Libri

“Città e libertà”

di Gabriele Ottaviani

Ciò che vorrei fare è creare un’altra immagine della città…

Città e libertà, Jane Jacobs, Elèuthera, a cura di Michela Barzi. Bellissimo sin dall’evocativa e iconica immagine scelta per la copertina, il volume di Jane Jacobs, autrice di testi capaci di far esplodere un intenso, influente, significativo e variegato dibattito all’interno dell’opinione pubblica americana della seconda metà del ventesimo secolo, indaga con dovizia di particolari, al di là delle convenzioni date erroneamente per inamovibili, il tema del decentramento e del rinnovamento del paesaggio urbano, un panorama che non è semplicemente uno sfondo, ma un luogo insieme concreto e astratto in cui si sviluppano e confrontano temi sociali, culturali, economici, politici, etici, ambientali, morali. Da leggere.

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Libri

“Il cinema del no”

9788896904756_0_0_1561_80di Gabriele Ottaviani

Fiducioso nelle possibilità dell’uomo Vigo; disperato sull’uomo e su Dio Bresson; saggio disincantato e distante, forse troppo, Buñuel.

Quel che è certo è che non le manda a dire, a nessuno, in nessun ambito: certi suoi personalissimi giudizi fanno rimpiangere il vetriolo, ma non sono mai sterili o intellettualmente disonesti, l’argomentazione è sempre assai presente. Goffredo Fofi scrive per Elèuthera Il cinema del no – Visioni anarchiche della vita e della società, un libro interessantissimo, agile, travolgente come un romanzo nel quale si concede il lusso e la libertà di scrivere chiaro e tondo quel che è il suo pensiero in merito non solo al cinema, ma anche alla società, alla politica, all’economia, agli intellettuali contemporanei, italiani e non solo, alla cultura, più o meno popolare. Se etimologicamente la parola anarchia rimanda semplicemente a un’assenza di legge, Fofi fa sua la definizione di disperazione creativa che ne dà Colin Ward, e volendo analizzare l’artista, riprendendo le idee di Morante e Ortese, che lo vedevano come un San Giorgio liberatore dal drago dell’irrealtà, e il cinema, in particolare la sua anima più provocatoria e critica del mondo, dà vita a un gustoso e brillante pamphlet in cui parla di sé, nato in una famiglia semi-analfabeta negli anni del consesnso al Fascismo in una cittadina umbra restata immota da secoli e nella quale a molti per studiare un po’ non rimaneva che il seminario, e della sua Weltanschauung, costruendo il mosaico di una cronistoria in celluloide che fa riflettere e istruisce. Leydi, Pandolfi, Viviani, De Filippo, Totò, Pasolini, Cecchelin, Ferravilla, Mazzarella, Petrolini, Sordi, la Magnani, Fellini, Age, Scarpelli, Monicelli, Scola, Maccari, Charlot, Vigo, Bresson, Buñuel, Clouzot, Visconti, Zavattini, Godard, Peckinpah, Altman, Loach, Fassbinder, Cassavetes, Rocha, Brocka, Polanski, Wajda, Pintilie, Herzog, Wenders, Haneke, Forman, Ferreri, Kaurismäki, Gitai, Lattuada, Marcello, Rohrwacher, Minervini, Frammartino: questi e tanti altri. Ci sono tutti, in una storia di un certo cinema da conoscere e non lasciarsi sfuggire.

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