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“Enigmi”

71oyh4Ron0L._AC_UY218_ML3_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Avevo finalmente trovato un indizio…

Enigmi, Louisa May Alcott, Elliot, a cura di Daniela Daniele. Il nove di gennaio dell’anno del Signore duemilaventi sarà nelle sale italiane la nuova versione filmica di un classico che non solo non finisce mai di dire quello che ha da dire, ma che non ha nemmeno bisogno di presentazioni, perché è uno dei cardini dell’immaginario collettivo: per la regia della brava ma talvolta sopravvalutata Greta Gerwig, con protagonista l’incantevole Saoirse Ronan in uno dei ruoli più iconici che vi siano, assieme a Emma Watson, Florence Pugh, Eliza Scanlen, Laura Dern, Timothée Chalamet, Tracy Letts, Bob Odenkirk, James Norton, Louis Garrel, Chris Cooper, Meryl Streep e tanti altri, Piccole donne tornerà a fare splendida mostra di sé, e a far sognare. La sua geniale autrice, di cui è di recente ricorso il centoottantasettesimo anniversario della nascita, non ha soltanto però immortalato Jo, Amy, Meg e Beth, ha anche dimostrato con altre declinazioni la felicità impeccabile della sua vena narrativa, e in questo inedito si cimenta addirittura col giallo… Farselo sfuggire sarebbe un peccato imperdonabile.

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“L’allievo”

71+x1tEIj8L._AC_UY218_ML3_di Gabriele Ottaviani

–          Sono molto orgogliosi di te.

–          Ma sono io a non essere orgoglioso di loro.

L’allievo, Henry James, Elliot. A cura di Angelo Molica Franco. È dunque in libreria un preziosissimo gioiello, una gemma sublime di un autore formidabile che non ha bisogno di presentazioni, un’assoluta garanzia di qualità, quale che sia il genere di riferimento: non si può, oggettivamente, non apprezzare la caratura di una prosa come quella di Henry James, che è bella come un paesaggio fiorito, un film di James Ivory, un’onda che spaventa ma affascina per la rombante potenza. In questo testo, forse in assoluto il più sottile e profondo non solo fra quelli da lui vergati, ma in generale tra le più intense disamine della relazione tra docente e discente, e ancor più complessivamente tra due anime inesperte della vita e un po’ inadatte a essa bisognose di essere salvate l’una dall’altra, si realizza un’analisi della psicologia della fragilità che è davvero raro incontrare. Da non lasciarsi sfuggire per nessuna ragione.

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“L’eresia del Cannonau”

71k-WWDwXyL._AC_UY218_ML3_di Gabriele Ottaviani

Meglio essere eterni fidanzati che futuri divorziati…

L’eresia del Cannonau, Gesuino Némus, Elliot. L’estate sta finendo, anche in Sardegna, nella sua parte orientale, per la precisione, dove, fra sentieri che ricordano quelli metaforici attraverso cui si dipana il mistero che è fulcro di questa storia, tratturi che conducono a panorami nuovi, mulattiere tortuose, viottoli ciottolosi e scabri, bellissimi, irti, scoscesi e costellati d’inaspettate svolte, come quelle che connotano questo nuovo bel romanzo che indaga con sensibilità l’animo umano nella sua varietà, una bimba di dieci anni, che ha paura dei rumori forti, non parla, è nera, come i suoi genitori, di passaggio nell’isola nuragica, venditori ambulanti attorno ai quali si stringe tutta la comunità, che deve affrontare anche la presenza di uno strano ed estraneo straniero, un milanese appena uscito, dopo oltre un quarto di secolo, di galera, scompare nel nulla. E… Lirico e magnifico: la voce unica e inconfondibile di Némus è tornata a cantare meglio che mai.

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“La verità a pagina 31”

61uYfJj1J+L._AC_UY218_ML3_di Gabriele Ottaviani

I carabinieri li ho chiamati io…

La verità a pagina 31, Paolo Cioni, Elliot. Ennio, trentenne, single, che lavora in una libreria, vive a Parma e nell’estate del millenovecentonovantatré, immerso nell’afa che nella bella stagione di norma non manca di avvolgere col suo troppo caldo mantello la pianura padana, riceve d’improvviso una telefonata che lo riporta al passato, a un antico amore perso e mai elaborato, a un amico che ne ha sconvolto in ogni senso l’esistenza e non solo: è un bellissimo apologo della nostalgia ricchissimo di riferimenti, sfumature, chiavi di lettura, livelli, citazioni, emozioni e suggestioni il romanzo di Paolo Cioni, che ci ricorda l’importanza sostanziale del valore nell’esistenza dei sentimenti, che sono la nostra reale definizione ontologica, e la ricchezza più preziosa che abbiamo. Come l’acqua per chi ha sete.

