Libri

“L’Isola dei fucili”

71Y6W1ygjcL._AC_UY218_ML3_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Ora Moyna aveva la voce incrinata, e si stava asciugando gli occhi col bordo del sari. Di lì a poco diede la stura a un altro fiume di parole. Quando era nato suo figlio, disse, nutriva un mucchio di sogni per lui…

L’Isola dei fucili, Amitav Ghosh, Neri Pozza, traduzione di Anna Nadotti e Norman Gobetti. Deen è ormai newyorkese da tempo, ma è nato nel Bengala, e di tanto in tanto torna in India, e si immerge nuovamente, lui che è un antiquario e un commerciante di libri rari, nei suoni, nei profumi, nei sapori, nei colori, nelle suggestioni di una terra in cui sembra possibile tutto, ma anche il suo contrario, in cui l’abiezione si mescola alla lirica, il tremendo al sublime. Un giorno incontra un parente alla lontana, un uomo vanesio e vanaglorioso, per giunta affetto da una incontrastabile logorrea, che gli racconta una leggenda. Che però parrebbe essere suffragata da molto più che un semplice fondo di verità: e così Deen inizia un vero e proprio viaggio, che attraversa non solo lo spazio, ma anche la storia dell’evoluzione del rapporto, violento, fra l’uomo e la natura. Profondissimo, allegorico, magico, la nuova prova narrativa di una voce unica e inconfondibile.

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Libri

“Mare di papaveri”

clemente_01di Gabriele Ottaviani

Come le foglie accartocciate di una pianta, le dita del gomusta si aprirono per consentire la visione intera della persona che gli stava davanti.

Amitav Ghosh, Mare di papaveri, traduzione di Anna Nadotti e Norman Gobetti, Neri Pozza. Veste grafica di Francesco Clemente. La splendida copertina con cui in questa occasione il romanzo di Ghosh torna in libreria è sempre legata all’iniziativa che si ricollega al settantesimo anniversario della casa editrice, che celebra con pregevoli opere di artisti di livello internazionale alcune delle perle del suo maestoso catalogo. Mare di papaveri è il primo volume di una trilogia intitolata Ibis, così come quello del trampoliere egizio è il nome di una goletta a due alberi con a bordo un multietnico equipaggio di lascari, i leggendari marinai del Pacifico, un non-luogo in cui contrasti e solidarietà si intrecciano come la trama e l’ordito di una preziosa tela. La scrittura dell’autore indiano è di rara potenza, i personaggi ben caratterizzati, il contesto, l’India della guerra dell’oppio, trascinante. Da non perdere.

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