i trionfi e le rovinose cadute, le monetine di cui fu fatto bersaglio, invitandolo a non sprecare nemmeno quelle briciole, dopo il mare di tangenti spazzolato nel corso di uno dei periodi più squallidi del Novecento politico italiano, fatto di scandali, suicidi, giustizia sommaria e tentativi patetici di ricostruirsi una verginità, all’uscita dal suo quartier generale, un celebre albergo nel cuore di Roma, e gli ultimi anni in Tunisia: Bettino Craxi. Mario Pacelli, fine esegeta, saggista, docente di diritto pubblico, a lungo funzionario di Montecitorio, dove si è occupato dell’archivio storico, delle commissioni bicamerali d’inchiesta, degli studi e dei progetti sulle pubblicazioni storiche e periodiche e di molto altro, tratteggia un ritratto vivido e interessante, da conoscere.

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Intervista, Libri

Mario Pacelli e il caso Montesi

51wed8zxfml._ac_uy218_ml3_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Non mi piacciono i film di Anna Magnani: è questo il titolo del bel libro di Mario Pacelli imperniato sul caso Montesi appena uscito per Graphofeel. Convenzionali ha il grande piacere di intervistare l’autore.

Chi era Wilma Montesi?

Era una giovane donna, famiglia piccolo borghese, occasionalmente “comparsa” a Cinecittà, incerta sul suo futuro, senza particolari vizi e virtù.

Sapremo mai la verità completa su questo caso? Qual è l’elemento di questo mistero che più la interessa e la colpisce, e perché?

Sono passati troppi anni, troppi testimoni sono scomparsi e con loro i protagonisti della vicenda: poche le speranze di una risposta univoca sulla fine della ragazza. Delle tante domande rimaste senza risposta, credo che quella fondamentale sia da chi partì l’idea della  morte per pediluvio, esclusa drasticamente dal Tribunale di Venezia.

Sono passati quasi sessantasette anni da quella fatidica notte, ma la società è davvero così cambiata come avrebbe potuto e forse dovuto? Quali sono le dinamiche mediante le quali il potere si relaziona con tutto ciò che lo circonda?

Il contesto sociale in questo Paese è restato nel complesso inalterato: continua a prevalere la “doppia verità”, con una “verità” alternativa sorprendentemente costruita a tavolino avvalendosi della complicità di mille “comparse” che per denaro o per altri motivi, non escluso il ricatto, collaborano alla certo non lusinghiera impresa.

Come si è evoluta nel tempo la percezione dell’idea stessa di scandalo, anche per il tramite dei mezzi di comunicazione di massa?

Sono aumentati gli scandali, intesi come casi di comportamenti illegittimi o solo anti sociali, da parte di persone titolari di cariche e funzioni pubbliche. Non sono mutate le conseguenze: nessuna.

Secondo lei l’Italia è più o meno ipocrita e sessista, ammesso e non concesso che lo sia, oggi rispetto al 1953?

Senz’altro meno ipocrita, ma molto molto meno..

Com’è cambiata in quasi settant’anni la classe politica italiana? E il suo modo di comunicare?

La cellula e l’oratorio hanno cessato dall’essere scuola di formazione politica: ne è derivata una classe politica nuova che, pur se è animata dalle migliori intenzioni è priva di qualunque capacità di Governo della cosa pubblica, con le attuali disastrose conseguenze. È una classe politica che comunica molto, ma comunica pochi contenuti e molte promesse che poi sa già di non poter mantenere: è ormai un costume generalizzato molto pericoloso per la democrazia.

Il caso Montesi sarebbe potuto avvenire dappertutto? O il sottobosco romano che gravita attorno al “generone” che si spartisce appalti e voti ne è inestricabilmente connesso?

Solo nella Roma contaminata degli anni ’50 poteva avvenire quello che avvenne: si saldarono i vecchi e i nuovi interessi e ne uscì fuori un capolavoro… di negata giustizia.

Il litorale frequentato dai romani fa venire subito alla mente due casi di cronaca nerissimi che hanno influenzato anche tanta letteratura e lo schermo, il delitto Montesi e quello del Circeo, ventidue anni dopo, di cui parla anche Edoardo Albinati nel suo monumentale La scuola cattolica: secondo lei si possono considerare avvenimenti figli dello stesso contesto?

Sono casi molto diversi: non deve ingannare qualche somiglianza del contesto sociale. I colpevoli dei fatti del Circeo erano persone con precise responsabilità accertate dai giudici: lo scandalo fu cosa fecero alcuni di loro per cercare di evitare la pena.

Per lei cosa rappresenta la scrittura? E di cosa vorrebbe scrivere ancora in futuro?

Scrivere significa per me presenza nel grande dibattito sociale anche utilizzando i miei ricordi personali: penso di scrivere in futuro una storia (vera) di Cinecittà.

