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“Il canto della megattera”

Fronte_IlCantoDellaMegattera-600x840di Gabriele Ottaviani

Il ragazzo si chiama Glauco, è un cliente del negozio, ha la passione per gli smeraldi e le Tormaline, il giro di amicizie frequentate è quello dei benestanti borghesi che adorano accerchiarsi di futilità, spesso passa fuori dal negozio per controllare se Giada Della Notte è sola e, solo in quelle occasioni, entra per attaccare bottone e iniziare i suoi sproloqui, benché, dal lato commerciale, comunque, terminino sempre in affari alquanto redditizi. Ha i capelli biondi, dal taglio militare, la faccia piccola e appuntita, somiglia all’olandese che frequentò Giada quando era adolescente, ha mani curate e piedi grandi, odora di selvatico. Uno stereotipato selvaggio metropolitano, finto trasandato, educato da una buona famiglia che si era impegnata per tramandargli una forma di galateo, certi che sarebbe stato apprezzato da chiunque. S’incrociano sempre ogni mattino, quando prendono il caffè, prima che lei sollevi la serranda del negozio, e diverse volte s’erano incontrati, fingendo entrambi stupore, nell’ora di pausa per poi correre assieme ad addentare un panino al bar a fianco, o bere un bicchiere di Malvasia. Sono seduti al tavolino esterno del bar, sotto il sole accecante, il cielo azzurro, quasi bianco, fa strizzare gli occhi di entrambi creando una fuga per gli altri sensi, amplificandoli. Una farfallina bianca svolazza confusa e si posa sulle loro mani, l’una sopra l’altra, la osservano con tenerezza, senza muoversi. Il viso di Glauco è vicino a quello di Giada che ha un buco allo stomaco, le manca da morire Pietro Topazio. Vuole alzarsi e correre da lui. Quella stessa sera è seduta sul divano, in canottiera e shorts, legge con noia Un ponte sull’eternità, ma non si sente come Leslie, e non riesce a smettere di pensare a Glauco, ancora una volta le fa male la pancia, un dolore sommerso e costante. Il brusio di una mosca le fa alzare lo sguardo, l’osserva ronzare attorno la lampadina, vorticare in un circolo epilettico. Sente un lancinante fischio nelle orecchie, una slavina inarrestabile di pensieri. A fine maggio Glauco era entrato nel negozio di pietre preziose, in giugno scoparono per la prima volta, a luglio confessarono di amarsi e ad agosto iniziarono a preoccuparsi di come sarebbe andata a finire. Glauco e Giada si frequentano da quattro mesi. Giada Della Notte ha trovato un altro amore. La passione attorcigliò quei ragazzi con la pesantezza di un mantello bagnato, una cappa che cambiò colore e densità: virò dal rosso al nero, e alla leggerezza dei primi tempi si sostituì il peso di un’armatura di ferro. Giada amava entrambi, in barba alle leggi, alle parole e ai pensieri.

Italo-scandinavo, viaggiatore prima per passione e poi per lavoro, autore di romanzi e racconti, Christiano Cerasola torna in libreria con una nuova opera, che narra la vicenda di formazione, evocativa, significativa, piena di livelli di lettura e chiavi d’interpretazione, di tre amici, Pietro, Giada ed Elio, che nel corso di una stagione della vita arrivano a una decisiva svolta che li rende più consapevoli della loro intera esistenza. Intenso, potente, lieve ma niente affatto superficiale, avvincente e convincente, avvolgente e credibile. Il canto della megattera, Elmi’s World. Da leggere.

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“Il gigantesco abbaglio”

51hhw1fXi8L.jpgdi Gabriele Ottaviani

Erano ancora bambine, dovevano imparare ad aver paura, dovevano avere i battiti del cuore accelerati dal pericolo, era necessario tremare, costruirsi, e iniziare ad avere un termine di paragone che le cominciasse a strutturare. Quello era un timore modesto, poco rischioso, tutelato, una prova generale per quello che sarebbe accaduto in futuro. Non ne sapevano niente della vita, era meglio esorcizzare fingendo di aver paura, per tutto il resto ci avrebbero pensato un’altra volta, forse alla fine dell’anno scolastico, quando sarebbero state bocciate, ma comunque non quel giorno. Alcune attrazioni erano chiuse, con le serrande abbassate e i grossi lucchetti che tenevano insieme catenacci arrugginiti, c’erano gruppetti di ragazzini, sguaiati ed eccitati, che bighellonavano tra le giostre, lanciavano occhiate che sembravano saette alle cinque ragazze, che stavano al gioco e flirtavano spudoratamente, il gioco della vita si stava delineando, le emozioni si facevano arrendevoli e divenivano seducenti, il sottile accecamento configurando, il gigantesco abbaglio materializzando. Quando raggiunsi, dopo i miei insuccessi come autostoppista, quel Luna Park, trovai quel gruppetto di piccole donne che parlava con tre ragazzi, anche loro abbastanza conformati: erano tutti bassi, probabilmente minorenni, con i capelli rasati e i pantaloni allacciati troppo in basso. Dal di dietro guardavo le mutande bianche, in bella vista ed esibite con orgoglio, si vestivano da rapper come la moda imponeva, avevano fisici rachitici e indossavano grosse scarpe da tennis colorate e con le caviglie scoperte dal risvolto delle loro braghe. S’atteggiavano a uomini, fumavano Marlboro rosse e si nascondevano i brufoli con il correttore color carne, era anche per loro una prova generale, lontana dalla consapevolezza, intima, e radicata nel profondo. Fui guardato di sbieco da tutti e mi sentii inopportuno, tossii nervosamente e li invitai a tirare le palline da ping pong nelle vaschette dei pesciolini. Lo feci per essere integrato, non perché mi piacesse particolarmente.

