di Gabriele Ottaviani
Di quale Vincent parlavo un attimo fa?
Sei colpi di pistola, Carlo Floris, Scatole parlanti. Nel tamburo di una classica rivoltella ci sono sei colpi, e sei sono i racconti di questa antologia. Il filo conduttore è lo sparo, che deflagra e spezza vite, cesura insanabile, raccontata da chi assiste, sa, conosce, scopre, indaga, ascolta, ritrova, recupera, resta: del resto se c’è un’arma in scena, sancisce l’abusata citazione, prima o poi ci si deve attendere che il suo unico utilizzo si manifesti nella sua irreparabile unidirezionalità. E d’altro canto vale per la pallottola quello che dice il Metastasio per la voce dal sen fuggita, che poi richiamar non vale, dato che non si trattien lo strale quando dall’arco uscì: così Van Gogh, Verlaine, Rimbaud, Márai, Puskin, Princip, Burroughs e tanti altri emergono dalle parole di impresari di pompe funebri, prostituti di Tangeri, mogli, madri e studiosi di lettere. Da non perdere.