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“Il paese degli abeti aguzzi”

41k2mEYfjwL._AC_UY218_QL90_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Metà del piacere della mia visita sarebbe andato perduto se non avessi potuto fare la sua interessante conoscenza.

Il paese degli abeti aguzzi, Sarah Orne Jewett, Elliot. Introduzione a cura di Anna Vari, traduttrice della prima edizione italiana (Neri Pozza, anno millenovecentosessantadue) di quest’opera della prolifica, nonostante un incidente ne abbia interrotto anzitempo la carriera, scrittrice statunitense vissuta pressoché sempre nell’idilliaca ed evocativa South Berwick, tra Maine e New Hampshire, a cavallo fra Ottocento e Novecento, che ebbe tra i suoi più cari amici non solo Willa Cather e Rudyard Kipling, al cui genio appartengono gli scritti che accompagnano quest’edizione, volta in italiano da Letizia Emberti Gialloreti, ma anche William Dean Howells, Henry James, Harriet Beecher Stowe, Alfred Tennyson, Mark Twain, Henry Wadsworth Longfellow, Nathaniel Hawthorne, John Greenleaf Whittier, James Thomas Fileds e sua moglie Annie, alla quale Sarah Orne Jewett (che non si sposò mai né mai ebbe figli), la cui necessità di passeggiare, a causa dell’artrite reumatoide dalla quale fu afflitta per tutta la vita, affinò oltremodo la sua passione per la natura, restò tanto legata che le due, quando Annie restò vedova, vissero assieme tenendosi compagnia per il resto della vita. In questo romanzo splendido sin dalla copertina Sarah Orne Jewitt dà vita a una commedia umana formidabile, fatta di personaggi dalle vite comuni, ma niente affatto anonime, come la signora Todd, esperta raccoglitrice di erbe medicinali, il capitano Littlepage, che dicono abbia il cervello sconvolto dalla troppa letteratura con cui è entrato in contatto, la signora Blackett e… impeccabile e imprescindibile.

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“Lady Killer”

di Gabriele Ottaviani

Nessuno oltre a me sospetta di niente.

Lady Killer, Elisabeth Sanxay Holding, Elliot, traduzione di Roberta Arrigoni. Honey è bella. È buona. È gentile. È dolce. Del resto, si chiama Miele… È graziosa. È appena convolata a giuste nozze. Per interesse. Con un uomo che rispetto a lei è un vegliardo. Per giunta odioso. Non passa istante senza che litighino durante una crociera ai Caraibi. Nella cabina accanto c’è un’altra famiglia che si è appena formata, e che dunque attira la curiosità della fanciulla bisognosa di svago. Parrebbe però che in quel caso la neosposa corra un serio rischio, ma nessuno sembra credere a Honey, che allora… Inedito sinora in Italia, Lady Killer è una vera e preziosa gemma di un’autrice, morta nel Bronx, a poca distanza dalla natia Brooklyn, a sessantasei anni ancora da compiere nel millenovecentocinquantacinque, bravissima e troppo poco nota, una grande giallista capace di finezze psicologiche formidabili, una pioniera e regina del thriller (il suo Una barriera di vuoto, edito in Italia da Sellerio, classe millenovecentoquarantasette, è anche alla base di The reckless moment, in italiano Sgomento, con, tra gli altri, James Mason, Joan Bennett, Geraldine Brooks, Henry O’Neill e Shepperd Strudwick, e di The deep end – I segreti del lago, con un cast composto pure da Tilda Swinton, Goran Visnjic, Jonathan Tucker e Josh Lucas), genere redditizio in tutti i sensi, amata persino da Raymond Chandler, nume tutelare dell’hard boiled che la riteneva in assoluto la migliore scrittrice di suspense: da non perdere.

