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“Senecione”

di Gabriele Ottaviani

Funziona così, che essendo le civiltà organismi di lunga durata – in genere tra i mille e i duemila anni – esse, come sono nate e si sono sviluppate, così anche, a un certo punto, invecchiano, decadono e muoiono, come tutti gli altri organismi: the way of all flesh. Conoscono una parabola ascendente e una discendente. La corruzione, a cui si suole attribuirne la fine, per esempio la fine dell’Impero romano e poi quella della Chiesa cattolica, stavo per dire dell’Impero cattolico, e non avrei sbagliato, non è la causa ma l’effetto della crisi, cioè della vecchiaia, o più precisamente della completa realizzazione di tutte le loro potenzialità. Ed è precisamente questo che è successo con la civiltà cristiano-europea, la cui crisi raggiunse la maturità al tempo di Nietzsche. È precisamente anche per questo che Nietzsche se ne è fatto, ne è diventato, sapendolo e senza saperlo, il principale esponente, l’incarnazione. Anche tutto Nietzsche, nel bene e nel male, è, come ho già detto, effetto, creazione della crisi storica…

Senecione – Forze e debolezze della filosofia, Sossio Giametta, Liberilibri. A Milano un uomo anziano e colto, Senecione, che ha tradotto tutto Nietzsche, sollecitato dall’amico Taliarco e dalla figlia quattordicenne di lui, Sara, riflette sulla filosofia, e volendo inizialmente regalare alla giovane per il compleanno un saggio sul pensatore che ha fatto parlare Zarathustra farà di più, e come Socrate nei dialoghi platonici, ben lungi però dalla cicuta, anzi, persino tra i tavoli di una pizzeria, arriverà addirittura a spiegarle a cosa la filosofia serva, e cosa essa sia. Così Giametta, anche lui traduttore dell’opera di Nietzsche, classico e moderno insieme, serissimo e ancor più faceto, fa riflettere, meditare, pensare, ragionare, veicolando conoscenza, sul pensiero e la sua storia: un incanto.

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