di Gabriele Ottaviani
L’unità dei partiti antifascisti comincia a dare i primi segni di cedimento.
Dopoguerra, Mario Avagliano, Marco Palmieri, Il Mulino. Avagliano e Palmieri sono due saggisti e storici di chiara fama, il loro sodalizio è rodato, i loro libri sono scritti bene, in maniera chiara, dotta, divulgativa, istruttiva, piacevole: indagano il passato, e dunque, naturalmente, sono più attuali che mai. Quale disciplina è del resto per antonomasia più necessaria di quella che ci spiega chi stiamo per diventare mostrandoci chi siamo stati? Il problema è che la maestra è ottima, ma, come diceva Gramsci, le mancano gli allievi: e invece studiare è un dovere, in primo e più importante luogo verso noi stessi. Il sottotitolo di questo denso volume, ricchissimo di citazioni, riferimenti, note, chiavi di interpretazione e livelli di lettura, attraverso i quali è possibile per ognuno compiere una raffinata esegesi, dice già molto del tema e del taglio attraverso cui questo viene osservato, analizzato, approfondito e raccontato, in modo tale da far conoscere aspetti del nostro patrimonio politico, culturale e sociale che invece, complice anche il continuo depauperamento con cui oramai da decenni si danneggia la scuola: Gli italiani fra speranze e disillusioni (1945-1947). Il paese è devastato, la guerra è stata persa, la dittatura è finita, la monarchia è crollata, c’è brama di cambiare, costruire e riedificare ma è tanta la miseria, grande la paura, crudele l’ignoranza, immensa la fede e sconfinata, al tempo stesso, la sfiducia: eppure, nel breve volgere di poche decine di mesi, vengono poste le basi per quello che poi diverrà il miracolo italiano, dal neorealismo al boom, nei più vari campi. Da leggere, rileggere e far leggere.