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“Non mi piacciono i film di Anna Magnani”

51wEd8ZXFmL._AC_UY218_ML3_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Wilma Montesi non era morta per un pediluvio, ma in seguito a un reato di omicidio.

Non mi piacciono i film di Anna Magnani – Il caso Wilma Montesi, Mario Pacelli, Graphofeel. Fu trovata morta sul litorale romano. Era una ragazza come tante, che semplicemente un giorno non ebbe voglia di andare al cinema, e mal gliene incolse. Si era appena usciti dalla guerra e dalla dittatura. A quanto pare, in quelle ville, i più alti papaveri non mancavano di organizzare vere e proprie orge. Piccioni, figura assolutamente in vista nella DC, si bruciò la carriera politica perché qualche suo avversario ventilò l’ipotesi di un coinvolgimento del figlio. Il nome di Wilma Montesi è diventato un paradigma: questo libro affronta la nebbia e la polvere del tempo con piglio d’inchiesta. Da leggere.

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“La rivoluzione”

71-iWGv5L0L._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Venite con noi! Viva Papa Pio!

La rivoluzione – Le Chajim – Alla vita – Volume secondo, Roberto Fiorentini, Graphofeel. È ebreo. È livornese. È un giacobino duro e puro. Del resto, si sa, Livorno è la patria della sinistra da che la sinistra esiste, e forse anche da prima… Lo inviano a Roma. Laddove gli ebrei sono da secoli ormai rinchiusi in un vero e proprio ghetto. Ha una missione da compiere. Una missione segreta. Deve fare in modo che Pio VI sloggi. Scatenando una rivolta. Così… Intrigante, ammaliante, potente, monumentale, ben scritto, ben caratterizzato sotto qualsivoglia aspetto, trascinante, travolgente, avvincente, solido, fatto per diventare un film o una serie: un puro piacere.

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Libri

“Breve storia dell’alchimia”

71PUP44m2fL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Il gesuita Athanasius Kircher nacque a Geisa…

Breve storia dell’alchimia, Stefano Valente, Graphofeel. Già l’etimologia della parola, che si fa risalire, come la gran parte di quelle che iniziano con al (ricordate l’esegesi che fa Armie Hammer del lemma albicocca in Chiamami col tuo nome? Sì, lo so, quando uno pensa ad Armie Hammer in quel film, o anche ad Armie Hammer in generale, le battute del copione proferite non sono proprio la prima cosa che sovvenga alla mente, mi rendo conto, però, suvvia, fate un piccolo sforzo al di là dell’ineluttabile solluchero ormonale…), all’arabo, non manca di lasciare a chi si accosti al tema l’elegante retaggio della sensazione di un sottile mistero: addentrandosi poi ulteriormente nella materia il mistero s’infittisce eccome. L’alchimia, parola che compare per la prima volta in Giulio Firmico Materno – autore siciliano del IV secolo, coevo di Costanzo II e Costante I e noto più che altro quasi esclusivamente a chi sia esperto della toponomastica romana del quartiere Balduina – indica infatti la pratica degli arabi volta a convertire i metalli vili in oro e a procurarsi il rimedio universale e il segreto della longevità, ma già testi vedici e buddhisti accennano a un non ben determinato succo hataka in grado di trasformare il bronzo in oro puro. Per non parlare di certi riferimenti alla Cina del quinto millennio avanti Cristo… Stefano Valente cura un volume interessante, intrigante, agilissimo, splendido e pieno di fascino.

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“Le professoresse meccaniche e altre storie di scuola”

81unB2I-hwL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Ormai il dolce mantello della notte era sceso sul mondo e sulla scuola…

Le professoresse meccaniche e altre storie di scuola, Alfonso Lentini, Graphofeel. Sono secoli che c’è la guerra. L’esistenza è un continuo sciabordio di violente insensatezze. Le bombe cadono, e uccidono tre professoresse. Sostituite in fretta e furia da tre docenti meccaniche, fabbricate in un attimo, mentre un professore si perde nei corridoi dell’istituto in cui lavora e cercando disperatamente di ritrovare la retta via si imbatte nell’impensabile. E poi esistono edifici in miniatura e altri simmetrici, materie assurde (sì, persino più del latino in inglese che si fa in certi classici che vogliono darsi un tono col programma Cambridge, portato avanti rigorosamente da docenti niente affatto madrelingua…), insegnanti volanti e alate e sexy bidelle, e… Si sa, il mondo della scuola, specialmente in Italia, è la quintessenza del paradosso escheriano, una parentesi di eterna attesa per un Godot – ma basterebbe anche un preside capace di interessarsi più alla cultura che alla burocrazia, di tanto in tanto… – che, avendo assai di meglio da fare, non ha la benché minima intenzione di palesarsi, e lo ha anche detto e ripetuto, solo che nulla è più rassicurante di una pia illusione coltivata con cura in orario di ricevimento: così… Geniale, divertente, lieve ma tutt’altro che superficiale.

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