Il gigantesco abbaglio, Christiano Cerasola, Elmi’s world. Christiano Cerasola non è alla sua prima prova narrativa, e questo appare evidente sin dalle battute iniziali del suo romanzo, costruito con cura esperta, e attraverso il quale l’autore desidera chiaramente proporre al lettore la sua particolare visione del mondo e delle cose. Ovvero che per lui non solo l’essenziale è invisibile agli occhi, ma che nulla è in realtà più ingannevole dell’apparenza, perché la natura di ognuno è mutevole e molteplice. Ogni luce, infatti, è inestricabilmente legata all’ombra, e si può cercare di rimuovere, di reprimere, di tenere a bada talune particolari attitudini del proprio animo, ma gestirle non significa annullarle: esistono, e prima o poi verranno a galla. Luca è un trentenne borghese fin nel midollo, caratterizzato in maniera del tutto classica, quasi canonica: è esattamente quello che ci si aspetta che sia, un ragazzo come tanti, speciale e unico come tutti, in quanto individui singoli, ma non è possibile definirlo un ribelle. Cosa che invece è Sinead, un’artista di talento, che ama le donne e non le convenzioni. Dal loro incontro scaturirà un viaggio, e da questo un necessario percorso di conoscenza… Da leggere.

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“Il musicista”

CoverIlMusicista_800x1156Pubblicazione a cura della redazione del comunicato stampa

La storia di una passione e di un talento fuori dal comune. Un amore che va oltre le persone e diventa ricerca di una parte perduta di se stessi.

“Il Musicista” di Christiano Cerasola (Elmi’s World) narra la storia di Max, un artista di provincia con il talento innato di eccellere nel suonare ogni tipo di strumento. Questo dono si scontra con la sua mediocre esistenza fatta di una quotidianità in cui il protagonista non riesce a scorgere una connessione tra la grandezza di ciò che porta dentro di sé e il pallore di quello che lo circonda. Una moglie che non ama e dalla quale è tradito, una madre apprensiva e nostalgica e conoscenti che danno la loro amicizia facendola pagare a caro prezzo. Ma il fulcro della sua vita è la musica e per questo è disposto a sopportare tormenti e mediocrità.

Tenevo le note a lungo, provocando dei rumori che uscivano dallo spartito e dalla ragionevolezza, cercai di dare un suono ai miei pensieri astratti, e li feci collimare con le note, le mie dita si mossero in modo frenetico e disordinato. Uscii dai canoni della sonata, sbagliai e perseverai negli errori, esagerai e maltrattai la mia amata, sperai che non ci fosse nessuno ad ascoltarmi e uscii volutamente dalle righe del pentagramma.

La mia squallida vendetta fu scatenata dal raggiungimento della consapevolezza di quanto rumore facesse la musica in me, di quanto ingombrante fosse il suo amore e di quanto struggente il mio dolore.”

Una ricerca di purezza attraverso un amore fatto suono che contrasta con le dissonanze della vita anche quando il talento del protagonista viene scoperto e Max diventa un musicista famoso. Ma più il mondo lo mette sotto i riflettori, più lui si ritira, timido e sfuggente, col timore che la fama lo allontani dalla sua unica amata.

Con “Il Musicista” l’autore continua la sua indagine sugli “outsider”, cominciata con il suo romanzo di esordio “O2 – Ossigeno”.

Christiano Cerasola, lavora da vent’anni nel mondo della moda. E’ un viaggiatore e ha abitato a lungo all’estero, in Francia, Giappone e Cina.

Oltre a “O2 – Ossigeno” (2010) ha pubblicato, sempre per Elmi’s World, la raccolta di racconti “Uova sbattute” (2012) con il quale ha vinto il concorso letterario di Ostana e “Il custode di Izu” (2013), un romanzo breve sulle paure nascoste negli abissi dell’animo umano.

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