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“Colpevole”

81GRJcG4gUL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Kevin Kelly, il fratello maggiore di Dominick, aveva invitato Karl al pranzo che si sarebbe tenuto dopo la funzione. Lui aveva accampato delle scuse, e Kevin aveva annuito. Entrambi sapevano che sarebbe stato difficile fare conversazione come se niente fosse, quando le parole veramente importanti sarebbero state inevitabilmente quelle taciute. La famiglia di Dominick… Karl provò a immaginare cosa provassero: vergogna, senso di colpa, rabbia. Elizabeth aveva scritto a Karl, poco tempo dopo la morte del figlio. Una grafia fragile, come se riuscisse a stento a reggere la penna. Lo pregava di chiamarla e di andare a trovarla ma lui aveva preferito aspettare di sentirsi un po’ più forte prima di accettare, e non le aveva risposto. Ora era troppo tardi. Tre settimane in casa di cura, poi Elizabeth era spirata dolcemente nel sonno. Dalla chiesa, Karl andò al centro commerciale di Glenmoore. Le luci accecanti del supermercato erano un toccasana, nascondevano le ombre, le invisibili minacce che potevano piombargli addosso all’improvviso.

Colpevole, Laura Elliot, Newton Compton, traduzione di Enrico Bucci. È estate. Fa caldo. Constance ha tredici anni. Un giorno litiga con i suoi genitori. Cose che capitano. Si allontana. Svanisce. Qualche giorno dopo viene ritrovata. Morta. Cose che non dovrebbero capitare. I sospetti si addensano come nubi gravide di pioggia sullo zio Karl. L’unico adulto con il quale la ragazzina aveva un rapporto amichevole, complice. Inopportuno? È il mostro ideale da sbattere in prima pagina, e Amanda non ha la benché minima intenzione di farsi sfuggire lo scoop. Mentre la vita dell’uomo viene distrutta, la sua è sempre più splendida, anno dopo anno. Finché, un giorno, non riceve una telefonata… Semplicemente eccellente.

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“La terra dei sussurri”

71yndFohNZL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Mi sveglio solo perché il sole mi sta scottando il viso.

La terra dei sussurri, Laura Frassetto, Elliot. Vanessa è scomparsa. Ormai da più di un anno. Studiava al politecnico di Torino, ma nel momento in cui se ne sono perse le tracce che tre suoi amici ora stanno ripercorrendo nella speranza di venire a capo del fitto mistero si trovava in Messico, tra la costa e le montagne che in certi periodi dell’anno si popolano di bellissime farfalle, al termine di un periodo come volontaria a Colola, località nota per la schiusa delle uova di tartaruga. Come sempre ogni viaggio, però, non è solo una traslazione del corpo, ma anche e soprattutto un cambio di residenza per lo spirito, venendo a contatto con quel che sino a quell’istante è ignoto. E infatti… Brillante.

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“Catabasi”

31mpUV5sQUL._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Gli incontri nei visi di pietra scolpiti nel vuoto che scava…

Catabasi, Giorgio Manacorda, Elliot. Scrittore, saggista, direttore di collane editoriali e di edizioni, traduttore, pittore, drammaturgo, poeta, giornalista, conduttore radiofonico, legatissimo a Pier Paolo Pasolini, presidente dell’Istituto Italiano di Studi Germanici, finalista sette anni fa al Premio Strega, figlio di un importante storico, Giorgio Manacorda dà alle stampe un testo suadente, musicale, allitterante, che induce alla riflessione, ossia Catabasi. Dal greco, il motivo tipico e topico della discesa agli inferi di una persona viva nel regno dei morti, pertanto metafora perfetta di un rovesciamento di prospettiva, di un incontro facondo e fecondo fra realtà che altrimenti sarebbero inconciliabili e immiscibili: da non farsi affatto sfuggire.

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“Il segreto di Marie-Belle”

61pg+HaBrML._AC_UL436_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Di quella notte non ho da registrare eventi particolari.

Il segreto di Marie-Belle, Silvio Raffo, Elliot. Certi legami sono morbosi, certe parole sono perverse, e non si sa se vi si possa davvero prestar fede: un’istitutrice e la sua pupilla sono avvinte in una spirale che si dipana anche attraverso una sequela di misteriosi decessi e che Raffo, poeta, insegnante, traduttore (finanche dell’opera omnia di Emily Dickinson), saggista, direttore di un centro di cultura creativa, finalista allo Strega, fratello minore dello scrittore e saggista Mauro della Porta Raffo e molto altro ancora, con lingua preziosa e maestra nell’arte del conservare la tensione, racconta à bout de souffle. Da leggere.

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