di Gabriele Ottaviani
La voce mi fa trasalire…
Azzorre, Cecilia Maria Giampaoli, Neo. L’otto di febbraio è un mercoledì. L’anno è il millenovecentoottantanove. L’orologio segna le tredici e otto minuti locali. Un aereo, decollato da Bergamo, diretto a Punta Cana, in procinto di fare scalo alle Azzorre, sull’isola di Santa Maria, si schianta sul versante di una montagna dell’arcipelago polverizzandosi senza nemmeno una fiamma, lasciando nel bosco, dopo il boato, solo l’eco di un silenzio spettrale, uccidendo tutte le centoquarantaquattro persone a bordo e rendendo orfana di padre una bambina di sei anni. Che è l’autrice di questo libro, un diario, una rispettosa testimonianza, un viaggio: dopo venticinque anni, cambiando tutti i nomi, non entrando minimamente nel merito dell’inchiesta, ormai chiusa, Cecilia va dove tutto è iniziato e finito, per chiudere un cerchio. Straziante, potentissimo, necessario.